LA LETTERA DEL TIFOSO: "La lezione di Sarri" di Sandro

LA LETTERA DEL TIFOSO: "La lezione di Sarri" di SandroMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
martedì 17 febbraio 2015, 16:45La lettera del tifoso
di Alberto Vaneria
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La sfida con l'Empoli ha definitivamente decretato il fallimento di Inzaghi sulla panchina del Milan: una squadra che gioca male ma vince viene mal sopportata, mentre una squadra che gioca male (o addirittura non gioca) e non vince viene fischiata e abbandonata. Il Milan non ha un'idea di gioco e non cerca neanche di darsela: naviga a vista.
L'Empoli di Sarri ha fatto la cosa più ovvia e meravigliosa che possa farsi su un campo di calcio, in serie A o in terza categoria: ha giocato a calcio. Semplicemente.
Dall'inizio dell'anno con un'idea chiara l'Empoli scende in campo e ci mette tutto per fare bene, con un modulo che ricorda molto il primissimo Ancelotti: play basso come Valdifiori che detta il gioco, mezzale arrembanti che non sono i soliti mastini di centrocampo ma tecnicamente dotatissimi per imporre il fraseggio (Vecino e Zielinski sono trequartisti puri, riciclati alla Seedorf come mezzale sinistre ad esempio...Croce è un ex esterno alto se non sbaglio...), un trequartista che insieme ad una punta più leggera (Pucciarelli spesso) viene incontro per aiutare nella costruzione del gioco; il resto lo fanno soprattutto la difesa, solida ma prolifica con le zuccate dei centrali e le incursioni dei terzini, e (un pò meno...) l'attacco che non è atomico ma nìbeneficia dell'ottimo lavoro della squadra e riesce a non essere mediocre. Sarri ha insistito su un'idea di bel calcio e ha investito insieme alla società su questo: complimenti! C'è una lezione da imparare infatti: la rivoluzione necessaria nel Milan che verrà deve partire da poche mosse, fondamentali e nette, indispensabili per ripartire ma necessarie per tornare ad essere una squadra che gioca e non che improvvisa.
Non tanto il nuovo stadio, per quanto importante, ma una nuova dirigenza o strategia dirigenziale innanzitutto; Galliani e Barbara devono trovare un nuovo uomo o un nuovo modo di gestire il parco giocatori: ad esempio il primo problema non è prendere o meno i parametri zero, semmai mantenerli e dargli un senso nell'organico. Gente come Mexes e Essien non serve a nulla eppure costa tantissimo in termini di gestione finanziaria e disciplinare, mentre vecchi acquisti abbastanza "raccattati" come Muntari o Zaccardo non hanno più nulla da dire mantenendo comunque alte le spese d'ingaggio e di rischio nell'utilizzo in campo. Valdifiori, Rugani, Mario Rui, Saponara stesso (!) potrebbero essere preferibili a molti dei nostri in questo momento!
Bisogna avere il coraggio di ripartire da quei giocatori che siano davvero talentuosi o innamorati del Milan: Bonaventura, Antonelli, Diego Lopez, Rami, Destro... si parte da questi e si prosegue con questi, senza evitare scelte difficili ma opportune come ad esempio la cessione di De Jong, straordinario professionista, ma vero ostacolo all'applicazione di un nuovo modulo dove il gioco prima di tutto si crei e poi eventualmente si distrugga; in fondo Nigel ha già dato tutto ciò che aveva e porterebbe introiti significativi (circa dieci per il cartellino e 7 risparmiati complessivamente tra stipendio e tasse...!).
Ovviamente via Mexes (8 ml a stagione), Essien (5 ml), Muntari (5 ml) e tutti coloro che non hanno più nulla da dare a questa maglia. Dentro gente giovane, motivata e umile anche a costo di sacrifici "emotivi": ma in fondo ora come ora Pazzini  a cosa serve se hai la possibilità di puntare su Niang o su un ragazzone in gamba come Okaka (tanto per fare un esempio)? La fascia di capitano, mortificata al braccio di Mexes o Muntari, non andrebbe neppure sul braccio di Montolivo a mio avviso: giocatore eccessivamente considerato (e pagato... 3,5 ml a stagione!) e mai realmente decisivo, che dovrebbe stare tra panchina e campo come qualsiasi altro giocatore "normale", privo dunque di quell'ascendente e di quella credibilità che la fascia esige; punterei su diego Lopez per il prossimo anno, sicuro titolare e uomo vero in campo e fuori dal campo.
Altro cambiamento essenziale riguarda le scelte tecnico-tattiche: Inzaghi è la dimostrazione lampante della pochezza rossonera di questi anni in tal senso. Un pezzo di cuore per i tifosi, il parafulmine perfetto insomma, benché assolutamente privo di esperienza o carriera sufficientemente opportuna per affrontare una sfida del genere: attanagliato dalla paura di fallire non è riuscito a costruire nulla di solido, affidandosi a scelte sempre comode o eccessivamente prudenti. Mediocre insomma. Allenatore mediocre, Milan mediocre. Andrebbero rivolte le più sincere scuse a Seedorf, a cui è stato impedito di proseguire, anche solo per correttezza. E allora una scelta non di uno o due anni per la guida di questa squadra, ma nell'ottica dell'investimento duraturo nel tempo per costruire un ciclo: Spalletti o Conte per intenderci, benché Montella sia egualmente affascinante. Ad onor del vero sarebbe meraviglioso trovare su quella panchina ancora Tassotti che è sempre stato poco considerato: in definitiva è l'unico a cui non è mai stato concesso nulla in questi 3 anni di "schizzofrenia" gestionale.
Riscattando Cerci e Destro e puntando su un regista come Baselli o Valdifiori e qualche uomo di qualità come Illarramendi ad esempio si potrebbe cercare di fare bene già il prossimo anno, magari dando fiducia a chi come Paletta o Bocchetti vuole dimostrare tanto. Sarri, magari, schiererebbe un 4-3-1-2 (o 4-3-2-1) con Diego Lopez, Abate Paletta Rami Antonelli, Illarramendi Valdifiori Bonaventura/Montolivo, Menez, Destro Cerci... e magari sorriderebbe soddisfatto, perché aldilà del risultato, la sua squadra avrebbe sempre e comunque giocato bene.



Sandro