Ancelotti su Istanbul 2005: “E’ stata la miglior finale che abbia mai giocato, non festeggiammo negli spogliatoi durante l’intervallo”

Ancelotti su Istanbul 2005: “E’ stata la miglior finale che abbia mai giocato, non festeggiammo negli spogliatoi durante l’intervallo”MilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 25 maggio 2016, 17:17Gli ex
di Enrico Ferrazzi

Intervistato da goal.com, Carlo Ancelotti è tornato a parlare della finale di Istanbul del 2005: “Ci sono state molte congetture riguardo la finale del 2005 ed è vero che eravamo contenti perché avevamo giocato molto bene nel primo tempo, ma eravamo concentrati anche per giocare la ripresa. Non festeggiammo negli spogliatoi durante l’intervallo, come invece tante persone hanno affermato. Parlai con i giocatori per tre o quattro minuti dicendogli di rimanere concentrati per far sì che giocassero il secondo come avevano fatto nel primo. Ho riguardato quella partita, ma solo il primo tempo perché nel secondo ho rotto al tv. Ci furono solo sei minuti in cui giocammo bene e per me fu impossibile cambiare qualcosa. Molte persone mi hanno detto che avrei potuto cambiare qualcosa, ma non fu possibile. Quando subimmo il primo gol pensai ‘Cosa sta succedendo?’, ma non ebbi tempo di far nulla perché loro segnarono velocemente anche il secondo gol e poi il terzo. Dopo che la squadra riprese a giocare, apportai alcuni cambiamenti in vista del finale di gara, facendo solo delle sostituzioni per avere in campo giocatori freschi, ma fu impossibile fare dei cambiamenti in quei sei minuti. Ho giocato tante finali da allenatore e quella fu la miglior finale che abbia mai giocato. Non quella di Manchester, né quella di Atene o di Lisbona, ma quella di Istanbul.

La squadra giocò molto bene, non solo nel primo tempo dove stavamo vincendo per 3-0, ma anche nella ripresa e nei supplementari. Avemmo tante occasioni per vincere la partita prima dei rigori. Quando però arrivammo ai calci di rigore fu impossibile vincere. I giocatori non erano più lucidi. Continuavamo a pensare come fosse stato possibile che, dopo aver giocato così bene, la finale dovesse essere decisa ai rigori. Non avevamo più la testa giusta per calciare i rigori, per questo perdemmo. Avevamo alcuni ottimi rigoristi, ma in situazioni come quella non si deve pensare tanto alla tecnica, occorre pensare solo all’aspetto psicologico. Non ci si può allenare per la lotteria dei calci di rigore, perché non si può ricreare l’atmosfera e la pressione che si hanno in quei momenti. Se sei tranquillo e sicuro puoi calciare il rigore e segnare, se non lo sei allora è impossibile”.