25 ottobre 1987- 25 ottobre 2017, Verona punto di svolta?

25 ottobre 1987- 25 ottobre 2017, Verona punto di svolta?MilanNews.it
© foto di Chiara Biondini
lunedì 23 ottobre 2017, 14:24L'Avversario
di Giuseppe Bosso
Al Bentegodi 30 anni dopo la vittoria-chiave per Sacchi

Per una singolare coincidenza il Milan mercoledì 25 ottobre si troverà a scendere in campo in uno stadio storicamente non proprio benevolo ad esattamente 30 anni di distanza da una gara che rappresentò una svolta non solo di un singolo campionato ma probabilmente di un intero ciclo.

Arrigo Sacchi non se la passava meglio di quanto oggi succede a Vincenzo Montella prima di quel 25 ottobre 1987: alla sua prima stagione in serie A dopo cinque giornate il tecnico di Fusignano, alla guida del secondo Milan berlusconiano, rinforzato in estate dagli acquisti degli olandesi Gullit e Van Basten, di Ancelotti e di Angelo Colombo, aveva racimolato appena sei punti (all’epoca la vittoria ne portava due); dopo il convincente esordio di Pisa dove i due fuoriclasse tulipani erano andati a segno i rossoneri erano riusciti a imporsi solo nel match casalingo con l’Ascoli, perdendo a San Siro contro la Fiorentina e rimediando due poco convincenti pareggi a Cesena e a Genova contro la Sampdoria, match in cui Van Basten rimedia un grave infortunio che l’avrebbe tenuto lontano dai campi fino alla primavera successiva; le cose non andavano meglio in Coppa Uefa, dove superato il primo turno in rimonta contro lo Sporting Gijon la sconfitta sul neutro di Lecce contro l’Espanol di pochi giorni prima aveva praticamente compromesso l’avventura europea che il Milan aveva guadagnato superando i blucerchiati in un duro spareggio con Fabio Capello in panchina. E proprio la sconfitta contro i catalani per gran parte della critica che aveva accolto mister Arrigo con diffidenza e scetticismo sembrò essere campana a morto per un esonero che per i più ottimisti tra i detrattori sarebbe arrivato entro Natale. La classifica in quel momento vede il Napoli di Maradona campione in carica già in fuga con quattro vittorie in campo e una a tavolino rimediata a Pisa alla terza giornata, distanziare le inseguitrici, tra le quali sono davvero in pochi a scommettere sulle probabilità milaniste di insidiare il trono dei partenopei.

Tutto questo mentre la compagine rossonera si avviava a disputare un difficile match esterno contro una delle squadre più ostiche di quello scorcio degli anni ’80, l’Hellas Verona di Osvaldo Bagnoli, appena due anni prima sorprendente campione d’Italia, squadra forte e solida che poteva contare ancora su alcuni dei protagonisti del tricolore come il bomber danese Elkjaer e i difensori Volpati e Fontolan, oltre che su elementi validi come l’ex rossonero Vinicio Verza e Beppe Volpecina, campione d’Italia con il Napoli nella stagione precedente.

Trasferta insidiosa, che al tifoso rossonero inevitabilmente riportava alla memoria la famigerata sconfitta del 20 maggio 1973 costata lo scudetto al Milan di Rocco, su un campo dove la vittoria per i colori rossoneri non arrivava dall’anno della stella, 1978-79, e che nelle ultime due annate aveva visto il Milan guidato da Liedholm rimediare altrettante sconfitte.

La sensazione diffusa è che un ennesimo k.o. in terra scaligera avrebbe comportato l’esonero di Sacchi; ma Silvio Berlusconi, più che mai schierato dalla parte dell’allenatore che l’aveva conquistato espugnando due volte San Siro nella precedente edizione della Coppa Italia, è molto chiaro con i giocatori alla vigilia della sfide del Bentegodi: “lui rimarrà con noi anche l’anno prossimo, voi non so”.

E la squadra recepisce il messaggio presidenziale, affrontando i gialloblù a testa alta: Gullit, ormai prossimo alla conquista del Pallone d’Oro è superlativo quel giorno; solo la splendida giornata di grazia dell’estremo difensore gialloblù Giuliano Giuliani (destinato a conoscere un breve momento di gloria nel biennio seguente al Napoli, con cui vincerà Coppa Uefa e scudetto prima di vedere mestamente eclissare la sua parabola sportiva e umana, tragicamente conclusa nell’autunno 1996 per colpa dell’Aids) evita al Verona una sconfitta ben più consistente dello 0-1 che matura in conclusione del primo tempo quando Virdis infila in rete un preciso corner battuto da Evani.  La gara è diretta da Rosario Lo Bello, lo stesso Lo Bello che due anni dopo sarà sinistro e negativo protagonista di un altro Verona-Milan destinato ad arricchire l’infausta leggenda della ‘Fatal Verona’ che però, quel giorno, divenne provvidenziale.

Provvidenziale per Sacchi, che vide di colpo dissolversi i fantasmi di un esonero dato ormai per certo; provvidenziale per un Milan che a partire da quella vittoria non conoscerà più sconfitta in quel campionato, ad eccezione dello 0-2 a tavolino nel match casalingo contro la Roma determinata da un petardo che colpisce il portiere giallorosso Tancredi, e lo vedrà prevalere in un emozionante testa a testa contro il Napoli dopo il decisivo successo per 3-2 maturato al San Paolo il 1 maggio 1988; quello scudetto per la gestione di Arrigo Sacchi rimarrà unico, ma rappresenterà la base di un memorabile ciclo che per un biennio vedrà il Milan trionfare in Coppa dei Campioni, in Supercoppa Europea e in Coppa Intercontinentale, partenza della meravigliosa avventura berlusconiana che sarebbe poi proseguita negli anni a venire sotto la direzione di Fabio Capello prima e di Carlo Ancelotti poi.

A distanza di 30 anni esatti è di nuovo Bentegodi di Verona il 25 ottobre, sia pure contro il Chievo, compagine ormai rodata e consolidata del massimo campionato dove è stabilmente insidiata da un decennio, essendo riuscita a scalzare nel primato cittadino la più blasonata Hellas, che da anni versa in uno stato di continua incertezza tra la massima serie e la cadetteria, con una lunga, infelice parentesi anche in Lega Pro.

Ma come detto, avversario a parte, la situazione di Vincenzo Montella e del primo Milan dell’era sino post-berlusconiana non è migliore rispetto a quei giorni di incertezza, in cui tuttavia l’ambiente rossonero seppe ricompattarsi attorno al mister di Fusignano e trovare le energie per una grande e terrificante riscossa. L’auspicio del tifoso rossonero è che anche stavolta Verona sappia essere non più fatale, ma punto di svolta.