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Prati: "Fa male vedere il Milan così. Berlusconi è troppo innamorato del club per cederlo"

ESCLUSIVA MN - Prati: "Fa male vedere il Milan così. Berlusconi è troppo innamorato del club per cederlo"MilanNews.it
© foto di Stefano Porta/PhotoViews
mercoledì 21 gennaio 2015, 18:30ESCLUSIVE MN
di Thomas Rolfi

L’ex attaccante del Milan, Pierino Prati, ha parlato ai microfoni di MilanNews.it del momento di crisi che sta affliggendo i rossoneri e di quali siano i problemi da risolvere all'interno della squadra.

Da cuore rossonero, quanto le fa male vedere il Milan in questa situazione?
"Davvero molto. Tutti noi tifosi milanisti siamo increduli nel vedere un Milan in queste condizioni, soprattutto nelle ultime 3 partite di campionato che sono state qualcosa di allucinante. Credo che durante l'anno sia concesso sbagliare una, al massimo due partite in questo modo. Non c'è niente che va bene in questo momento: non c'è gioco, non c'è condizione fisica: è una squadra allo sbaraglio. C'è qualcosa che non quadra, perchè gli incidenti di percorso son diventati troppi. Siamo una squadra lenta, non aggressiva. Io vorrei vedere un Milan di carattere. Perchè non andiamo mai a conquistare la palla nella metacampo avversaria? In questo modo quando recuperiamo palla dobbiamo fare ogni volta 70 metri di campo e quando trovi una squadra chiusa diventa difficile trovare lo spazio giusto per segnare. La cosa che mi fa male è non vedere una reazione nervosa nella squadra. Anche io nella mia carriera ho avuto delle disfatte incredibili, ma dopo una sconfitta bruciante, c'era sempre una reazione emotiva da parte nostra. Quando c'è stata Torino-Milan non sono riuscito a vederla tutta in tv. A 10 minuti dalla fine non ce l'ho fatta. Pur essendo in inferiorità numerica, ero troppo amareggiato nel vedere il Milan rinunicare a giocare completamente".

Secondo lei, quali sono le cause di questa crisi?
"Da osservatore esterno non me la sento di dire cosa manchi. Sicuramente è mancato troppo e quando c'è una situazione del genere le cause sono sicuramente molteplici. Non siamo una squadra costruita per lo Scudetto ma neanche per navigare a metà classifica in questo modo. E' strano quello che è successo da dopo le due partite giocate bene contro Roma e Napoli. Le ultime due sconfitte consecutive a San Siro contro Atalanta e Sassuolo sono apparentemente inspiegabili. Una volta, quando le 'piccole' venivano a San Siro, partivano già mentalmente con uno o due gol al passivo, perchè erano spaventati dallo stadio, dal tifo e dagli stessi giocatori del Milan. Ora mi sembra che sia più facile fare risultato nel nostro stadio e questo non deve accadere a una grande squadra".

Quali sono le responsabilità, se ce ne sono, del tecnico?
"L'allenatore fa parte di tutta questa situazione, non è esterno. Pippo ha grandissimo entusiasmo è un serio professionista, ma il ruolo di allenatore è molto diverso da quello di giocatore. E' chiaro che l'esperienza se la farà, però in questo momento deve analizzare la situazione con attenzione cercando di capire cosa si è rotto e ripartire dalle ultime due partite del 2014. La squadra può giocare bene, l'ha dimostrato. Pippo deve decidere il progetto di squadra e come far giocare gli uomini in campo e continuare su quella strada, non continuando a cambiare. E' il Milan e deve giocare sempre per vincere, soprattutto in casa. Questa mentalità devono averla anche i giocatori, capendo che non sono in una società qualunque e onorare la maglia che indossano. Devono tutti farsi un esame di coscienza".

Massimo Ambrosini, non più tardi di ieri, ha dichiarato che Menez non deve impuntarsi nel ruolo di prima punta. Uno come lei, con un passato da grande attaccante, cosa ne pensa?
"Sono d'accordo. Io trovo che per una squadra come il Milan sia fondamentale avere un punto di riferimento davanti, una prima punta vera e propria. Innanzitutto anche solo per una questione realizzativa, è importantissimo avere qualcuno là davanti che segni, anche con le palle sporche. E Menez non credo che sia uno abituato a segnare tanti gol, basta guardare la sua carriera. Poi certo, quest'anno ha una buona media realizzativa, anche grazie ai rigori, ma non è quel giocatore che può dare una mano ad uscire dalla nostra difesa. Il Milan ha giocato bene nelle partite dove ha potuto giocare di rimessa, perchè ha sfruttato il contropiede. Può essere una soluzione di gioco quando si incontrano le squadre più forti, ma non con le 'piccole'. Altimenti, appena gli avversari si arroccano in difesa, la manovra diventa lenta e prevedibile. A me sembra che i giocatori non abbiano un modulo di gioco ben memorizzato in testa. Io quando giocavo, sapevo cosa faceva Rivera o Sormani. Questo può permetterti di conoscere quali movimenti sono funzionali alla squadra. Una cosa che al Milan odierno manca palesemente".

In mattinata si sono sparse delle voci, poi smentite, di un Berlusconi intenzionato a vendere il club. Lei cosa ne pensa?
"Io non ci credo. Ciclicamente sono voci che quando ci sono questi momenti di difficoltà servono a riempire le pagine dei giornali, ma credo proprio che sia un'ipotesi priva di fondamento. La famiglia Berlusconi è innamorata del Milan, l'ha portata sul tetto del mondo, vincendo tantissimo e dimostrando competenza. Non penso voglia cedere il club a qualcun altro. Credo che in un momento difficilissimo come quello che sta attraversando il calcio italiano faranno di tutto per cercare di far tornare sottiso al tifoso che esce dallo stadio. Io sono andato due volte a San Siro in questa stagione. In una di queste, nella sconfitta contro il Palermo a San Siro, mi è venuta tristezza. Vedere una squadra come i rosanero che dominano a San Siro, con i rossoneri che erano in completa difficoltà, è una cosa che amareggia. E come me, penso tutti quelli che vogliono il bene del Milan".