Faccia a faccia con l'incubo

Faccia a faccia con l'incuboMilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
mercoledì 27 giugno 2012, 08:00Primo Piano
di Francesco Somma

Quando un incubo, che sembrava finito con un risveglio dolce e inaspettato, volge al termine, si fa fatica a pensare al momento (e alla possibilità) in cui questo potrà tornare a materializzarsi. Da promessa a certezza a colonna, ma soprattutto da incubo a sogno che si avvera, a incubo: la strana parabola di Thiago Silva. Del resto, dopo la “porta chiusa” da Berlusconi, la domanda più interessante da porsi era: “Come l’avrà presa il giocatore?”. Immaginare un contratto da favola da parte di una società in ascesa, e vederlo cancellato da una squadra che rinuncia ad un’offerta non meno allettante, e ti trattiene per la maglia, non può lasciare indifferenti. Perché la maglia si sta allungando, e il punto è proprio questo: si può rinunciare ai soldi, si può fare dei sacrifici, ma non si può trattenere per la maglia, allungandola fino a strapparla, a un giocatore che vuole partire. Thiago ha accettato di lasciarsi tirare per la maglia, una maglia che comunque gli piace e che lo ha reso il più forte del mondo, ma camminare con la consapevolezza piena delle proprie potenzialità, vuol dire fare i conti con esigenze precise.

Ha chiesto un ingaggio annuo da 7,5 milioni di euro, obbligando al Milan a rivedere la corposità del sacrificio compiuto sbattendo la porta in faccia a Leonardo. Non solamente una mancata entrata, ma anche un maggiore esborso. Sarebbe stato da stupidi pensare che con la chiusura di Berlusconi, il caso fosse archiviato, “…e vissero tutti felici e contenti”. La vera sfida comincia adesso: il Milan è chiamato a porsi di nuovo la domanda fatidica: quanto vale Thiago Silva? Quanto meno importante di Zlatan Ibrahimovic e Robinho, può essere considerato il pilastro della difesa rossonera? A giudicare per proporzioni sommarie, tenendo conto della stagione (tutto sommato) di magra vissuta da Robson de Souza, non ci sarebbe nemmeno da pensare troppo: il n.33 merita lo stipendio e i sacrifici che chiede, anche perché – era così 13 giorni fa, lo è ancora e forse più di prima – un altro Thiago Silva non lo si trova dalla sera alla mattina. Galliani e Berlusconi sono pronti ad un nuovo confronto su quella che, a questo punto, rischia di diventare la trattativa dell’estate: il Psg si riaffaccia, il popolo rossonero ripiomba in un sonno tutt’altro che ristoratore.