Dieci anni dopo Istanbul quanta amarezza per Milan e Liverpool

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lunedì 25 maggio 2015, 21:47Da Milanello
di Giuseppe Bosso
Il deludente presente delle due protagoniste della più clamorosa finale di Champions

25 maggio 2005. Sono passati dieci anni dalla più clamorosa e imprevedibile delle finali di Champions League. A Istanbul, il Milan di Carlo Ancelotti, in vantaggio per 3-0 alla fine del primo tempo, nel giro di pochi minuti si fa raggiungere dal Liverpool di Rafa Benitez, che dopo aver rischiato nei supplementari all'ultimo minuto il k.o. con una conclusione di Shevchenko incredibilmente respinta da Dudek, prevale ai rigori grazie allo 'show' dell'estremo difensore polacco. Amarezza infinita per i tifosi rossoneri e per un Milan, quello della stagione 2004-2005 (forse persino superiore per qualità di gioco e intensità rispetto alle formazioni che due anni prima a Manchester contro la Juventus e due anni dopo ad Atene nella rivincita contro gli inglesi, erano riuscite ad alzare la 'Coppa dalla grandi orecchie) che chiudeva a zero titoli un cammino che nei mesi precedenti aveva fatto sognare ai tifosi una storica doppietta scudetto-Champions.

Ma a distanza di un decennio, in casa Liverpool non c'è certo voglia di celebrare una ricorrenza come questa: umiliati nell'ultima giornata della Premier League dallo Stoke City capace di rifilargli un impressionante 6-1, i Reds chiudono mestamente al sesto posto, qualificandosi in extremis per i preliminari della prossima Europa League, una stagione in cui, con l'acquisto a effetto di Mario Balotelli proprio dal Milan, erano partiti con grandi aspettative; ma il Bad Boy per eccellenza del calcio italiano ha deluso le aspettative, non riuscendo a prendere per mano la squadra nemmeno in Champions League, dove il Liverpool è stato clamorosamente eliminato già nella fase a gironi dal modesto Basilea, e ha dovuto accantonare anche i sogni di gloria in Europa League, dove, per uno scherzo di un perfido destino, è stato eliminato ai rigori dal Besiktas in quello stesso stadio Ataturk dove aveva prevalso sul Milan. Amaro epilogo di una lunga storia d'amore, durata 16 anni, con i Reds per Steven Gerrard, il capitano che 10 anni fa alzava la Champions nel tripudio dei compagni, destinato a chiudere a Los Angeles una carriera che forse avrebbe meritato di essere costellata da qualche titolo in più e magari anche da un successo nel massimo campionato inglese, che manca da Liverpool dall'ormai lontano 1990.

Non se la passa meglio il mister dei Reds di quella sera, Rafa Benitez, che conclusa l'avventura al Liverpool nel 2010 ha girovagato tra l'Italia e l'Inghilterra tra Inter, Chelsea e Napoli, raccogliendo qualche titolo (l'Europa League con i Blues, Mondiale per Club e Supercoppa Italiana in nerazzurro, Coppa Italia e Supercoppa Italiana a Dubai contro la Juve in azzurro) ma senza quasi mai entrare nel cuore di queste tifoserie come in quello della Kop. Gli ultimi, deludenti risultati del Napoli hanno ormai compromesso definitivamente il rapporto tra il tecnico castigliano e il patron De Laurentiis, oltre che con buona parte della tifoseria partenopea, che gli rimprovera di non aver saputo essere incisivo nella stagione che avrebbe dovuto vedere protagonista il Napoli anche in Champions League, sogno tramontato già in agosto al preliminare contro l'Athletic Bilbao, affrontato probabilmente in modo rinunciatario e inadegueato. Il futuro di Benitez, lontano da Napoli e dall'Italia, sarà probabilmente di nuovo la Premier League, malgrado le voci degli ultimi giorni lo avessero voluto sostituto, sulla panchina del Real Madrid, proprio del rivale di allora e di due anni dopo ad Atene, Carlo Ancelotti.

Ma se il Liverpool piange il Milan non ride come non rise a Istanbul: estromessi per il secondo anno consecutivo dall'Europa, da anni lontani dai vertici anche in Italia, i rossoneri, alle prese con un presente più nebuloso che roseo tra cambi di proprietà annunciati e non concretizzati e gestione tecnica incerta, che vede in Pippo Inzaghi, assente all'Ataturk per infortunio, destnato a ingrossare la lista degli allenatori bruciati dalla società rossonera, dal momento dell'addio di Ancelotti, che nonostante le dichiarazioni ottimistiche del patron Berlusconi non tornerà a Milanello. Sebbene la stagione del Real Madrid campione d'Europa uscente, partito col botto in Liga e Champions, si sia conclusa con una doppia delusione in entrambe le competizioni, la società blancos, spinta da una piazza che al tecnico di Reggiolo non vorrebbe rinunciare, difficilmente lo accantonerà.

Dei ventotto protagonisti di quella sfida ormai in attività ne sono rimasti ben pochi: Andrea Pirlo, che fallì il secondo rigore della serie finale, è l'unico che sarà in campo a Berlino tra due settimane, con la maglia della Juventus, per tentare la conquista della 'Coppa dalle grandi orecchie'; se non fosse stato per il Barcellona che ha eliminato il suo Bayern avrebbe potuto ritrovarsi contro Xabi Alonso, autore del gol del 3-3 dopo aver fallito un rigore; Kakà è andato a concludere nel campionato statunitense la sua stellare carriera; tra i Reds, invece, oltre allo svincolato Traorè, continuano a calcare i campi di gioco Milan Baros, Djibril Cissè e John Riise, rispettivamente con le maglie di Banik Ostrava, Bastia e Apoel.