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Montanari: "I cinesi investiranno nel Milan, ma con tempi e modo loro. Anche lo Stato nella cordata"

ESCLUSIVA MN - Montanari: "I cinesi investiranno nel Milan, ma con tempi e modo loro. Anche lo Stato nella cordata"MilanNews.it
© foto di Stefano Porta/PhotoViews
giovedì 21 luglio 2016, 18:01ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

Entro 10 giorni, con ogni probabilità, verrà firmato il preliminare di cessione del Milan. Per parlare di questo e di numerose sfaccettature di questa trattativa, budget sul mercato compreso, abbiamo contattato Andrea Montanari, giornalista di MilanoFinanza.

Quali sono le ultime su questa trattativa, estenuante per tutti, parti in causa comprese?
"Si andrà a fine mese, i nomi sono quelli usciti in questi giorni ovvero quelli di Sonny Wu e Steven Zheng. Poi noi avevamo scritto già due mesi fa - e nessuno finora ha mai smentito - che all'interno del consorzio ci sarebbe stata la Kweichow Moutai, azienda di liquori quotata in borsa e controllata dallo Stato cinese. Di fatto è l'ingresso dello Stato all'interno della trattativa. Sappiamo che tra lunedì e martedì Berlusconi ha incontrato prima i vertici di Fininvest e la famiglia, poi anche i vertici di Forza Italia e anche nel secondo incontro si è parlato del Milan. Licia Ronzulli avrebbe infatti riproposto per l'ennesima volta la candidatura di Mr. Bee ma è stata rispedita al mittente. Berlusconi ha ribadito l'ennesimo ok, se ce ne fosse bisogno, alla cordata cinese".

Quali sono le motivazioni della possibile vendita del 100% al Milan, rispetto a una quota di maggioranza come invece si diceva inizialmente?
"Probabilmente c'è la volontà di staccare completamente in modo netto la spina da questa squadra. Rimanere al 20% potrebbe essere stato come il primo step dell'avvento di Thohir con Moratti che deteneva una quota di minoranza. Poi non conosci il signor Wu o Gancikoff, chiedi a Berlusconi un parere sul Milan e rischiano di uscire delle polemiche, come spesso successo dopo alcune dichiarazioni di Moratti. Probabilmente è un modo per non metterci neanche più il 20% se il Milan ne avesse bisogno".

Per quanto riguarda il budget sul mercato, cosa le risulta?
"Il piano è di 400 milioni in tre anni e non in due e non prevede lo stadio. Il problema è che si continua a slittare e mi sembra che la campagna acquisti del Milan sia in ritardo. Se si firma il 30-31 si perderebbero altri 10 giorni importanti. D'altro canto, anche l'Inter con la nuova proprietà Suning mi sembra che abbiano dei dubbi di mercato. C'è un tema molto grosso che secondo me non capiamo noi italiani. I cinesi ragionano a lungo termine e hanno un loro modo di pensare e fare business, che non è assolutamente il nostro. I cinesi hanno sempre tempi lunghi, riflessivi, non fanno cose di getto come poteva fare Berlusconi. C'è questo progetto di portare i mondiali in Cina, di formare milioni di ragazzi creando tantissime scuole calcio, è un progetto a lunga gittata. Magari il primo mercato vero sarà quello di gennaio, quando ci sarà stato il closing".

C'è comunque la volontà da parte di questa cordata cinese di investire nel rafforzamento della squadra?
"Sì, ma non è detto che lo facciano domani. Possono farlo a gennaio e l'anno prossimo. Non hanno bisogno di dimostrare nulla, non cercano popolarità. I cinesi hanno comprato altre aziende italiane, ma stanno dietro le quinte, non amano la visibilità. Può essere che non si siano voluti esporre con i nomi anche perchè aziende come Kweichow Moutai sono quotate in borsa".