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Lupi: "Orgoglioso di aver vinto il primo titolo della nuova proprietà. La nostra metologia funziona, ma di dico dove dobbiamo ancora migliorare"

ESCLUSIVA MN - Lupi: "Orgoglioso di aver vinto il primo titolo della nuova proprietà. La nostra metologia funziona, ma di dico dove dobbiamo ancora migliorare"
© foto di MilanNews.it
domenica 25 giugno 2017, 21:00ESCLUSIVE MN
di Pietro Mazzara

Sono passate poco meno di 48 ore dalla vittoria degli Allievi Under 16, che si sono aggiudicati il primo, storico, scudetto di categoria. Una cavalcata impressionante, quella dei 2001 milanisti, che nel corso delle settimane hanno messo in fila tutte le potenze del calcio giovanile italiano, eliminando Inter, Juventus, Atalanta, Genoa e, in finale, la Roma. Il condottiero, la guida, l’architetto di questa stagione strepitosa è stato Alessandro Lupi, con il quale abbiamo analizzato, a mente fredda, l’annata conclusasi con il primo trionfo della proprietà cinese del Milan.

Mister, era dal 2199 giorni che il Milan non vinceva uno scudetto nelle categorie giovanili. Sente di aver fatto qualcosa di importante?
“Sicuramente non sapevo di questi numeri, ma la soddisfazione è grande. Abbiamo coronato un lavoro condiviso da tutti, dai responsabili agli allenatori. Vincere, giocando con dei principi ben precisi non è facile, soprattutto formando dei ragazzi a 360 gradi”.

Finalmente anche la metodologia Milan, dopo aver sfornato giocatori pronti per il salto nei grandi, porta a casa anche un risultato sportivo.
“Si. È chiaro che per arrivare a vincere ci vuole un po’ di tempo. Giocare con delle nozioni come l’occupazione degli spazi, il riconoscimento della superiorità numerica, ci vuole un po’ di tempo. Tante squadre, invece, giocano sui nostri errori. Giocano su delle codifiche e non è semplice vincere in questi termini. Riteniamo che il nostro metodo sia quello giusto per far crescere i nostri ragazzi e farli diventare dei giocatori pensanti e protagonisti. Secondo noi il calcio si fa con la palla e di essere protagonisti con essa. Per noi, questo, è importante, difficile, perché dopo qualche anno di lavoro si vedono i risultati e questo scudetto potrebbe essere un grande segnale per il futuro”.

C’è un gusto speciale a vincere seguendo una strada ben precisa come la vostra?
“Dietro tutto questo c’è un lavoro importante e di sacrificio, mentale, tecnico e fisico. La soddisfazione è doppia. Noi vogliamo far imparare ai ragazzi a costruire calcio, non a distruggere”.

Ha realizzato quello che è successo e che una buona parte del merito è sua?
“Sicuramente è il proseguo di un cammino iniziato qualche anno fa, con un coordinamento. Con Brocchi che era uno dei protagonisti di questo progetto. Ma il team è formato da allenatori importanti e da coordinatori di livello. Questo deve essere un inizio”.

Fassone e Mirabelli in tribuna hanno assistito alla vostra vittoria. Lo sa che ha scritto una pagina di storia con il primo successo dalla nuova proprietà?
“Mi ha fatto grande piacere la loro presenza e i loro complimenti, perché Fassone e Mirabelli sono due dirigenti importanti e per noi è bello avergli dato la loro prima gioia a livello sportivo. Anche perché uno scudetto è sempre uno scudetto e noi siamo il Milan. Indipendentemente dalla categoria, siamo il Milan”.

Quanto è stata importante la presenza di Filippo Galli in questi giorni?
“Molto importante. Filippo è una grandissima persona oltre ad un grande dirigente. Devo ringraziare tutto il coordinamento, che mi ha dato la possibilità di crescere e formarmi. Devo fare un plauso a tutti, perché è un lavoro comune”.

Con la Roma hanno brillato Soncin, Brambilla, Basani e Tonin. A loro va un plauso particolare da parte sua?
“I nomi li ha fatti lei. Io parlo della squadra che ha dimostrato la voglia di esprimere la propria identità. Vedere dei ragazzi che giocano così, con queste nozioni, per un settore giovanile è un grande successo. I risultati finali ti danno autostima e voglia di andare avanti. Riuscire a dominare delle partite, giocando con questa modalità, che si vede solo ad alti livelli”.

Sul 3-2 si è arrabbiato con i suoi ragazzi o era convinto che sarebbe finita bene?
“La partita è stata preparata in maniera molto precisa. I ragazzi erano carichi, vogliosi di esprimere quello che hanno fatto fino ad ora. Sul 3-0 mi sono arrabbiato perché ho visto un rilassamento, perché dobbiamo migliorare nella mentalizzazione. Potevamo farla andare in discesa, invece per un po’ di superficialità abbiamo permesso ad una grande squadra come la Roma di rientrare in partita. Questi sono i punti sui quali dobbiamo migliorare”.