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Carbone: “Dispiaciuto per Maldini. Giovani? Occhio a Zanellato. Montella porterà il Milan in Europa”

ESCLUSIVA MN - Carbone: “Dispiaciuto per Maldini. Giovani? Occhio a Zanellato. Montella porterà il Milan in Europa”MilanNews.it
© foto di Antonio Vitiello
mercoledì 12 ottobre 2016, 18:30ESCLUSIVE MN
di Simone Matrone

Angelo Carbone, collaboratore tecnico dell’attività di base del Milan, si è gentilmente concesso in una lunga intervista a MilanNews.it, dove ci racconta il momento della squadra, i giovani attuali e di prospettiva della rosa rossonera e ci riporta indietro con aneddoti curiosi del suo grande Milan.

Inizio sicuramente positivo del Milan con 13 punti, attualmente al terzo posto. Cosa ne pensi di questa squadra? Dove può arrivare?

“Penso che sia merito della filosofia del mister, che è bravo, ed è sempre stato bravo ha dare un’idea di gioco positiva alle sue squadre. Quest’anno è arrivato nel Milan e ha cambiato pochi uomini rispetto all’anno passato, ma è riuscito ha dare subito un’impronta di gioco alla sua squadra. Riguardo a dove possa arrivare il Milan, penso che abbia la possibilità di tornare in Europa, la Champions è difficile però vediamo…”.

Hai citato Montella. Quanto, secondo te, si sta rivelando importante il mister in questa squadra?

“A livello di gioco Montella sta facendo bene, soprattutto in un momento dove a livello societario si vive un momento di transizione e molte situazioni possono distogliere l’attenzione dal campo, quindi ancora di più avvalora il fatto che lui stia lavorando molto bene“.

Parliamo invece del settore giovanile. In questi anni sicuramente il fiore all’occhiello della società. Visto che tu sei collaboratore tecnico dell’attività di base e hai visto passare molti giovani promettenti, su tutti Donnarumma, Calabria e Locatelli. Cosa pensi di questi ragazzi?

“Tre calciatori che al momento stanno dimostrando il proprio valore. Sono giocatori sicuramente importanti e lo dimostra il fatto che giocare in prima squadra al Milan con tutte le pressioni del caso, non è sicuramente facile ma loro sembra che riescano  a farlo con serenità. In questo caso, forse, il momento di difficoltà del Milan negli ultimi anni può avergli aiutati, perché rispetto a prima che si dovevano raggiungere determinati obbiettivi, ora si da più spazio ai giovani perché si ha più pazienza. Ma il fatto che loro abbiano risposto alla grande significa che si debba dare più importanza al settore giovanile. E vorrei ricordare pure che oltre questi 3 calciatori nominati, il Milan vanta anche dal proprio settore giovanile i vari De Sciglio, Abate ed Antonelli.

Hai parlato di pressioni. Chi più di Locatelli potrà averne in questo momento. Chi meglio di te può dirci la sua su questo ragazzo, visto che lo hai visto crescere …

“Le qualità di Locatelli sono sempre state eccelse, pure nel settore giovanile. È un giocatore intelligente con qualità tecniche. È chiaro che giocare davanti alla difesa è un ruolo delicato, che lui può fare, però, credo che in questo momento l’intelligenza di Montella che sta avendo nell’utilizzarlo è indispensabile. È un ragazzo di prospettiva ma il mister fa bene a non buttarlo subito nella mischia caricandolo di ulteriori pressioni. È una cosa sicuramente positiva; l’anno scorso è stato aggregato alla prima squadra e quest’anno è giusto che Montella lo inserisca con i tempi giusti”.

Invece altri giovani interessanti? Che magari vedremo nei prossimi anni…

“Un giocatore che secondo me di prospettiva è Zanellato, mi piace molto. Sta facendo grossi passi in avanti e Montella in estate gli ha dato la giusta attenzione nel periodo precampionato. È un calciatore su cui ci si può lavorare. Per quanto riguarda altri, è presto per dirlo. Per diventare calciatori non servono solo le doti tecniche ma serve soprattutto la testa e anche il fattore fortuna”.

Caso bandiera in società. Ormai sembra definitivamente declinata la pista che portava in società Paolo Maldini. Tu, da tifoso sei dispiaciuto della decisione e soprattutto chi vedresti bene in quel ruolo?

“Mi dispiace che Paolo non possa entrare in squadra. Il Milan è sempre stata una società dove l’appartenenza a questi colori  è stata talmente forte che ha distinto il Milan di Berlusconi in questi 30 anni. È sicuramente un dispiacere che all’interno della società non ci siano bandiere, che poi possano essere Maldini o qualcun altro. Sarei davvero contento che chi acquistasse il Milan portasse all’interno della società chi ha vissuto il Milan. In questo modo anche la gente che ha perso l’amore per questi colori negli ultimi anni potrebbe tornare a vivere emozioni con questi colori.”

Parliamo di Berlusconi. Ultimo anno da presidente, dell’uomo più vincente nel mondo del calcio. Tu che l’hai vissuto per tanti anni, che cos’è per te Silvio Berlusconi?

“E’ stato un genio. In tutto quello che ha fatto ha sempre lasciato il segno. Nel Milan tutto quello che a vinto in questi 30 anni resterà nella storia non solo per quanto ha vinto ma per come lo ha fatto, per il gioco espresso. Per quanto riguarda aneddoti particolari, mi ricordo che già nei primi anni 90, al matrimonio di Van Basten, a tavola raccontava che avrebbe voluto un campionato, che oggi è la famosa Champions League.  Prima c’erano solo scontri diretti e magari dopo una partita eri fuori. Lui già all’epoca parlava di un possibile mini campionato europeo perche diceva che era impensabile che delle società importanti a livello mediatico e pubblicitario, magari escano dopo appena una partita. Lui vedeva avanti anni luce e lo ha sempre dimostrato.”

Tu hai giocato in grande Milan, oltre al grande tasso tecnico qual’era la vera forza di quella squadra?

“C’erano dei campioni di vita, prima che campioni sul campo. Ad esempio Franco Baresi era un uomo di poche parole, ma era un leader attraverso i comportamenti, attraverso il modo di vivere, il modo di fare. Erano dei campioni. Quindi tu arrivavi e ti dovevi adeguare, perché davanti avevi della gente che prima di essere campione sul campo lo era fuori; o ti adeguavi o restavi fuori. Era una cosa automatica se facevi qualcosa di sbagliato ti sentivi escluso. Nel mio Milan c’era uno zoccolo duro che lavorava e amava lavorare. Si andava all’allenamento due ore prima e si usciva due ore dopo. Mi ricordo ancora il mio primo giorno di ritiro a Milanello. Sono arrivato un’ora prima, come ero abituato in tutte le altre squadre e trovai sul campo  gente come Van Basten e Baresi che già lavoravano da un’ora.”

Per concludere, hai avuto grandissimi allenatori come Sacchi e Capello. Il primo che ha cambiato totalmente il metodo di gioco di quei tempi …

“Aveva una visione del calcio diversa da quella che c’era in quei tempi. Lui attraverso il modo di giocare, di allenarsi, è riuscito a cambiare e ad ottenere tutti quei successi. Era un innovativo, un maniacale nel modo di giocare ed è stato un allenatore che ha cambiato il calcio mondiale. Mi ricordo i primi anni che noi andavamo a giocare all’estero, andavamo per giocare a calcio, per fare la nostra partita. Cosa che nessun altra squadra aveva mai pensato di fare. I suoi allenamenti erano molto duri, ma la domenica si vedevano i risultati.”