Riccio: "Con Gattuso all'Ofi Creta per crescere, non è detto che torneremo in Italia"

Riccio: "Con Gattuso all'Ofi Creta per crescere, non è detto che torneremo in Italia"MilanNews.it
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giovedì 18 settembre 2014, 20:15Le Interviste
di Matteo Calcagni
fonte Tuttomercatoweb.com

Una chance per crescere. E il futuro? Non è detto che sia in Italia. Luigi Riccio, braccio destro di Gennaro Gattuso e suo secondo all'Ofi Creta, nel campionato greco, parla a TuttoMercatoWeb.com della nuova avventura in terra ellenica. Con un accenno al passato, al Palermo che proprio Riccio insieme a Gattuso ha plasmato l'anno scorso affinché andasse in serie A. Risultato poi ottenuto da Iachini, grazie anche ad una squadra ben assortita.

Riccio, come procede in Grecia?
"Bene. Abbiamo qualche difficoltà dal punto di vista organizzativo ma ci conviviamo. Il campionato è duro, impegnativo, fisico, agonistico. Lo avevamo studiato prima di arrivare. Quest'esperienza ci farà crescere".

Domanda che avrà sentito mille volte: perché l'Ofi Creta? Chi ve lo ha fatto fare?
"Vero, qualsiasi addetto ai lavori con cui parliamo ci dice questo. Ma sono di parte, conosco il mister e dal punto di vista delle scelte va molto a pelle. Conosce difficoltà e limiti del club, ma vuole lavorare e crescere. Qui, in un posto che ha voglia di crescere e affidarsi ad una persona come lui, c'è la possibilità di fare bene meglio che in altri posti dove magari ti mandano a casa dopo due pareggi".

Per esempio il Palermo, dove siete stati esonerati l'anno scorso.
"È una società impossibile da rifiutare. Nessun allenatore rifiuterebbe, rifaremmo tutto quello che abbiamo fatto. Avremmo riaccettato Palermo, è una piazza troppo importante. Ci siamo voluti giocare le nostre carte sapendo che era difficile. Zamparini ti chiede i risultati subito, ma se tornassimo indietro avremmo rifatto la stessa scelta".

Le faccio due nomi della vostra precedente esperienza al Palermo...
"Ok".

Giorgio Perinetti.
"Un grandissimo. Ancora oggi Gattuso mantiene un ottimo rapporto, è un direttore sportivo di grande spessore, ci ha dato una mano finché ha potuto. Lavorare con lui, per noi è stato un vero piacere. Ogni incontro con Perinetti era un insegnamento".

Igor Budan?
"Si affacciava all'esperienza da team manager per la prima volta, vuoi per contratto e vuoi per rapporti con la proprietà. Ha bisogno di crescere, di sbagliare, di avere la possibilità di sapere se questo può essere il suo mestiere. Con Gattuso c'è stato un rapporto di grande onestà e collaborazione. Igor è un professionista che lavorava con Zamparini per tanti anni, non posso giudicare le capacità manageriali, sarà il tempo a giudicare. Il rapporto è stato abbastanza schietto e sincero".

E c'è stato qualche screzio...
"Appena prima del Bari. Ma niente di clamoroso. Screzi che ci possono stare. Da parte nostra c'è stata grandissima trasparenza e onestà professionale".

A proposito di screzi: l'inizio con Abel Hernandez non è stato positivo, ma lui stesso in una recente intervista a TuttoMercatoWeb ha descritto Gattuso come uno degli allenatori con cui si è trovato meglio.
"A volte qualche battibecco tra giocatore e staff tecnico può essere motivo di crescita. All'inizio c'è stato qualche screzio, ma sicuramente era per spingerlo a dare di più e per il bene della squadra. Abbiamo letto le dichiarazioni, a Rino hanno fatto piacere".

Dal 4-2-3-1 di Gattuso allo schieramento difensivo di Iachini. Come è cambiato il Palermo?
"Ha vinto il campionato, bisogna dirlo. La A e la B sono due categorie diverse, nella massima serie ti perdonano poco. Dal mio punto di vista contro il Verona il Palermo ha fatto una grande partita. E contro la Sampdoria non meritava di perdere. Iachini va lasciato lavorare".

L'anno scorso puntatavate su tre calciatori in particolare, che poi non hanno più trovato molto spazio...
"Puntavamo tanto su Stevanovic e Lores, uno lo abbiamo voluto e dell'altro abbiamo chiesto la conferma. L'anno scorso pensavo trovassero più spazio. In A era normale che andassero via. Lo stesso vale per Di Gennaro. Poi ogni allenatore ha il suo credo, la sua mentalità".

Tre possibili punti di riferimento per la vostra squadra, tre ex. Lores e Di Gennaro al Vicenza in prestito, Stevanovic non è stato riscattato ed è andato al Bari.
"Possono fare benissimo, davvero. Sono in due club importanti per dimostrare le loro qualità e magari anche sbagliare. Possono affermarsi per dimostrare quanto valgono per davvero".

Indietro di qualche mese: per la vostra nuova avventura eravate su due gioctori di proprietà del Palermo.
"Avevamo pensato a Malele. E volevamo Lores, c'era la volontà di continuare a lavorare insieme a lui al Videoton, in Ungheria, quando ci era stata prospettata questa possibilità. E Lores lo avremmo voluto anche qui, ma le nostre possibilità economiche erano diverse rispetto al Videoton, dove saremmo potuti andare. Lores ci avrebbe fatto comodo: ci credevamo, ci crediamo e ci crederemo sempre perché ha grandi qualità".

Chi è dei tre epurati da Iachini la scommessa di Gigi Riccio?
"Dico Lores, me lo auguro davvero. Ha una grande chance per fare il salto definitivo, è un ragazzo serio con qualità importanti".

Il vostro rimpianto più grande dell'esperienza al Palermo?
"Qualche chance in più. Più che parlare di rimpianti direi... peccato".

E adesso l'Ofi Creta. Con quale obiettivo?
"Siamo un piccolo club, una delle squadre che ha il budget più basso del campionato. Ci dobbiamo salvare bene per costruire qualcosa. Non abbiamo altre pretese. E non è neanche facile salvarsi, perché quest'anno retrocederanno quattro squadre".

Ok, adesso diamo i voti.
"Ok...".

Zamparini?
"Sempre dieci".

Perinetti?
"Undici".

Budan?
"Sei".

E quest'anno quali prospettive per il Palermo?
"Si salverà a mani basse".

Con un Belotti che quando entra sa essere decisivo...
"Un'intuizione di Perinetti. Ha rabbia, ferocia, grande cattiveria. Può ancora migliorare tanto. Farà una grande carriera".

Gattuso e Riccio: futuro di nuovo in Italia?
"No. Non è detto. Vogliamo crescere. Non è detto che la nostra ambizione sia quella di tornare in Italia".