LA LETTERA DEL TIFOSO: "Prigionieri" di Lorenzo

LA LETTERA DEL TIFOSO: "Prigionieri" di LorenzoMilanNews.it
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mercoledì 13 aprile 2016, 23:14La lettera del tifoso
di Thomas Rolfi
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Erano gli anni 80’ la seconda metà…

Una società di calcio, caratterizzata da un modo di pensare vincente, senza mezze misure, incorruttibile, affascinante e ammirata da tutti. Una società sinonimo di serietà e di vittoria capace di creare un tessuto dirigenziale e di giocatori che condivide la passione per quei colori, il rosso e il nero che fanno innamorare tanti e sono odiati da molti. Interisti, Juventini, Napoletani, Romanisti, Laziali e chi più ne ha ne metta odiano il Milan. Per i suoi continui successi. Per l’essere spesso e volentieri la squadra che domina in campo. Che incanta. Che mortifica. Che sforna talenti italiani. Che pesca talenti stranieri. Che se perde lo fa comunque rimanendo in gioco fino all’ultimo, partita, campionato o coppa che sia.

Sono gli anni 2000, il secondo decennio…

Una società che ha fatto la storia del calcio italiano, europeo e anche mondiale non c’è più. O meglio c’è, ma è prigioniera.

In primo luogo di un personaggio all’apparenza simpatico, che ha messo davanti a tutto il suo ego, la sua voglia di dimostrare di essere stato il motivo unico delle vittorie di una squadra in passato tra le più vincenti del mondo. Un presidente che di calcio forse non capisce più tanto ma che crede di poter fare credere a tutti il contrario. Un tifoso che tifoso non è più. Il capo, spalleggiato da un ex-professionista attaccato alla poltrona e ai soldi che asseconda ogni sua parola per nascondere il fatto che in realtà, lui stesso, l’amministratore delegato, da anni non sta facendo altro che annichilire il concetto di programmazione, serietà e coerenza davanti a piatti di pasta e vino buono. Un direttore che non è più affiancato da uomini di calcio ma solamente da procuratori che varcano la sede della società festanti per l’arrivo dopo il lungo pellegrinaggio ma più che pellegrini sembrano in realtà pirati mascherati pronti a riempire il loro portafoglio e quello dei loro assistiti con il benestare dell’oste. Perché il progetto dei giovani ogni tanto viene tirato fuori, e magari viene propinato insieme al concetto di Made in Italy, ma alla fine chi punta sul futuro e cerca di tagliare le mele marce e i capitoni poi viene cacciato.

Un società prigioniera del gatto e la volpe. Una coppia che raggira, che trova scuse e ubriaca con mille parole. Che pensa di aver trovato milioni di Pinocchio ma che in realtà si sbaglia di grosso. Una coppia che ha finito le sue “ultime possibilità”. Perché ha mancato di rispetto troppe volte a tutti i tifosi e agli ex-giocatori e professionisti che hanno fatto grande il Milan. Una coppia che si sbaglia di grosso, si. Perché adesso ci saranno sempre meno tifosi ai raduni, non si gioirà più per un giocatore bravo preso ad agosto come l’ennesima pedina buttata su una zattera che naviga a vista, non si esulterà più per un paio di effimere vittorie, non si andrà più allo stadio in massa con la voglia di vincere. No tutto questo non succederà più. Perché adesso, si gioirà davvero e soprattutto senza dire “grazie” per quello che è stato fatto tempo addietro, solo quando loro se ne andranno, liberando dalle catene una squadra distrutta e umiliata. E non potrebbe essere altrimenti. Perché a prescindere da quante cose belle siano state fatte, non si può più ringraziare chi si è preso gioco di una fede.

Lorenzo