Gullit racconta: “Sacchi era un allenatore unico, Van Basten grande attaccante. A Belgrado nel 1988…”

Gullit racconta: “Sacchi era un allenatore unico, Van Basten grande attaccante. A Belgrado nel 1988…”MilanNews.it
© foto di Balti Touati/PhotoViews
martedì 24 gennaio 2017, 11:46Gli ex
di Enrico Ferrazzi

Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l’ex rossonero Ruud Gullit ha ricordato così i suoi anni nel Milan di Sacchi: “Vi racconto di Belgrado, ottavi di Coppa dei Campioni, novembre 1988. Il mio fisioterapista personale arriva con un aereo privato e mi tratta per risolvere un problema muscolare. Io provo a correre nei corridoi dell’albergo e lui dice che posso giocare, ma solo 45-50 minuti. Questo però lo sapete. In campo Donadoni prende quel colpo e gli altri pensano sia quasi morto. All’intervallo negli spogliatoi sentiamo un annuncio con l’altoparlante in slavo, poi i fischi del pubblico. Quando l’altoparlante ripete in italiano, capiamo: lo speaker ha detto che Donadoni è fuori pericolo e i tifosi hanno fischiato questo. Ci ha dato una rabbia, una carica, abbiamo vinto anche per questo. Alla fine, quando un loro dirigente è venuto sul nostro bus per scusarsi, lo abbiamo mandato via. Sacchi era avanti, un maestro dell’organizzazione. Il segreto è ripetere gli esercizi in allenamento.

Noi attaccavamo in 11 contro 6, con solo i quattro difensori e i due centrocampisti centrali, e non facevamo mai gol. Poi Sacchi toglieva i due centrocampisti e non segnavamo neanche 11 contro 4: quella difesa era organizzatissima, potevi solo tirare da lontano. Sacchi era un allenatore unico. Quando sono andato alla Samp c’era Eriksson. Pareggiavamo 1-1 e lui: ‘Bravi ragazzi, avete fatto il massimo, la prossima volta andrà meglio’. Io sentivo e... ‘Che cosa?’. Con Sacchi, dopo un 1-1, erano discussioni per una settimana. Che cosa aveva Gullit più di Rijkaard e Van Basten? I capelli! Marco era un grande attaccante, egoista come un attaccante deve essere. Frank più riservato, ma per noi aveva anche umorismo. Il più talentuoso però era Maradona e il più matto Seba Rossi, il pescatore”.