Troppe cose non hanno funzionato, ecco una possibile spiegazione

Troppe cose non hanno funzionato, ecco una possibile spiegazioneMilanNews.it
© foto di Antonio Vitiello/TuttoMercatoWeb.com
martedì 8 maggio 2012, 00:00Editoriale
di Tiziano Crudeli
Telecronista del Milan a 7 Gold, direttore editoriale del settimanale sportivo "Sprint&Sport Lombardia". Opinionista al "Processo di Biscardi".

Nello sport  e nella vita bisogna saper perdere.  L’applauso finale  dei tifosi rossoneri alla squadra è stata una dimostrazione di grande sportività. Altrettando  doveroso  rendere onore  e merito ai neo campioni d’Italia che giustamente festeggiano la conquista dello scudetto con elogi  incondizionati segnatamente  a Pirlo  ( perché il Milan lo ha regalato   ad una diretta concorrente?), Marchisio, Vidal e Conte. 
Il derby sarà stato anche un match  avvincente e spettacolare ma quando si perde per 4 a2 e vengono evidenziati i limiti della propria squadra non si può essere contenti. La sconfitta   brucia  più della vittoria in campionato dei bianconeri. Se  il reparto arretrato   commette un gran numero  di errori non si va da nessuna parte. La Juve vince anche e soprattutto per la solidità della propria difesa   (19 gol subiti).  Se poi gli attaccanti del Milan   sprecano diverse opportunità non rimane che arrendersi davanti all’evidenza dei fatti. Va anche detto che neppure le decisioni  arbitrali  favorevoli (il discutibile rigore concesso al Milan e la conclusione area di Cambiasso respinta da Abbiati sulla linea di porta o poco oltre)  sono serviti per venire a capo di una partita che l’Inter ha vinto comunque  con un largo punteggio. 
Non è servito neppure poter contare su  un bomber del calibro di  Zlatan Ibrahimovic, 28 gol in 31 partite di campionato e 35 stagionali. Il Milan è   un gigante  che segna più gol di tutti (72) dai  piedi d’argilla ( la difesa 32 gol subiti è troppo vulnerabile).

Le avversarie sono consapevoli che basta aumentare i ritmi e aspettare che i rossoneri si sbilancino  per prenderli d’infilata. Non si può puntare esclusivamente sul lancio lungo per Ibra e sperare che lo svedese possa da solo risolvere tutti i problemi del Milan. L’allenatore avrebbe dovuto trovare da tempo soluzioni tattiche diverse.    
Con l’Inter, dopo un primo tempo deludente durante il quale la squadra rossonera ha sofferto la maggior aggressività e la velocità dei nerazzurri,   nella ripresa si è visto un Milan   più accettabile e dignitoso che ha cercato di imporre il proprio gioco. Così facendo  però ha denunciato le endemiche carenze di giocatori che negli spazi si perdono e concedono troppo licenze agli sprinter avversari. Errori individuali pagati a caro prezzo.
Il Milan ha avuto  un possesso  palla superiore (57% contro 43%) ma l’Inter ha concretizzato meglio i 10 tiri nello specchio realizzando 4 reti. Ibra sullo 0 a 0, poco prima del gol d’apertura di Milito, ha gettato  al vento da due passi  una ghiottissima occasione e  Muntari, al 10’ del secondo tempo, ha  sbagliato a porta completamente sguarnita il gol del possibile 3 a1   con Julio Cesare fuori causa,  e poi Yepes di testa e Robinho hanno  replicato gli errori di mira.
Un resa  che acuisce i malumori. Se il Milan nei doppi confronti diretti  ha portato a casa 1 punto con La Juventus, 1 con la Lazio 1 col Napoli, 1 con la Fiorentina,  2 col Bologna,   e 0 con l’Inter vuol dire che al di là delle assenze per infortuni qualcosa nel gioco non ha funzionato a dovere.