Caso T. Silva, Ibra bacchetta Gallliani via sms

Caso T. Silva, Ibra bacchetta Gallliani via smsMilanNews.it
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
giovedì 14 giugno 2012, 19:00Primo Piano
di Stefano Maraviglia

Lontano da Milano e calato nello scenario europeo che troppo spesso l'ha visto comparsata e non protagonista, Zlatan Ibrahimovic continua e presenziare in maniera forte la scena calcistica. In campo si indigna nel trascinare la squadra scontentando i compagni, ma allo stesso tempo spiccando rispetto a loro, fuori dal campo pare sia al centro di una crisi netta, con il connazionale ed ex juventino Mellberg. In poche parole il solito Ibra, nella buona e nella cattiva sorte. In rossonero sono state limitate le "iniziative" dell'estroso n.11, l'ambiente sa come quietare gli animi e quando possibile, zittire le voci, ma in qualche occasione non è stato possibile. Al termine della stagione lo svedese ha lanciato l'appello alla società, il sunto recitava "Servono rinforzi, ma non ci sono i soldi", a distanza di qualche settimana, suona un nuovo eco, stavolta riferito da Repubblica. Ibrahimovic preoccupato per le voci riguardanti Thiago Silva, deluso per l'operato e le scelte della società in merito, arrabbiato per l'andazzo in nazionale e gli sviluppi di casa Milan, avrebbe contattato direttamente Adriano Galliani, per rendergli presente il proprio parere. Il mezzo? Cellulare, la forma sms.

Sì, stando a indiscrezioni lo svedese avrebbe inviato all'Ad rossonero, un brevissimo sms contenente un commento sintetico e inopinabile: "Così non va bene!". Non si conoscono ulteriori dettagli, il rumor come sempre va preso con le dovute maniere, ma non è impossibile immaginare Zlatan arrivare a tal punto. Il suo rapporto con Adriano o il Capo (così Ibra chiama Galliani) è limpidissimo, come confermato più volte da entrambi, l'sms che oggi in qualche modo incuriosisce, potrebbe quindi essere molto più di una boutade. Che i rossoneri non gradiscano una cessione del genere è scontato, ma che alzino la voce in maniera così determinata, a memoria riesce difficile ricordarlo. La società non è in mano ai giocatori, ma i vertici farebbero bene a tastare il polso del gruppo, mossa atta a percepire e trasmettere sensazioni fondamentali per il futuro.