Da Thiago Silva riparte un progetto vincente, ma rimane l'incognita a centrocampo. Abete tuona e la Lega finisce sotto i riflettori. Aria di cambiamento?

Da Thiago Silva riparte un progetto vincente, ma rimane l'incognita a centrocampo. Abete tuona e la Lega finisce sotto i riflettori. Aria di cambiamento?MilanNews.it
© foto di Giulia Polloli
mercoledì 4 luglio 2012, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli

Archiviata la pratica Europeo ora ci si concentra sul prossimo campionato. A pochi giorni però dalla sconfitta cocente contro la Spagna, è giusto mettere in risalto anche le prestazioni degli interpreti rossoneri che, con la Nazionale, hanno lottato per mantenere alto l’onore di un’Italia che si è tolta manciate di sassolini dalle scarpe. Ignazio Abate si è riconfermato scelta azzeccata, ha ripagato la fiducia dimostrata da mister Prandelli con prestazioni di grande intensità, come sempre una spina nel fianco per gli avversari. Per Cassano l’esperienza in azzurro equivale ad una sorta di miracolo calcistico. Nonostante uno stato di forma non ai massimi livelli, le sue “ore azzurre” sono state sottolineate da intuizioni da fuoriclasse, come l’assist per il gol di Balotelli che ha spianato la strada alla vittoria azzurra. Se Montolivo per molti era un colpo di mercato di basso profilo, la sua prestazione in azzurro ha fatto ricredere gli scettici. Qualche rammarico rimane per lo scarso utilizzo di Nocerino, che del centrocampo rossonero è un perno ormai consolidato. Ma quando Prandelli l’ha chiamato in causa la sua risposta è stata ben oltre l’accettabile. Dunque dall’Europeo il Milan esce rafforzato, i suoi uomini hanno dimostrato il proprio valore e di certo non saranno delle meteore pronte a spegnersi. Ma il Milan guarda oltre. Mentre i nazionali godranno del meritato riposo, mentre altri compagni si preparano per l’appuntamento olimpico, Allegri riparte tra pochi giorni con il raduno a Milanello. Il prolungamento di contratto di Thiago Silva con il relativo adeguamento di ingaggio è la prima pietra su cui i rossoneri ripartono alla conquista del tricolore. Inutili le proposte arrivate da oltralpe: il Milan ha fatto una scelta di cuore, come ha sottolineato Berlusconi junior, ma non solo. La qualità del brasiliano è così garantita anche per il futuro ed è inserita in un progetto a lunga scadenza, quello tanto atteso e richiesto da Ibrahimovic, i cui mal di pancia sembrano essersi trasferiti direttamente su Mino Raiola, il procuratore delle incertezze.

Galliani ha finalmente messo la parola stop alle voci che volevano partente l’asso svedese, quel “rimane al 100%” deve essere interpretato come la forte volontà di ripartire con i campioni verso nuovi traguardi. Il Milan non si ferma qui e sempre in previsione futura si è assicurato le magie di Hachim Mastour che, seppur solo quattordicenne, sembra aver tracciato la sua strada verso la gloria. Chi ha avuto l’onore di vederlo in campo è rimasto esterrefatto per la qualità balistica dell’italo-marocchino che, dopo aver vestito la maglia della Reggiana e dopo essere utilizzato anche dall’Inter ha fatto la sua scelta di vita. Di fronte a Galliani e ai trofei rossoneri Hachim ha firmato per il Diavolo senza alcuna titubanza.  E non è detto che la linea giovane, quella che garantisce di poter lavorare in prospettiva si arresti qui. Il Milan rimane sul mercato alla ricerca di un centrocampista, quello per intenderci che dovrebbe riuscire a non far rimpiangere le gesta del “generale” van Bommel. E oltre ai nomi ormai gettonati e altisonanti di Diarra, Keita, e Xavi Alonso, il popolo rossonero sembra essere propenso ad investire su Strootman, olandese talentuoso che, oltre ad avere il vantaggio della giovane età, possiede anche un ingaggio accettabile per le casse rossonere. Il fragoroso fallimento della nazionale Olandese all’Europeo e il suo mancato utilizzo ne hanno congelato le quotazioni, motivo in più per giocare d’anticipo su altri pretendenti.
E tornando ancora alle questioni europee, ci sono altre tematiche che interessano da vicino il nostro calcio nazionale.
“Continuità per paura di cambiare”, così Marco Iaria su Gazzetta conclude la sua analisi sulla situazione paradossale in cui versa la nostra Lega Calcio all’indomani delle frecciate lanciate dal presidente Federale Abete sulla poca comunione d’intenti, e stiamo leggeri nei termini, che sembra essere il leit motiv a margine dei rapporti tra FIGC e Lega, appunto.
Le parole di Abete dunque hanno scatenato quantomeno un dibattito sulle reali condizioni in cui versa il nostro calcio, descritto come privo di progettualità futura, con una Lega insabbiata in meri rapporti di forza tra club,atti a spartirsi gli introiti derivanti dai diritti tv. Certo, la torta dei diritti fa gola a tutti e solo i commensali più importanti sembrano poter decidere quanto grande debba essere la fetta a loro destinata. Ma la Lega, può essere ridotta solo a questo? Abete poi rincara la dose e l’interpretazione delle sue parole viene letta in chiave di scarso interesse per i club nei confronti della nostra Nazionale, con tanto di ostracismo nei confronti di ulteriori momenti da dedicare agli stage azzurri, difficili da calendarizzare in stagioni sempre più compatte e ricche di impegni.
Ma soprattutto si parla della mancanza di unità d’intenti, come se la nostra Nazione calcistica fosse semplicemente composta da un’accozzaglia di squadre senza punti in comune, come se la Nazionale fosse solo un fastidio da dover arginare il più possibile, come se la Lega Calcio fosse ormai un organismo malato terminale, per il quale non viene considerata nessuna cura alternativa a quella sedimentata e approvata, ma basata solo su meri interessi personali.
Basti pensare che in molti sembrano appoggiare la candidatura di Beretta solo perché così si avrebbe il classico fantoccio di rappresentanza senza poteri, un ministro senza portafoglio in grado solo di presenziare agli incontri senza diritto di parola.
Ma è questo il futuro che ci aspetta o possono esistere delle alternative plausibili? Non più tardi di una settimana fa qualcuno parlò di un dossier riservato sui tavoli della Lega Calcio, nel quale sembrava poterci essere una via alternativa da seguire per dare una svolta al sistema. Che fine ha fatto dunque quella che sembra l’unica alternativa possibile? Il progetto corredato da analisi statistiche e che contempla lo sviluppo a 360° della nuova Lega Calcio potrebbe essere una reale alternativa al nulla tutt’oggi esistente. Parlando di Lega il commento di Franco Arturi, sempre su Gazzetta, ipotizza la presenza solo di “sabbie mobili” delle idee, mentre auspica l’apertura di nuove strade in risposta alle recriminazioni di Abete. Ma la sua conclusione “per ora purtroppo siamo a zero” la dice lunga sullo status quo delle cose. Chi dunque trae vantaggio da questo immobilismo conclamato? Di certo non il calcio, forse solo qualche potente troppo occupato a mantenere i propri interessi e poco incline a favorire la crescita globale del nostro calcio.