Il ruggito dei tifosi e il bivio sull'allenatore: il popolo Conterà? I rischi di perdere il feeling con la tifoseria sono troppi

Il ruggito dei tifosi e il bivio sull'allenatore: il popolo Conterà? I rischi di perdere il feeling con la tifoseria sono troppiMilanNews.it
lunedì 29 aprile 2024, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara

La scelta del nuovo allenatore del Milan è un tema molto delicato e la nomination di Julen Lopetegui – con il quale non c’è ancora la firma – è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza della tifoseria milanista. A mia memoria, era dal giugno 2009, nei giorni in cui ci fu la manifestazione sotto l’ex sede di via Turati 3 contro la cessione di Ricardo Kakà al Real Madrid, che non vedevo tutte le anime del tifo milanista così coese contro una potenziale scelta della dirigenza (Ibrahimovic compreso). Sono ore calde, il comunicato della Curva Sud è arrivato in maniera quasi istantanea a Gerry Cardinale negli Stati Uniti, così come sono state decine di migliaia i commenti dei tifosi sui social, letteralmente incazzati per le indiscrezioni sull’allenatore spagnolo che – va detto – non è ciò che ci si aspetta per il nuovo ciclo milanista. Il nome sul quale tutti convengono, al di fuori di Casa Milan, è Antonio Conte perché scegliere l’ex CT della nazionale vorrebbe dire dare un messaggio fortissimo verso l’Inter Campione d’Italia. Sarebbe una manifestazione d’intenti importante, netta, inequivocabile perché andresti a prendere un vincente. Il curriculum di Conte lo testimonia, oltre al fatto che andresti a prendere un allenatore italiano, che sa il significato di certe partite e che le ha vinte (tipo i derby) e che andrebbe a colmare anche quel vuoto di carisma dentro Milanello che inevitabilmente si verrà a creare con l’addio di Olivier Giroud e quello molto probabile di Simon Kjaer. 

Non credo sia più possibile guardarsi dietro, non si può più guardare al fatto che è stato il Milan a fare grandi gli allenatori (Sacchi, Capello, Ancelotti, Allegri). Oggi quel ragionamento non Conta più. O meglio, sarebbe di difficile comprensione per la piazza. Oggi il Milan ha bisogno di ricucire lo strappo con la propria tifoseria - la numero uno in Italia e tra le più unite d'Europa -, che già domenica contro il Genoa potrebbe dare dal vivo i primi segnali di insofferenza. Servirebbe un top allenatore o un profilo che non sia un’ennesima scommessa. Perché nessuno vuole vedere continuare il ciclo vincente dell’Inter, che oltre allo scudetto ha vinto Coppe Italia e Supercoppe, alzando almeno un trofeo in ognuna delle ultime tre stagioni. Io credo a Giorgio Furlani quando dice a tutte le tv che stanno lavorando per far si che il Milan torni a vincere, perché l’ad rossonero è milanista di titanio e anche se non lo dà a vedere, soffre come tutti noi per quanto successo. Ci sarà un mercato importante anche questa estate, dove verranno effettuati innesti nelle zone in cui la rosa è deficitaria o dove si creeranno dei buchi per le partenze. 

Ma adesso la dirigenza al completo si trova nelle non facili condizioni di dover affrontare un disappunto clamoroso per quanto emerge attorno al nome del dopo Pioli. Sostanzialmente siamo a un bivio: accontentare il popolo andando contro le proprie convinzioni portate avanti con coerenza fino ad oggi o tenere il punto e prendere un profilo diverso da Lopetegui ma non un top? I rischi sono molteplici da tutte le parti, vedere un crollo nelle vendite degli abbonamenti e dei biglietti singoli potrebbe essere un dramma così come non si può generalizzare sugli incassi del merchandising. Perché va bene la visione globale del tifo, ma quello che fa l’atmosfera allo stadio, che è sempre presente, che fa l’abbonamento o compra il biglietto, è principalmente il tifoso italiano, quello locale, quello che c’è da sempre e che, oggi, è incazzato e vuole vedere un segnale forte di reazione. Non sarà una scelta facile, ma dopo tutto, dovrà contare sempre e solo il Milan.