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Pistocchi: “Milan, io non confermerei Montella. Le voci su Mancini sono vere. Mercato? Servono almeno 5 innesti di alto livello”

ESCLUSIVA MN - Pistocchi: “Milan, io non confermerei Montella. Le voci su Mancini sono vere. Mercato? Servono almeno 5 innesti di alto livello”MilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
giovedì 11 maggio 2017, 18:00ESCLUSIVE MN
di Enrico Ferrazzi

Per commentare il momento del Milan, le voci sul futuro di Montella e il mercato estivo del club di via Aldo Rossi, la redazione di Milannews.it ha contattato in esclusiva Maurizio Pistocchi, noto giornalista di Mediaset. Ecco le sue parole:

Il Milan non sta attraversando un periodo semplice. Cosa c’è secondo lei dietro il calo dei rossoneri nelle ultime settimane?

“Non è facile trovare le motivazioni dietro un rendimento che è calato a vista d’occhio nelle ultime settimane. Nelle ultime nove partite, il Milan di Montella ha raccolto appena 12 punti. La media è di 1,33 punti a partita, tutte quelle che lottano per non retrocedere hanno avuto una media più alta. Quindi come si fa a dare una giustificazione alle prestazioni del Milan parlando solo di qualità della rosa? C’è sicuramente qualcosa di più perché il Milan non ha una rosa da 1,33 punti a partita e inoltre non ha una rosa inferiore a Lazio e Atalanta. In questa squadra, sono mancate a mio avviso le idee: Montella è sempre stato un tecnico che privilegiava la fase offensiva a quella difensiva, ma quest’anno, dopo il crollo nelle prime partite, ha abbassato notevolmente il baricentro della squadra. In questo momento, il Milan è irriconoscibile, contro la Roma i rossoneri non sapevano cosa fare sia con il pallone tra i piedi che in fase di non possesso. È una squadra che è andata in confusione e che non ha più chiarezza di idee. Credo che in questo possano aver inciso anche i rumors sul cambio dell’allenatore, le polemiche societarie e la poca chiarezza intorno alla cessione del club. Quindi credo che dietro il calo delle ultime settimane ci siano più cause che hanno portato ad un rendimento scadente del Milan. Il vero interrogativo che il tifoso milanista deve porsi è il seguente: basta tutto ciò per giustificare il rendimento del Milan nel girone di ritorno? Io credo di no, anche perché ci sono società che hanno problemi gestionali come quelli della società rossonera, ma ottengono comunque risultati positivi. Secondo me c’è un progetto tecnico che va ripensato e c’è la necessità di una rifondazione dal punto di vista tecnico”.

Da un punto di vista tecnico, quali sono i problemi del Milan?

“Domenica nel post-partita, in base a quanto ho visto nella gara contro la Roma, ho detto che se avessi dovuto trovare qualche giocatore del Milan da confermare per la prossima stagione avrei detto solo Donnarumma. Il compito che attende Fassone e Mirabelli è davvero improbo. Alla società Milan e ai tifosi dico quindi che il punto di partenza non può non essere la guida tecnica, ci deve essere un allenatore con le idee chiare che sappia dare una chiara impronta di gioco ai suoi giocatori. Abbiamo visto quello che ha fatto Sarri al Napoli, dove ci sono pochi giocatori che giocherebbero titolari in un top-club, forse l’unico è Mertens. Il Napoli ha fatto un grande campionato e gioca bene perché ha un’idea chiara di gioco. Quindi il primo passo del nuovo Milan deve essere la scelta dell’allenatore: se si vuole ripartire da Montella, bisogna analizzare il rendimento di quest’anno e poi prendere una decisione, costruendo poi una squadra in base alle sue idee. Se invece c’è l’idea che con questa rosa si poteva fare meglio in questa stagione, allora bisogna andare a trovare un allenatore in grado di ridare al Milan un progetto di gioco”.

Al posto del Milan confermerebbe Montella?

“E’ una domanda piuttosto difficile, ma la mia risposta è no. Non confermerei Montella perché nella seconda parte del campionato i risultati sono stati troppo mediocri, ma soprattutto il gioco è stato troppo mediocre. Ho visto un Milan in difficoltà in quasi tutte le partite, sono state poche le gare in cui questa squadra ha fatto bene. Posso accettare che vada in difficoltà con la Juventus o l’Inter, ma non posso accettare che soffra contro l’Empoli o che non perda punti in casa del Pescara. Quindi io ripartirei da un progetto tecnico diverso. La società deve poi comunicare ai suoi tifosi per rivedere un Milan all’altezza della situazione non può bastare un anno. Io ripartirei investendo soprattutto su giocatori italiani di prospettiva, non ce ne sono tanti, ma qualcuno ce n’è. Servono giocatori funzionali al progetto tecnico a cui vanno aggiunti elementi più esperti. Leggo spesso per esempio il nome di Fabregas accostato al Milan: ecco, lo spagnolo mi piace molto, è un giocatore completo che in rossonero farebbe benissimo. Oltre che a livello tecnico, è un calciatore di grande personalità, basti vedere come ha reagito quest’anno alle difficoltà al Chelsea quando Conte non lo faceva giocare, si è dimostrato un grande professionista”.

In queste settimane, il nome di Roberto Mancini è stato spesso accostato alla panchina rossonera. Come commenta questi rumors?

“Tutte le mie fonti dicono che le voci su Mancini sono vere. È un allenatore che piace sia alla vecchia che alla nuova proprietà, quindi c’è sicuramente del vero. Non va poi dimenticato che Fassone e Mirabelli lo conoscono molto bene”.

Quali profili di giocatori deve cercare il Milan sul mercato?

“Bisogna guardare innanzitutto alla persona e al professionista. Il Milan di fine anni ’80 e inizi anni ’90 è stato grande perché aveva in rosa gente come Baresi, Maldini, Tassotti e Donadoni, cioè tutta gente affidabile sulla quale potevi mettere la mano sul fuoco. Questi sono i giocatori che il Milan deve prendere per ricostruire una grande squadra. Servono professionisti e persone serie che sanno quando ci si può divertire e quando no. Per costruire una squadra seria servono persone serie”.

Sul mercato quali sono secondo lei le priorità del Milan?

“Tutto parte dall’allenatore perché in base al tecnico si scelgono i giocatori. Come ho detto prima, dei calciatori che ho visto domenica sera contro la Roma confermerei il solo Donnarumma. Il Milan deve essere ricostruito ripartendo da qualche punto fermo, come per esempio Bonaventura, che è un giocatore su cui si può fare affidamento in quanto ha sia qualità che quantità. A questa squadra manca un vero e proprio regista: Locatelli è molto giovane, è un buon giocatore che però non ha fatto quel salto di qualità che tutti si aspettavano. Quindi sicuramente servirebbe un innesto importante in mezzo al campo, ci sono tanti giocatori da Milan in giro, magari inventandosi qualcosa come aveva fatto Mazzone con Pirlo al Brescia. Per fare un nome, ad esempio, io ho seguito molto quest’anno Barella del Cagliari, che a Como faceva il trequartista, in Sardegna è stato schierato da mezzala, ma sono convinto che potrebbe fare molto bene anche davanti alla difesa perché ha forza, gamba e qualità. A questo Milan, servono poi rinforzi anche sulle fasce, dove De Sciglio ha dimostrato scarsa personalità. In parole povere, questa è una squadra che va ricostruita con almeno 5 acquisti di alto livello che non vanno assolutamente sbagliati perché se si sbagliano acquisti quest’anno il Milan rischia di finire in una crisi non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello gestionale visto che già il 2016 è stato chiuso con una perdita di bilancio di 75 milioni di euro. E tenendo conto di quanto ha speso per comprare il Milan e quanto intende investire in estate, la nuova proprietà non può assolutamente fare degli errori nella campagna acquisti. Questa squadra va ricostruita con grande attenzione e cura, servono giocatori funzionali con il progetto tecnico: se si vuole andare avanti con il 4-3-3, si può confermare qualche giocatore in più, come per esempio Suso, mentre se si vuole tornare al trequartista, lo spagnolo può essere adattato in quel ruolo, anche se non mi convince molto in quella zona di campo. Bisogna mettere in mano il Milan ad un grande allenatore perché in questa stagione, con questa rosa, la formazione rossonera ha ottenuto, a mio parere, meno di quello che poteva fare. Dimentichiamoci per un attimo della Supercoppa, trofeo tra l’altro è stato alzato dopo aver battuto la Juventus ai calci di rigore che come tutti sappiamo sono sempre un terno al lotto: noi dobbiamo guardare al campionato in tutta la sua interezza e dal punto di vista dei risultati e del gioco questa squadra è stata molto inferiore alle aspettative e alle sue possibilità”.