...Errori, polemiche ed infortuni: ricetta di un fallimento inaspettato

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© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
domenica 22 aprile 2012, 21:00Focus On...
di Emiliano Cuppone

Se non è un crollo poco ci manca.
Il pareggio rimediato solo al novantesimo dal Milan di Allegri contro il Bologna è l’emblema di questo faticoso finale di stagione rossonero, il diavolo sembra aver perso brillantezza, rabbia, sembra non avere più anima.
L’errore di Van Bommel è emblematico, uno dei giocatori più esperti che inguaia la squadra con una leggerezza che non fa parte del suo repertorio. La prestazione opaca di Clarence Seedorf è la conferma di questa situazione preoccupante di una rosa che sembra aver mollato la morsa sulla Juventus di Conte. Se non bastassero due indizi, l’indolenza di Zlatan Ibrahimovic è la prova inconfutabile di un Milan che ha issato bandiera bianca.
Di giustificazioni ce ne sarebbero tante, partendo dai tanti infortuni che hanno irrimediabilmente condizionato la stagione del diavolo, ma l’impressione è che la squadra non ne abbia proprio più. Le gambe non girano, questo è palese, lo mostrano le ultime deludenti prove rossonere, sì, perché il declino è iniziato già a Catania, al di là del gol non convalidato a Robinho. La squadra, però, sembra aver perso anche le energie nervose oltre a quelle fisiche, la bruciante eliminazione con il Barcellona (anche oggi Tassotti ha confermato che i rimpianti ci sono, legati a quel rigore che non ha convinto nessuno in casa rossonera) sembra aver prosciugato le risorse mentali di una formazione che sull’orgoglio e la convinzione ha fondato la propria supremazia.
Un solo punto conquistato nelle ultime due uscite casalinghe, per di più contro due squadre in lotta per la salvezza, dicono molto sul tracollo del Milan, squadra senza ombra di dubbio in difficoltà nel momento più importante della stagione. I rossoneri hanno perso la caratteristica che aveva tenuto a galla l’intera stagione: la netta supremazia territoriale con le piccole, quello spirito da schiacciasassi contro gli avversari di caratura inferiore che gli aveva permesso di essere lì nonostante qualche errore di troppo negli scontri diretti.

La Juventus di Conte, dal canto suo, corre e non sembra voler mollare un centimetro, se fino alle 15,26 di oggi pomeriggio le speranze erano ancora vive, adesso sembra realmente che il Milan abbia issato bandiera bianca.
La nave di Allegri sembra un colabrodo, perde risorse ad ogni sfida, ne mancano solo 5, e lo scudetto sembra sempre più un miraggio, se non sta affondando poco ci manca. Il titolo tricolore era saldamente nelle mani dei rossoneri, fino alla sfida di Catania non sembrava esserci storia in campionato, la Juve era distante ben quattro punti, scorata ed uscente da diversi risultati negativi. Quei due punti lasciati in Sicilia hanno riacceso l’animus pugnandi di una formazione che sulla cattiveria agonistica ha fondato tutta la stagione. La sconfitta con la Fiorentina è stata la Caporetto di Allegri, la peggiore debacle stagionale, pesante come un macigno sulla classifica e sul morale di un Milan che veniva dalla delusione del Camp Nou. Il pari di oggi è altrettanto greve, salvo sorprese in quel di Torino, infatti, sarà difficile, se non impossibile, rialzare il capo e provare ancora a contendere il campionato ai bianconeri.
Certo è che gli errori sono stati tanti, quelli di Allegri (incapace di tenere alta la tensione nei momenti più delicati), quelli dei singoli (irrimediabili quelli di Mexes con la Fiorentina e di Van Bommel oggi, parimenti incisivi quelli di Ibrahimovic e compagni di reparto, davanti alla porta nelle ultime uscite), per finire con quelli degli arbitri (dopo il gol fantasma a Catania, oggi c’era un rigore su Ibra ed un gol regolare annullato per un fuorigioco inesistente ed inspiegabile perché di facilissima lettura), ma la sensazione è che ci sia stato un crollo generale in casa rossonera.
Non hanno aiutato le voci sul futuro di Allegri, sempre sulla graticola sin dall’inizio della stagione, legato a doppio filo ad un cammino europeo che è stato a tratti esaltante, ma che è terminato in maniera deprimente. Non hanno aiutato le polemiche con la Juventus, squadra che ha creato scompiglio nel campo e non solo, riuscendo a sfruttare nel migliore dei modi gli echi delle conferenze stampa e delle interviste al veleno che hanno accompagnato gran parte della stagione.
Un clima sbagliato, tanti infortuni e qualche errore di troppo, ingredienti amari di una stagione divenuta fallimentare, a meno di fulmini nel cielo sereno di casa Conte, ormai pronto a tingersi di tricolore.