Donnarumma non basta. Il Milan non può rischiare di perderlo
L'espressione imperturbabile di un veterano, le grandi ali rappresentate dalle sue mani forti e reattive. Gigio Donnarumma resta l'unica immagine positiva della trasferta di Verona che i tifosi potranno custodire. La disfatta, quasi una resa, messa in scena dal resto della squadra si scontra inesorabilmente con le gesta di un ragazzino, presto fatto uomo a dispetto degli occhi critici dei detrattori. Il portierino (one) ieri ha partecipato incredulo al tiro al bersaglio degli attaccanti scaligeri, che come in un flipper impazzito sferravano i loro colpi verso i pali, strenuamente difesi da questo ragazzo. Donnarumma ieri ha dimostrato di essere degno della serie A e dei palcoscenici più eletti. Deve fare riflettere, ma i tifosi più affezionati già lo hanno avvertito, che un portiere del Milan, diciassettenne, sia stato, ieri, non solo il migliore in campo, ma l'unico meritevole di vestire decorosamente una maglia che fu gloriosa, fino a qualche anno fa.
Ora il rischio elevato e forse calcolato (di pensare male, ormai è bene non smettere) è che ci debba privare dell'unico giocatore in grado di riempire le casse di una Società, che deve ricostruirsi e rigenerarsi. I tifosi lo sanno e l'amore per questi colori potrebbero paradossalmente giustificare, che il loro migliore giocatore possa realizzare altrove i propri sogni. Donnarumma però è tifoso, uomo maturo e con le garanzie di poter presto vedere il Milan tornare ai propri fasti potrebbe, ce lo auguriamo, decidere di credere ad una 'resurrezione calcistica', come (pochi) altri suoi illustri predecessori fecero in passato. Il tempo per la Società è scaduto: guai ad aspettare ancora le tre partite di campionato e la finale (spettrale) di Coppa Italia.
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