...Fra le tante voci sul futuro manca quella più importante

...Fra le tante voci sul futuro manca quella più importanteMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
giovedì 11 ottobre 2012, 21:00Focus On...
di Emiliano Cuppone

Il Milan agli arabi. No, scusate, il diavolo impara il russo. No no, fermi tutti, arriva un “carico di cioccolata” a regalare nuova linfa e buonumore ai tifosi rossoneri. Scusate, ci eravamo sbagliati, il Milan cede parte delle suo quote ad investitori esteri, che giungano dal medio oriente o dal freddo della Siberia poco importa, ciò che conta è che investano e garantiscano l’approdo del filosofo catalano, da sempre pupillo del presidente.
Quante voci negli ultimi mesi intorno al Milan, al suo futuro, al suo assetto societario, ai cambi di vertice e di panchina, conferme e susseguenti smentite, opinioni pro e contro, chiunque dice la sua su un diavolo che si sente tirare di qua e di la, ma all’appello manca qualcuno, la voce più autorevole, quella di Silvio Berlusconi.
Un intervento chiarificatore del presidente “onorario” è stato invocato a più riprese dagli appassionati, da chi vuole capirci qualcosa in più e decidere se continuare a combattere con i detrattori o mettersi l’anima in pace. Conferma a Galliani a parte (atto dovuto ed atteso, dopo le voci che volevano l’ad rossonero fuori dalle grazie presidenziali dopo 30 anni di collaborazione), l’ultima volta in cui il presidentissimo ha parlato di Milan risale alla fine di giugno, quando il numero uno rossonero affermò sicuro che Thiago Silva ed Ibrahimovic non avrebbero lasciato Milanello.
Preferiremmo dimenticare quell’aneddoto, ci eravamo fidati delle sue parole e ci sentivamo al riparo da nuovi attacchi degli sceicchi ai nostri gioielli (lo facemmo anche nel gennaio del 2007, salvo poi scontrarci con la dura realtà qualche mese più tardi). Probabilmente, o quasi sicuramente, qualcosa è successo da quel momento al 18 luglio, la data in cui tutto è cambiato per il Milan, la data in cui nessuno ci ha spiegato il perché di un mutamento di rotta di tale portata.
Da quel momento il silenzio presidenziale, reso ancor più assordante dalle tante, troppe chiacchiere sul futuro del diavolo, spesso rivelatesi bufale o mezze verità. Continuiamo a non capacitarci di questo stato di cose, di come sia possibile che nessuna indicazione arrivi dal vertice, lasciando i naufraghi del tifo rossonero nel pieno di una tempesta mediatica e tecnica, con una squadra sempre sotto i riflettori delle critica. Continuiamo ad esortare, speranzosi, un intervento dall’alto, volto quantomeno ad illuminare il futuro del Milan, per capire quali possano essere le aspettative su di una squadra che non offre alcuna certezza. Siamo confusi da segnali contrastanti che giungono da ogni dove. Da un lato vediamo una società che risparmia e cede i suoi pezzi più pregiati, ci sentiamo ripetere che il Milan ha un progetto giovane volto al contenimento dei costi ed una gestione sostenibile. Dall’altro si paventa l’ingresso di non meglio specificati investitori, pronti a rilevare una quota societaria, gettare vagonate di denaro nel Milan, il tutto senza acquisire alcuna leadership. Si vocifera poi, con una certa insistenza, di un avvicinamento costante a Guardiola il quale si presenterebbe a Milanello con in dote un budget di 80 milioni per gli acquisti, con Silvio Berlusconi pronto a tutto pur di accontentare il suo pupillo.
Ad essere sinceri cominciamo a capirci ben poco, siamo nell’impossibilità di poter stilare programmi e fare pronostici, tanto sul campo, dove la squadra non offre alcuna garanzia, quanto e soprattutto sugli anni a venire, per i quali non è dato sapere quale siano le intenzioni reali della società e del suo leader indiscusso. Ci scuserete se ci limitiamo a fare la cronaca degli eventi che ci vengono proposti, dei segnali, per quanto contrastanti, che arrivano da ogni dove, se proviamo a fare analisi e ragionamenti senza poter garantire la certezza di quest’ultimi. Continuiamo ad invocare un chiarimento dall’unica persona che potrebbe fornircelo, provando a cogliere segnali da ogni piccolo movimento, ma con la consapevolezza di dover prendere tutto con il beneficio d’inventario.

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