Lo "zingaro" diventa senatore: Ibra al potere nella famiglia Milan

Lo "zingaro" diventa senatore: Ibra al potere nella famiglia MilanMilanNews.it
© foto di Markus Ulmer/PhotoViews
lunedì 14 maggio 2012, 16:00Primo Piano
di Emiliano Cuppone

Gli addii dei tanti senatori rossoneri lasciano uno spogliatoio orfano di campioni unici per carisma ed esperienza, guide prima che compagni, una sorta di fratelli maggiori da ascoltare e da cui trarre lo spirito giusto per costruire nuove vittorie.
A Milanello ci sarà da eleggere un nuovo governo, salvo ripensamenti e rinnovi inaspettati (quelli di Seedorf ed Inzaghi sembrano possibili, ma improbabili), della vecchia guardia rimarranno solo capitan Ambrosini e Christian Abbiati, unici superstiti di quella squadra che il 28 maggio 2003 diede vita ad un ciclo unico e vincente che sembra essersi chiuso ieri.
Tanti i volti di chi potrebbe prendere il posto dei senatori uscenti, facce che quello spogliatoio lo vivono da anni, come Bonera ed Antonini, campioni che sono cresciuti ed hanno preso il cuore dei tifosi come Thiago Silva ed Alexandre Pato.
Su tutti, però, sembra svettare il profilo imponente di Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese è solo al suo secondo anno in rossonero, ma lui è un leader nato, lo è sempre stato dovunque sia andato, con quella personalità forte e dirompente di chi si sente nato per vincere e dettare legge. Nella sua carriera, però, nessuno lo ha mai eletto condottiero, è sempre stato abituato a prendersi il ruolo di guida con la forza ed il carattere che lo contraddistinguono, ma mai per onore di militanza.

Sarà  questa la prima volta in cui Ibracadabra sarà uno dei “vecchi” di uno spogliatoio, sarà leader e senatore a tutti gli effetti, sarà lui, irrimediabilmente, a farsi carico di trascinare il Milan fuori dal campo come sino ad oggi l’ha fatto all’intero del rettangolo verde.
Crescono le responsabilità dello svedese, cresce la sua leadership, un momento importante per la sua carriera, forse la prima volta in cui potrebbe realmente legarsi ad una maglia, provare a sentirsi in famiglia, per chiudere come hanno fatto i suoi compagni ieri, fra le lacrime ed il calore che hanno sciolto anche la faccia di cera del gigante di Malmoe.
Sarà un momento di crescita per tutto il gruppo rossonero, potrebbe essere il punto di svolta della storia recente del diavolo e della carriera di Zlatan Ibrahimovic, lui che, al di là degli sfottò, è sempre stato uno zingaro del pallone, abituato a cambiare maglia senza troppi ripensamenti, alla ricerca di sfide sempre nuove, con la facilità dell’amante infedele. Per la prima volta diventerà marito impegnato, non potrà far altro che prendersi le sue responsabilità, nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore, provando a divenire faro anche fuori dal campo, condottieri vero per una squadra che cerca nuovi leader.
Nelle elezioni del nuovo governo rossonero il partito di Ibra sembra essere strafavorito, l’elezione della statua svedese appare scontata, sarà lui a dominare la scena anche all’interno delle mura dello spogliatoio, dovendo necessariamente cambiare alcuni lati del suo carattere, smussandone gli angoli, maturando definitivamente, provando una dimensione nuova, fatta di responsabilità importanti e di soddisfazioni uniche.
Sarà lui, sotto la supervisione attenta di capitan Ambrosini, a guidare la truppa del diavolo verso nuovi successi, coadiuvato da Thiago Silva, destinato alla fascia di capitano, da Pato, Bonera ed Antonini, da chi come Nocerino ha ricevuto l’investitura da sua maestà Rino Gattuso. Senatori nuovi, ma pronti a prendersi sulle spalle la famiglia Milan, convinti da quell’atmosfera unica che si provava ieri a San Siro, certi di ricevere molto più di quanto saranno “costretti” a dare, sicuri che dopo tutto il lavoro ci sarà quella riconoscenza che il popolo rossonero sa tributare ai suoi leader.