I 131 milioni buttati dalla Serie A

I 131 milioni buttati dalla Serie AMilanNews.it
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martedì 24 aprile 2012, 19:30News
di Antonio Vitiello

Rose lunghe, tanti impegni, problemi di bilancio e un fatturato che non è competitivo con le prime società d'Europa. I nostri club stanno vivendo il momento più problematico della propria esistenza, strangolate fra altre compagini estremamente più competitive in campo internazionale e una politica economica che non permette più folli cifre da spendere su un mercato che appare sì in espansione, ma solamente verso le economie in rampa di lancio come Brasile e Cina (qualcuno anche in India, fra le altre cose), oppure da multimiliardari stravaganti tra Russia e Dubai. Il calcio affascina ancora il Vecchio Continente, anche se l'Italia vuol dire arretratezza (tra stadi fatiscenti e sceneggiate da campetto sudamericano) e incapacità di spendere i propri soldi. La politica attendista e basata sui parametri zero sta moltiplicando gli investimenti sballati per cui si pagano fior di milioni con l'unico risultato di non vedere (o non poterli più vedere, dopo un po', per esasperazione) molti giocatori in campo per via, appunto, delle rose lunghissime.

La Juventus, squadra che è riuscita a cambiare volto da un anno all'altro, è una delle maglie nere in questo senso. Tanti i soldi buttati, da quelli per acquistare Elia (9 milioni per l'acquisto, 3 per l'ingaggio lordo, per una media di 177 mila euro spesi a minuto in campionato) passando per il riscatto di Marco Motta (3,7 milioni più 0,8 prima di andare al Catania in prestito). E poi i vari ingaggi di Toni, Amauri, Grosso, Iaquinta, Krasic, Martinez - 1,9 milioni per parcheggiare il giocatore a Cesena - e compagnia cantante. I calcoli fanno 36,5 milioni spesi per qualche presenza qui e là, nel migliore dei casi. Comunque senza lasciare traccia.

Sullo stesso piano anche l'Inter. Sull'onda emotiva dei Forlan (4,5 milioni per l'acquisto più 7 d'ingaggio) agli Zarate per passare dai Jonathan e i Palombo. Solo con loro sono circa 29 milioni buttati, l'ingaggio di Cordoba avvicina ulteriormente alla Juventus e con quelli di Palombo e Pandev (prestato al Napoli ma con parte dell'ingaggio pagato) si sbarca a 41,5 milioni, superando all'ultima curva i bianconeri. Senza contare i soldi di Sneijder, fermato da problemi fisici spesso e volentieri.

Delle big, suo malgrado, il Milan è quello messo meglio. La spesa più importante risulta quella di Pato, che ha veramente giocato pochissimo e non giustificato il proprio ingaggio da 8 milioni lordi a stagione, salvo poi notare che solo Taiwo (3,6) e Inzaghi sono state due operazioni inutili o quasi. Gli altri, vuoi per gli infortuni occorsi alla società rossonera, sono stati utilizzati molto. In ultimo Oddo - 2,6 milioni - che portano il totale a circa 16 milioni.

Davanti al Milan c'è incredibilmente il Napoli, se non fosse altro per l'operazione Vargas, costata circa 10 milioni di euro più 1,3 lordo d'ingaggio. E' un acquisto in prospettiva, sia chiaro, ma questo è il costo per i primi suoi sei mesi d'apprendistato a Napoli. Donadel clamoroso (2 milioni per una presenza) e Santana a sfalsare tutto con il suo milioncino. A vario titolo compaiono Rinaudo, Mascara, Cristiano Lucarelli, Fideleff e Chavez. Totale? 19 milioni.

La Roma, quarta forza per ingaggi del nostro campionato, si può lamentare per gli investimenti su Cassetti e Cicinho, per la sfortuna di Burdisso e Barusso. Oltre alla metà stagione di Okaka, presente solo nello sfortunato incrocio con lo Slovan. 12,5 milioni per gente che è assolutamente in esubero.

Chiosa finale per la Lazio, che ha speso circa 2 milioni per Cissè (poi rivenduto e senza troppi rimpianti), possiamo infilarci anche Cana (3,4 milioni), i 500 mila di Stendardo e i 250 di Del Nero. 6 milioni che sarebbero potuti essere molti di più se la sfortuna non si fosse accanita contro Reja.

Queste le sei grandi del nostro campionato, senza contare l'Udinese - che non ha grossi rimpianti -, oltre alla Fiorentina (una delle sorprese in negativo del campionato) e il Genoa, che però realizza plusvalenze milionarie e rischia di retrocedere anche per questo motivo. In ogni caso, 131 milioni di euro che, per sei squadre, sono stati praticamente inutili ai fini della classifica. Per dare una dimensione reale al fenomeno, la diciassettesima squadra del ranking mondiale come fatturato è il Lione (sempre presente negli ultimi turni di Champions League) con 132 milioni. Mica male per il nostro calcio indebitato.