MN - Tra dame misteriose e progetti di offerta, i cinesi in pressing sul Milan: le ultime

MN - Tra dame misteriose e progetti di offerta, i cinesi in pressing sul Milan: le ultimeMilanNews.it
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mercoledì 6 maggio 2015, 00:35ESCLUSIVE MN
di Pietro Mazzara

Silvio Berlusconi è riuscito ad ottenere quello che voleva fin dal principio: un’asta per entrare nel Milan. Da grande imprenditore qual è, l’ex Cavaliere ha saputo dare fondo alle sue doti di contrattatore e di uomo d’affari ed ha ottenuto una vera e propria doppia pista di soggetti interessati ad entrare a far parte del club rossonero. La società di via Aldo Rossi, infatti, rappresenta per Berlusconi un vero e proprio affare di cuore, che lo ha portato, nella notte tra venerdì 1 e sabato 2 maggio, a cambiare le carte in tavola con Bee Taechaubol. Si, perché proprio dopo lo scoccare della mezzanotte, quando mister Bee si sentiva il padrone del Milan, è arrivata la telefonata che ha fatto saltare il banco nella quale Berlusconi comunicava al broker thailandese che non era più intenzionato a vendere la maggioranza. I motivi sono molteplici, tra i quali il blitz dell’esponente del governo cinese, che ha chiesto e ottenuto udienza ad Arcore e che, fin da subito, è stata ritenuta un’interlocutrice affidabile e seria, dopo che le verifiche effettuate dai legali di Fininvest hanno fatto scattare, in maniera immediata, il semaforo verde. È lei, dunque, la dama del mistero che domenica si è aggirata curiosa e attenta tra Milanello, San Siro e Casa Milan ed è lei che fa parte dell’advisor del magnate Zong Quinghou, ovvero l’esponente principale di una delle due cordate cinesi interessate al Milan.

INTERESSE CONCRETO - Il piano di Zong ve lo abbiamo anticipato qui su MilanNews.it in anteprima e in esclusiva in più occasioni. Il tycoon di Hangzhou gode di ottimi rapporti con il governo cinese, tanto è vero che sarebbe stato “scelto” dal presidente Xi Jinping come il capofila di un investimento che potrebbe portare grandi benefici al mercato cinese. Il Milan, infatti, è uno dei brand più forti nel paese sotto il governo di Pechino, e viene visto come il giusto viatico per portare avanti il progetto di sviluppo del calcio in Cina. Ma a quali condizioni trattano i cinesi di Zong appoggiati dal governo? Prima di rispondere questo quesito è giusto dire come hanno agito, nelle ultime due settimane, gli uomini di Zong e non solo. Dopo il vertice a Hangzhou tra un manager Fininvest, i manager del magnate e gli esponenti del governo cinese, è cambiato il luogo delle discussioni, che è passato dall’estremo oriente al cuore della Lombardia, in quanto da giorni gli uomini di Zong sono a Milano e qui hanno tenuto dei rapporti concreti con chi di dovere per il Milan.

A FARI SPENTI – A differenza di Bee Taechaubol, che non ha fatto nulla per nascondersi se non entrare e uscire dagli ingressi secondari del Park Hyatt di Milano, i cinesi sono rimasti nell’ombra e hanno studiato anche la sensibilità di Berlusconi e hanno capito che, per lui, il Milan non è un’azienda come le altre. Proprio per questo hanno studiato un’offerta che potrebbe far vacillare Silvio: ingresso al 30-35% con investimenti immediati nella squadra (occhio alla Doyen) con un’opzione call che gli permetterebbe, nell’arco di massimo cinque anni, di entrare in possesso della maggioranza. A garanzia di tutto questo non una, ma ben tre banche d’affari, tra le quali la Banca popolare cinese, ovvero l’istituto di credito della nazione. Mica pizza e fichi. La partita è ancora lunga da giocare, ma i cinesi sono in pressing e Bee, che a Bangkok sta studiando le nuove carte, dovrà trovare una nuova strada per evitare il sorpasso firmato Hangzhou.