Amelia a Libero: “Con Seedorf il Milan aveva regole e disciplina, che errore mandarlo via. La lite con Bonera? È vera, ecco cos’è successo”

Amelia a Libero: “Con Seedorf il Milan aveva regole e disciplina, che errore mandarlo via. La lite con Bonera? È vera, ecco cos’è successo”MilanNews.it
© foto di ALBERTO LINGRIA/PHOTOVIEWS
lunedì 26 ottobre 2015, 14:13Gli ex
di Enrico Ferrazzi

Marco Amelia, ex portiere del Milan ora al Chelsea, ha rilasciato una lunga intervista a Libero nella quale ha parlato anche dei suoi anni al Milan. Ecco le sue parole:

Sul periodo con Allegri: “Arrivo al Milan nel 2010, ci resto fino al 2014. Mi chiama Galliani. Le cose per me non vanno bene fin dall’inizio, per giocare devo sperare nell’infortunio di Christian (Abbiati ndr), per un periodo sono anche titolare ma poi Allegri mi esclude senza motivo. Con lui non c’è dialogo, voglio essere ceduto ma Galliani mi chiede di restare. A gennaio 2014 decido di andar via ma ricevo una telefonata di Seedorf che mi dice: ‘Sono il nuovo mister del Milan, resta’. Non ci penso due volte, Clarence per me è un maestro, uno dei più grandi di sempre”.

Su Seedorf: “Se alcuni miei compagni sono andati da Berlusconi a chiedere l’esonero di Clarence? Io e Kakà leggiamo questa cosa sui giornali, chiediamo spiegazioni nello spogliatoio. Gli interessati ci rispondono ‘non è vero’ e finisce lì. Fosse vero sarebbe una schifezza, io che con Allegri non avevo rapporti non mi sono mai sognato di ostacolarlo. Sostituire Seedorf a fine stagione è stato un grave errore. Con Seedorf il Milan aveva regole e disciplina. Lo hanno fatto passare per ‘grottesco’, il mister che voleva allenarsi al pomeriggio per dormire al mattino, ma la verità era un’altra: voleva togliere certe ‘comodità’ alla rosa. Se ti alleni al mattino poi hai tutto il giorno libero...”.

Sulla lite con Bonera: “E’ vera. Dopo una giornata a Casa Milan io e El Shaarawy ci fermiamo a firmare autografi con i tifosi. Gli altri salgono sul pullman. Un dirigente mi chiede di convincere la squadra a scendere. Qualcuno mi risponde ‘non ho voglia’. Poi lo stesso dirigente invita tutti a darsi una mossa. Tornati sul pullman sento delle battute che non mi piacciono, tra me e Daniele volano parole grosse, non ci vedo più e lo colpisco. I compagni mi bloccano, altrimenti ne avrei colpiti molti di più. C’erano 400 tifosi che per farsi una foto con noi hanno preso il permesso dal lavoro, ci vuole rispetto. Io cocco di Seedorf? Il problema non è quello, con Daniele la questione era finita lì. La cosa inaccettabile è stata trovare questa storia sui giornali. Se in uno spogliatoio ci sono le talpe non si va lontano”.