Cecere (Gazzetta): "Gli Scudetti di Lucio e i baci di Ibra, basta ipocrisie. L'esempio è Pirlo"

Cecere (Gazzetta): "Gli Scudetti di Lucio e i baci di Ibra, basta ipocrisie. L'esempio è Pirlo"MilanNews.it
© foto di Alberto Lingria/PhotoViews
lunedì 16 luglio 2012, 18:30News
di Antonio Vitiello
fonte tuttojuve.com

Il giornalista de "La Gazzetta dello Sport", Nicola Cecere, sulle colonne della rosea punzecchia quei giocatori come Lucio e Ibra che hanno lanciato stoccate alle loro ex squadre e li invita a prendere esempio da Andrea Pirlo: "Lucio Da Silva Ferreira Lucimar, neo acquisto bianconero, è stato chiesto durante la presentazione un parere sugli scudetti della Juve: per te sono 28 o 30? Lui ha detto che la pensa come il presidente Agnelli - scrive il giornalista -. Lo pensa davvero o «deve» pensarlo per cancellare agli occhi dei nuovi tifosi i tre campionati da interista? Lucio ha giocato 9 anni in Germania e nella stagione 2005-06 era impegnato col Bayern a vincere la Bundesliga. Ha forse letto la storia della Serie A? Si è documentato in questi tre anni vissuti a Milano su Calciopoli arrivando alla convinzione di aver giocato in una squadra che ha scippato un titolo? Zlatan Ibrahimovic bacerà la maglia del Psg il giorno della presentazione? Probabilmente sì. Dirà che ha sempre sognato Parigi? Probabilmente sì. Eravamo al Camp Nou quando, appunto, si fece immortalare nel gesto d’amore e pronunciò al microfono il giuramento di eterna fedeltà al Barcellona.

L’anno dopo è passato al Milan, ora sta trasferendosi in Francia per la gioia di Ancelotti (e pure di Raiola, che ad ogni trasferimento incassa una commissione da favola). Ora, siccome anche la durata dei matrimoni veri si è attestata su di una media di 15 anni, i tifosi non potrebbero rinunciare a un rituale ormai privo di significato? Non potremmo cioè accettare in modo «naturale» che un professionista approdi in un club senza doversi sottoporre a questa ipocrita purificazione? E i giocatori non potrebbero prendere esempio da Pirlo? L’anno scorso Andrea lasciò il Milan per la Juve senza avvertire l’obbligo di pronunciare una sillaba che rinnegasse i 10 anni rossoneri e senza gesti scenografici per ingraziarsi il nuovo ambiente. Ha fatto parlare il campo e sono state parole dolcissime per le orecchie del popolo bianconero. E’ stato una bandiera del Milan? Certo, ma che fa: oggi è un patrimonio Juventus".