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Albertini: "Milan, manca il senso di appartenenza. Ruolo in società? Amo questa maglia, se Galliani e Barbara chiamano…"

ESCLUSIVA MN - Albertini: "Milan, manca il senso di appartenenza. Ruolo in società? Amo questa maglia, se Galliani e Barbara chiamano…"MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
giovedì 20 novembre 2014, 11:00ESCLUSIVE MN
di Antonio Vitiello

Vent’anni di Milan e tantissimi derby giocati in un San Siro sempre gremito. Demetrio Albertini, grande ex centrocampista rossonero, si racconta ai microfoni di MilanNews.it a pochi giorni dalla stracittadina milanese.

E’ la settimana che porta a Milan-Inter, ci racconti il suo derby più bello…

“Impossibile descriverne uno perché sono cresciuto nel settore giovanile del Milan e i derby sono tutti belli e importanti, anche quelli che perdi perché nella sofferenza maturi anche la voglia di riscatto. Lo puoi capire solo quando sei cresciuto nel settore giovanile della propria squadra”.

Lei però di derby se ne intende…

“Si ne ho giocati quatto nella mia carriera. Ho giocato Milan-Inter, Lazio-Roma, poi all’estero ho giocato Barcellona-Espanyol e anche Atletico-Real. Sono quattro derby importanti però Milan-Inter per chi è cresciuto nel settore giovanile è qualcosa di speciale. Personalmente molto emozionante, per chi è stato 20 anni nel Milan, non era una partita normale”.

A questo Milan manca un Albertini in mezzo al campo?

“Siamo tutti figli della nostra epoca. Ognuno ha le sue caratteristiche anche se giocano nel mio ruolo. A questo Milan manca un po’ di senso di appartenenza. Esiste nel proprio allenatore ma non in alcuni giocatori. Sono pochi gli atleti che sono nati al Milan, come Abbiati, Bonera, Abate o De Sciglio. Sono veramente pochi. Ai miei tempi eravamo 14-15 giocatori non solo del settore giovanile ma di Milano. Sono cambiati i tempi e quindi manca il senso di appartenenza e una programmazione importante”.

Cosa serve a Torres per sbloccarsi?

“Fernando è un mio grande amico da tanto. Lui è un centravanti un pò atipico, crea spazi per gli altri. Non è un Inzaghi, realizzatore e basta. E’ più un giocatore alla Weah, con caratteristiche diverse. Non fa 20 gol a stagione ma apre gli spazi agli altri con i suoi movimenti. Poi consideriamo che arriva da due anni in cui ha giocato poco. La cosa importante è avere un po’ di pazienza. Non si può ritornare alle vecchie condizioni psicofisiche in un batter ciglio. Un gol nel derby potrebbe liberarlo mentalmente e aiutarlo ad essere più incisivo in fase realizzativa”.

Il Milan può vincere il derby?

“Parto dal fatto che Milan e Inter saranno guidati da due allenatori che avrei voluto vedere ancora in campo. Due straordinari giocatori che ora fanno gli allenatori. Quando cambi tecnico uno scossone c’è, quindi Mancini con la sua esperienza saprà trarne vantaggi. E’ un valore aggiunto per l’Inter. Credo però che il Milan è un cantiere aperto, ha buoni giocatori, però cambiare tanto molte volte non ti permette di creare un gruppo forte. Inzaghi ha cambiato fino ad ora 11 formazioni e su questo potrebbe ancora lavoraci. Il Milan può vincere il derby ma sono entrambe le squadre ancora un cantiere aperto. In questo momento il derby è una partita importante soprattutto per i tifosi, ma devono trovare la squadra giusta per il futuro”.

Se il Milan la chiamasse sarebbe disposto a lavorare in società?

“Non posso ragionare con i se e con i ma. Non sono più solo un ex calciatore, ho fatto esperienze di un certo livello come dirigente. La domanda è: “In che ruolo? A fare cosa?”. Normale che il Milan è nel mio cuore, però ho un percorso dirigenziale un po’ trasversale. Se dovesse arrivare mai un’idea di questo tipo è normale che la valuterei insieme alla società. Ho dei buoni rapporti sia con Galliani che Barbara Berlusconi”.

Parlava di senso di appartenenza, lei potrebbe essere la persona giusta…

“Sono loro due gli amministratori delegati, e sapranno loro quali sono gli obiettivi presenti e futuri del Milan. Loro sanno che ho avuto una certa esperienza a livello dirigenziale, dipende da loro. Il giorno in cui arriverà una chiamata la valuterò con piacere”.

Intervista di @AntoVitiello