Ibrahimovic, 14esima eliminazione. In Champions un flop dopo l'altro

Ibrahimovic, 14esima eliminazione. In Champions un flop dopo l'altroMilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 22 aprile 2015, 23:45Gli ex
di Enrico Ferrazzi
fonte di Raimondo De Magistris per TMW

Con la sconfitta di ieri al Camp Nou Zlatan Ibrahimovic ha salutato per la 14esima volta la Champions League da sconfitto. Il primo anno, con lo svedese poco più che ventenne, l'Ajax salutò la competizione ancor prima di entrare nella fase a gironi, mentre nelle 13 successive edizioni il centravanti di Malmö ha sempre giocato almeno le sei gare successive, ma non è mai riuscito ad andare oltre le semifinali.
Il dato è anomalo perché negli ultimi 15 anni Ibra ha fatto man bassa di trofei. In Italia solo in una circostanza col Milan non è arrivato a maggio in vetta e nel resto d'Europa il trend è praticamente identico dopo qualche passo falso agli esordi in Eredivisie.
La Champions, invece, per uno degli attaccanti più forti e determinanti degli ultimi anni da piacevole sogno s'è ben presto trasformata in tabù. E adesso è quasi un incubo per un giocatore che dinanzi alle grandi vetrine europee ha sempre deciso di fermarsi e aspettare fuori.
Nella serata di ieri l'ennesima dimostrazione di impotenza. Dopo aver saltato la gara d'andata per squalifica lo svedese era chiamato a trascinare la squadra in Catalogna. Qualificarsi dopo l'1-3 dell'andata era quasi impossibile, ma fare bella figura no. E Ibra avrebbe dovuto orchestrare il riscatto. Al Camp Nou però non è accaduto nulla di ciò. Per lo svedese sono fioccati molti più cinque in pagella che occasioni. Ha provato senza riuscire a far salire la squadra, ha provato a incidere ma senza risultati.

Un problema ricorrente per uno straordinario centravanti che è abituato a fare tutto da solo e va in difficoltà quando ha di fronte a sé avversari di pari o superiore livello.
Per lui s'è chiusa una delle peggiori avventure europee di sempre con due sole reti realizzate. Un calo netto rispetto alla passata stagione quando per la prima e finora unica volta raggiunse la doppia cifra. Dominò la fase a gironi e segnò una doppietta anche agli ottavi contro il Bayer Leverkusen. Poi ai quarti col Chelsea giocò solo la gara d'andata e al ritorno i parigini salutarono la competizione nonostante il 3-1 conquistato nei primi 90 minuti.
Scarso feeling con la competizione ma non solo. C'è anche una grossa dose di sfortuna. Perché Ibra per quanto dimostrato avrebbe eccome meritato una coppa dalle grandi orecchie, ma a volte il trionfo non è arrivato anche a causa delle scelte estive. Nel 2009 lascia l'Inter per accasarsi al Barcellona che la Champions l'aveva appena vinta e nel 2010 a vincere la massima competizione furono i nerazzurri, che in semifinale ebbero la meglio proprio dei catalani. Ibra giocò dal 1' entrambe le gare, ma risultò per Guardiola più un problema che una risorsa.
Tornerà in Italia un anno dopo, sempre a Milano ma nel club rossonero. Quel Milan, però, non era più quello di qualche anno addietro, capace di trionfare due volte in cinque anni, e nemmeno l'arrivo dello svedese riuscì a risollevare la squadra meneghina in Champions. Anche perché con Ibra nelle gare europee decisive è sempre stata la solita storia.