Tutto è bene quel che finisce bene, anche se...

Tutto è bene quel che finisce bene, anche se...MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
venerdì 15 giugno 2012, 12:00Primo Piano
di Francesco Somma

C'era una volta una società che poteva camminare sempre e comunque a testa alta; una società che aveva - al di là degli indubbi ed evidenti meriti sportivi - la capacità di essere sempre e comunque all'altezza della situazione. Una società forte, in campo e fuori: senza rivali in ambito di comunicazione e incapace di mostrare impacci, che si presentassero anche le situazioni più spinose e complicate. C'era una volta, abbiamo detto, in omaggio a un Milan che non c'è più, che si è consegnato mani e piedi alla convinzione di poter vivere di rendita sui successi che furono. E non parliamo di successi sportivi, ripetiamo, ma di altro tipo. Meno evidenti, meno chiacchierati, ma valevoli comunque a suffragare l'immagine e la reputazione di un'azienda stabile e potente. Gli ultimi due giorni hanno materializzato nuovamente, agli occhi dell'opinione pubblica e dei tifosi rossoneri, lo spettro di una società confusa e fuori luogo laconica. Il Paris Saint Germain era  seriamente intenzionato ad acquistare Thiago Silva, il più forte giocatore del Milan e l'attuale n.1 al mondo nella categoria dei difensori centrali. Cosa c'è di male? Nulla. Una società ricca sceglie di comprare solo il meglio, proponendo offerte difficili da rifiutare. E' il calcio: il più forte batte il più debole. Ora, l'evoluzione delle voci ha riportato il brasiliano in rossonero.

Ma resta un fatto: la confusione mostrata dai vertici rossoneri. Galliani confessa che c'è l'interesse, quindi l'intenzione di resistere fin dove possibile, poi rassicura: "Thiago rimane al 99,9%". Il tempo passa fino all'arrivo di un'offerta concreta e, in teoria, irrinunciabile. Berlusconi prende la parola, confermando di non potersi voltare dall'altra parte di fronte all'interesse parigino. Barbara che esprime tutto il proprio sdegno per l'ipotesi cessione di un pezzo da 90. Il canale tematico che prega il presidente di ripensarci, generando un malinteso di fondo: "Ma la verità dov'è?". A chi tocca l'ultima parola? La risposta è proprio quella, esatto. Un pizzico di chiarezza in più non solo non guasterebbe, ma sarebbe il primo passo verso il ritorno ad alti livelli. Se poi si riesce a tenere uno come Thiago Silva, si può addirittura tornare a sorridere. Per un altro anno ancora.