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Albertini: "Addio Balo? In Nazionale può fare ancora tanto. Inzaghi si dedicherà anima e corpo al Milan. Diamo spazio ai giovani"

ESCLUSIVA MN - Albertini: "Addio Balo? In Nazionale può fare ancora tanto. Inzaghi si dedicherà anima e corpo al Milan. Diamo spazio ai giovani"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 26 agosto 2014, 14:00ESCLUSIVE MN
di Antonio Vitiello

La redazione di MilanNews.it ha intervistato l’ex centrocampista rossonero Demetrio Albertini, candidato recentemente come presidente della FIGC.

Secondo lei è stato giusto cedere Balotelli?

“E’ sempre difficile giudicare da fuori, da quello che ha detto lui alla prima intervista da giocatore del Liverpool è stato un errore tornare in Italia”.

Poteva dare di più Mario al calcio italiano?

“Potrà dare ancora tanto alla Nazionale italiana, è uno dei giocatori più importanti del nostro gruppo azzurro. Lui ha una grande fortuna ma deve scriverlo lui il suo futuro, dipende tutto da Mario”.

Probabile che il Milan investa su Torres, lo ritiene ancora un giocatore determinante?

“Vediamo il Milan che tipo di investimenti farà. Fernando è un amico, quindi vediamo prima che tipo di investimento faranno al Milan dopo la cessione di Balo”.

Le prime impressioni su Inzaghi allenatore?

“Inzaghi lo conosco come giocatore e come persona. Ama tantissimo questo sport e si dedica anima e corpo. Vorrei aspettare prima dare un giudizio su Inzaghi allenatore, mi sembra più giusto. Pippo ha tutte le caratteristiche per poter fare bene, sarà poi il campo a metterlo in evidenza, così come è successo quando lui era un giocatore”.  

Come si fa a risollevare il calcio italiano?

“Bisogna programmare. Dobbiamo chiederci che tipo di campionato vogliamo essere. Se di transizione oppure il campionato più bello al mondo come negli anni novanta. In Italia ci sono tanti acquisti, le società prendono tanti giocatori, rivoluzionano le squadre ogni anno, questo vuol dire che si corre ai ripari ad errori fatti in passato. Si parla tanto di giovani poi alla fine non trovano mai spazio in prima squadra. Per loro diventa sempre più difficile emergere se andiamo a prendere gente all’estero. Ci vuole consapevolezza su cosa vogliamo essere. Oggi altre federazioni stanno programmando molto bene, e non parlo della Germania, sarebbe un esempio troppo facile. Sottolineo invece il lavoro della Svizzera, del Belgio e dell’Austria. Risultati che arrivano dopo anni di programmazione”.