ESCLUSIVA MN - Dott.ssa Masi: "Ecco come curiamo il brand Milan. I camp fondamentali per noi e sui social network..."

ESCLUSIVA MN - Dott.ssa Masi: "Ecco come curiamo il brand Milan. I camp fondamentali per noi e sui social network..."
Pietro Mazzara
© foto di MilanNews.it
giovedì 26 aprile 2012, 16:15Esclusive MN
di Pietro Mazzara

I Milan Junior Camp come strumento di lavoro ma anche di divertimento. Una struttura, quella nata 13 anni fa, che permette ai bambini di tutto il mondo di poter trascorrere alcune settimane in posti magnifici e di poter giocare a calcio sotto l’attenta guida degli allenatori della società rossonera. Questo progetto viene visto dal club anche come un modo per espandere maggiormente il marchio Milan nel mondo e a margine della presentazione della nuova edizione dei Milan Junior Camp ha parlato in esclusiva a MilanNews.it, Laura Masi, responsabile marketing della società di via Turati.

Dott.ssa Masi, i Milan Junior Camp sono parte integrante della fase di scouting del Milan. Ma come si articola questo progetto nello specifico?
“Abbiamo cominciato 13 anni fa ed è un progetto soprattutto di branding. Con il settore giovanile abbiamo intensificato il rapporto e la collaborazione negli ultimi anni e abbiamo strutturato un progetto articolato sul territorio nazionale ma anche internazionale. In questa circostanza abbiamo parlato esclusivamente dei Milan Junior Camp che vedono il coinvolgimento di circa 17.000 bambini in tutto il mondo, 42 nazioni e non esiste nel mondo professionistico una realtà che possa vantare un’organizzazione e una gestione del genere. Noi abbiamo 26 gestori in Italia e nel mondo, abbiamo sponsor importanti come Adidas, Banca Intesa SanPaolo soprattutto nell’est Europa. Taçi Oil per l’Albania e Ika in Svezia giusto per dirne alcuni. Quella che secondo me è la strategia vincente è quella di diversificare il prodotto e cercheremo di migliorarci andando in contro ai desideri sia dei bambini ovvero giocare e divertirsi, sia per ciò che riguarda le famiglie per trovare un ambiente sano. Lo scouting è parte importante soprattutto nelle scuole calcio ma è successo in passato, come ad esempio con Kingsley Boateng, che un prospetto ci venga segnalato da questo progetto e poi mandato in società ad hoc per farli crescere”.

Questo progetto riguarda soprattutto il brand. I rapporti Deloitte e le classifiche Forbes hanno stimato un grande valore del marchio Milan. I Milan Junior Camp come aiutano sotto questo aspetto l’immagine del club?
“Uno degli strumenti è questo. La prima squadra ha grandi impegni agonistici che la limitano per impegni di globetrotter. Abbiamo una limitazione che è la lingua. Club inglesi e spagnoli riescono a fare attività di brand in tante aree del mondo grazie all’espansione della loro lingua che ne facilita il lavoro. L’italiano è una bellissima lingua ma viene parlata da pochi quindi abbiamo deciso di agire in maniera diversa portando in giro quello che sappiamo fare meglio ovvero giocare a calcio e insegnare ai bambini a giocare a calcio con forti tinte rossonere”.

Per concludere, anche i canali social della società stanno prendendo sempre più largo nel web. Li sfrutterete per arrivare a coinvolgere quante più persone anche nel progetto dei Milan Junior Camp?
“Questo è l’obiettivo che ci siamo posti dal punto di vista organizzativo. Mettere insieme 26 gestori, 17.000 bambini e 280 allenatori in 42 paesi nel Mondo non è mai banale. Se facciamo un errore, lo facciamo grave perché siamo il Milan e abbiamo sempre cercato di fare le cose passo dopo passo con raziocinio e grande attenzione ai dettagli. A livello di comunicazione, i social media ci servono e vengono sfruttati per fidelizzare ragazzi che vanno dai 7 ai 15 anni, ovvero l’età dei Milan Junior Camp. Sicuramente sono un processo importante nella comunicazione e nella diffusione del brand.  Noi tra poco avremo i 10 milioni di fans su Facebook e oltre 500.000 followers su Twitter. I social network sono molto importanti e i ragazzi devono essere attratti dal Milan perché diamo qualità. Quello che il Milan tenta di fare è qualità e i risultati ci stanno dicendo che in tutti gli ambiti nei quali andiamo ad operare, ci stanno dicendo che lo stiamo facendo bene”.