Dopo gli immortali di Sacchi e gli invincibili di Capello, standing ovation per gli inesauribili...

Dopo gli immortali di Sacchi e gli invincibili di Capello, standing ovation per gli inesauribili...MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
domenica 13 maggio 2012, 15:20News
di Antonio Vitiello
fonte di Michele Gazzetti per Sportitalia

Resteranno i soli Ambrosini e Abbiati a tramandare il verbo rossonero alle nuove leve. Con le parole pronunciate da Gattuso e quelle vergate online da Inzaghi, altri due senatori lasciano il proprio scranno a Milanello, giovedì Nesta si era preso tutta una giornata per sé, oggi saluteranno anche Seedorf e Zambrotta, quest'ultimo al Milan solo dal 2008, ma comunque rappresentativo di una generazione che ha condiviso gioie anche in Nazionale. Pirlo, insomma, ha solo anticipato di un anno i tempi, cogliendo al volo l'ultima occasione per dimostrare altrove di essere ancora all'apice delle proprie potenzialità, ora la fine di un'epoca è un dato di fatto. Un'epoca legata cominciata per qualcuno con Zaccheroni o addirittura con Capello, vedi Ambrosini, e terminata con il biennio con scudetto di Allegri, ma identificata in tutto e per tutto con la gestione Ancelotti, in questo senso il primo a rendersi conto che tutto o quasi era finito lasciando nel 2009, del resto l'anno dell'addio anche di Maldini e Kakà.

Due Champions, due campionati, tante vittorie e qualche cocente delusione, il bilancio di un decennio che ha rafforzato lo stereotipo che vuole il Milan squadra più adatta a palcoscenici internazionali, circostanza che la gestione Allegri, con buona pace di Ibra ha parzialmente smentito. D'altra parte di livello internazionale sono stati e sono ancora tutti personaggi in procinto di lasciare la propria casa: da Seedorf, spesso accusato di dare il meglio di sé solo in Champions, competizione vinta quattro volte in carriera, a Inzaghi, bomber prolifico in Italia ma semplicemente da record in Europa, da Gattuso, con Ambrosini il segreto che consentì ad Ancelotti di varare un offensivo albero di Natale votato al possesso palla, a Nesta, probabilmente il miglior centrale d'Europa per almeno una decina d'anni. Su questi uomini, capaci di superare acciacchi e infortuni di ogni sorta, spinti da una fame di vittorie mai placata, il Milan ha costruito il terzo ciclo dell'era Berlusconi: dopo gli immortali di Sacchi e gli invincibili di Capello, standing ovation per gli inesauribili.