LA LETTERA DEL TIFOSO: "Il saluto a Morosini" di Marco

LA LETTERA DEL TIFOSO: "Il saluto a Morosini" di MarcoMilanNews.it
© foto di Federico De Luca
domenica 15 aprile 2012, 18:50La lettera del tifoso
di Antonio Vitiello
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Quando basta un solo cuore a fermare mille battiti. Ci sono storie incredibili da raccontare, storie che fanno rabbrividire e che lasciano il segno, storie che, appena le viviamo, le ascoltiamo, come suggerirebbero i nostri cari Troisi e Benigni, non ci resta che piangere... Il calcio è uno sport, un business, ricco di queste storie e che purtroppo sabato ha visto arricchirsi il capitolo nero del suo libro, quello che nessuno avrebbe mai voluto scrivere. Il cuore che si è fermato è quello di Piermario Morosini. Una giovane vita che si è stroncata proprio sul più bello, rincorrendo un pallone. Per chi ha assistito alla scena, sarà impossibile dimenticare la forza di un ragazzo che fa di tutto per non cadere, per restare aggrappato alla vita, per continuare a rincorrere il suo sogno mentre quella sfera di cuoio rotolava sempre più lontano da lui. E' così che Piermario ha lasciato fuggire via quel sogno, è così che ha lasciato questo mondo. Lottando fino all'ultimo, cadendo e rialzandosi per ben tre volte, nonostante il suo cuore stesse cedendo, mentre quella palla tanto desiderata rotolava indisturbata sul prato dell'Adriatico di Pescara. Ecco. E' stata questa l'ultima scena che i suoi occhi hanno visto, in quei tre battiti di ciglia che forse gli hanno raccontato la lieta storia della sua carriera (ancora agli albori e già così tinta dell'azzurro delle nazionali giovanili) e che contemporaneamente gli avranno fatto rivivere le gioie e i dolori di un vita fin troppo sfortunata, con le scomparse in rapida successione di madre, padre e fratello. Una storia personale che può far accostare il centrocampista del Livorno ad una sorta di Giovanni Pascoli del calcio. In realtà non è così. In realtà Moro, secondo quanto tutti quelli che lo hanno conosciuto riportano, aveva ben poco da condividere con il pessimismo pascoliano. A partire da quel sorriso sempre presente, quel sorriso mostrato anche in una recente foto che lui stesso aveva pubblicato su Twitter.
r poco tempo fa, durante un'allegra e spensierata gita all'isola d'Elba con la sua fidanzata. Ma il destino, se di destino si tratta, sa scrivere trame esageratamente crudeli. Così, proprio mentre cercava di continuare a rincorrere il suo sogno, Morosini non sapeva che quello stesso pallone che si stava allontanando da lui, proprio per lui si sarebbe fermato. Se un giovane cuore di soli 25 anni si può arrestare in maniera così ingiusta, allora possono strozzarsi in gola anche migliaia di esultanze, polemiche, gioie e delusioni che il calcio porta con sé. E' giusto che per una tragedia così non si giochi, e pazienza se per una settimana non si parlerà di prodezze, moviole e statistiche. Il calcio e lo sport possono riposarsi per un attimo e piangere un altro eroe. Perché, in questi casi, non conta il colore della maglia che si indossa o la forma della palla con cui si gioca. Morosini ora è un idolo di chi tifa Milan o Juve, Taranto o Perugia, è pianto dall'appassionato di calcio e da quello di basket, dall'amante dello sport in generale che gli dedicherebbe tutti i minuti di raccoglimento del mondo, ma che ormai è stanco di ascoltare la storia dell' "atleta che se ne è andato facendo ciò che più amava al mondo", non è giusto! Morosini è l'indimenticabile storia di un ragazzo che cade e si rialza, continuamente, fino a rivolgere un ultimo sguardo al campo, magari un pensiero ai compagni lasciati nel più totale sconforto e sicuramente un'occhiata al cielo, alla mamma e al papà che immaginiamo pronti ad abbracciarlo. E' questa la forza che ricorderemo per sempre. Davvero indimenticabile. Ciao Piermario!



Marco Romano