Una parola che non esiste

Una parola che non esisteMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
sabato 5 maggio 2012, 10:00Primo Piano
di Francesco Somma

C’era evidentemente solo un modo per dar senso al Derby in programma domenica: vedergli decidere lo scudetto. Perché se c’è una partita che può spostare in maniera sostanziale gli equilibri del campionato, quella sarà sicuramente la stracittadina. Attesa, bramata, e assolutamente da non fallire. Senza l’errore di Buffon probabilmente non avrebbe avuto alcun senso pronunciare queste parole, ma il destino è strano, nel calcio più che in ogni ambito. Non sarà un Derby “patinato”, in quanto orfano di diversi interpreti celebri, e sorretto da due panchine che non godono un momento di particolare “celebrità”.

Stramaccioni per aver raccolto un’eredità e una squadra difficili, e l’obiettivo di compiere un’impresa; Allegri per aver subito alcune scelte proprie, che alla lunga hanno pesato sulla classifica del Milan. Un Derby meno luccicante rispetto all’andata e alle edizioni passate, ma pur sempre un Derby, e in quanto tale, valevole ad assumere un senso compiuto. Non c’è assenza che tenga, non c’è presenza che possa fare la differenza, perché in una metropoli fondata su una grande tradizione calcistica, puoi sbagliare quando vuoi, ma non nel Derby. Figurarsi se da quei 90 minuti dipende l’esito di un’intera stagione: possono bastare un centimetro fuori luogo, una decisione sbagliata, un lampo, e nove mesi di calcio possono svanire, in un secondo posto che, a questo punto, non può avere senso. Non va nemmeno immaginato: facciamoci amico il calendario nemico, e il futuro parlerà rossonero.