ESCLUSIVA MN - Parla Il Barone: "Tifosi delusi? Negli anni '80 era già un sogno andare in Europa... Ci vuole fiducia"

ESCLUSIVA MN - Parla Il Barone: "Tifosi delusi? Negli anni '80 era già un sogno andare in Europa... Ci vuole fiducia"MilanNews.it
© foto di Markus Ulmer/PhotoViews
lunedì 4 giugno 2012, 12:00Esclusive MN
di Gaetano Mocciaro

Lo storico esponente del tifo rossonero Giancarlo Capelli, meglio noto come "Il Barone", ci dà il suo punto di vista da affezionato milanista sulle prospettive della squadra, specie in sede di calciomercato. In esclusiva per MilanNews.

Barone, da tifoso di vecchia data come giudichi questo momento storico del Milan e le prospettive?

“Io dico che siamo a giugno e mancano 3 mesi. Si dicono tante cose poi negli ultimi giorni magari escono fuori delle sorprese”.

Insomma, non sei troppo preoccupato. Nemmeno di un eventuale pezzo da novanta in uscita?

“Si parla di Thiago Silva e Ibra ovunque, ma mi pare che il presidente abbia confermato che i 2 sono incedibili. Io penso che per un’offertissima qualsiasi squadra li cederebbe. Non il Milan perché se il presidente dà la sua parola la mantiene”.

La paura è quella di non riuscire a restare competitivi su due fronti

“Io ritengo che il Milan era la squadra più forte e l’ha dimostrato. Con una decina di giocatori che mancavano bastava che ad esempio Cassano non avesse avuto il problema che ha avuto e avremmo vinto tranquillamente. Purtroppo quella maledetta partita con la fiorentina ci ha stroncato, con due errori di un giocatore di livello europeo che non ti aspetti come Mexes. Non so, forse si sentiva troppo carico di responsabilità. Peccato. Anche perché poi se vincevi con la Fiorentina mai al mondo pareggiavi col Bologna. Si vinceva anche con loro e il campionato avrebbe preso un’altra piega. Questo per dire che la squadra competitiva c’è e poi guardiamo i famosi squadroni: il grande Barcellona, ad esempio, cosa ha vinto? Nulla se non una Coppa del Re.  Il punto è che se vincevi il campionato e poi non si faceva una campagna acquisti adeguata nessuno avrebbe detto nulla. D’altronde cosa vuoi dire a una squadra che ha vinto due scudetti di fila? Però si è arrivati secondi e qualcuno magari inizia ad allarmarsi di questa politica degli acquisti”.

Credi che sia stata solo sfortuna quella del Milan quest’anno?

“Non solo. In certi momenti ci è mancata la cattiveria di certi giocatori. O la fiducia in essi. Emanuelsson, ad esempio, l’abbiamo  preso come terzino e poi gli è stato cambiato di ruolo. Dico io, lo si poteva sfruttare lì e invece ci siamo ritrovati a mettere nelle ultime prove Zambrotta che non ce la faceva più”.

A proposito di gestione dei giocatori: ti è piaciuta quella dei senatori, in particolar modo Inzaghi?

“È difficile parlare con me di Pippo Inzaghi perché per lui stravedo, sarei troppo di parte. Quindi è chiaro che non mi sia piaciuta la gestione di Allegri nei suoi confronti. Per me ci vuole rispetto e gratitudine nei confronti di chi ha fatto la storia del Milan. Allegri avrebbe avuto ragione se avesse vinto il campionato, ma così non è stato”.

Allegri si è meritato la riconferma?

“L’anno scorso Allegri ha fatto scelte che personalmente non mi sembravano regolari. Mi ha dato l’impressione di non sapere cambiare in corsa. Devo dire che il Milan come allenatore meritava di più. L’ha tenuto per i tanti punti ottenuti e per gli infortuni che ne hanno condizionato l’ultima stagione”.

Da tifoso di vecchia data cosa provi quando le nuove leve parlano di stagione deludente dopo un secondo posto?

“I giovani negli ultimi 20 anni non possono capire le sofferenze che abbiamo vissuto noi della vecchia guardia. Non hanno mai visto i Milan in B, esperienze che non auguro a nessuno. Passare dalle stalle alle stelle, però,  è qualcosa di indescrivibile. Io dicevo negli anni ’80: “riuscirò mai a vedere il Milan in Europa?”. Questo per far capire che prospettive c’erano all’epoca. Faccio un altro esempio: primi anni '80  e ai tempi il Milan vivacchiava in A: c’era l’ipotesi di una cessione di Chicco Evani al Napoli. Solo per l’eventualità di simile cessione ci fu il subbuglio. La cosa fa sorridere adesso, che uno come Chicco Evani faticherebbe a trovare adesso posto nel Milan. Per questo io non mi dispero né mi fascio la testa. Ho vissuto esperienze davvero incredibili col Milan, i momenti storici veramente bui del club”.

Il fatto che Maxi Lopez abbia detto che il Milan non lo riscatta perché non ha i soldi per farlo non ti lascia sorpreso?

“Se lui stesso avesse dimostrato di più lo scenario sarebbe stato diverso. A volte conta anche la fortuna. Se l’argentino contro la Fiorentina avesse segnato anziché prendere il palo cambiava tutto, dal campionato del Milan al suo futuro. A volte questi dettagli ti cambiano la vita. In ogni caso sono fiducioso, perché non credo che il Milan non voglia lottare per lo Scudetto e per la Champions”.