Al summit tirate le somme del mercato? Cerci in cima alla lista dei desideri, ma è più probabile il ritorno di Taarabt. Ma se Balotelli partisse?

Al summit tirate le somme del mercato? Cerci in cima alla lista dei desideri, ma è più probabile il ritorno di Taarabt. Ma se Balotelli partisse?
© foto di Giulia Polloli
venerdì 15 agosto 2014, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli

L’ennesimo incontro ad Arcore tra Berlusconi, Galliani e Inzaghi si conclude con il rafforzamento della volontà di Inzaghi di puntare tutto sull’acquisto di Cerci. L’allenatore rossonero ha le idee chiare, peccato che le sole intenzioni non possano essere sufficienti a realizzare quello che, ancora oggi, è più simile ad un sogno. Cerci ha un costo che viene definito ancora troppo alto dai vertici rossoneri, questo è l’ostacolo più grosso da dover superare. L’opera di convincimento di Galliani nei confronti del patron granata non ha ancora portato ad alcun reale risultato. Per questo non possono svanire le alternative. I nomi sono i soliti: Campbell e Douglas Costa, ma soprattutto Taarabt che, oltre ad essere già stato rossonero per qualche mese, è l’uomo più appetibile dal punto di vista dei costi e dell’ingaggio. In tempi di vacche magre si cerca di temporeggiare nella speranza che, per sfinimento, l’avversario ceda. Ma in fondo, perché mai Cairo dovrebbe privarsi di un giocatore fondamentale, già dopo aver perso Immobile con l’Europa League da conquistare? Ma soprattutto, visto l’anno senza impegni europei, perché mai Cerci dovrebbe preferire il Milan magari limandosi anche l’ingaggio?

Questi interrogativi sono lapalissiani, almeno per chi segue dall’esterno le vicende di casa rossonera. Se fino a ieri il Milan rappresentava lo stereotipo della grande squadra, dopo la stagione appena conclusa e soprattutto all’indomani di un’annata segnata da mille interrogativi societari, l’appeal dei rossoneri nei confronti dei possibili nuovi acquisti ha perso di intensità.

Certo è che pensare di ripetere una stagione difficile e deludente dal punto di vista dei risultati sul campo non fa parte del Dna rossonero e dunque, convogliando tutte le energie possibili, la società di via Rossi sta lavorando per evitare che questo accada. I tifosi lamentano una vera progettazione, i tifosi lamentano anche la latitanza del Presidente e soprattutto il mancato intervento economico per tentare di rafforzare in modo considerevole la rosa. I giocatori arrivati a parametro zero lasciano qualche perplessità, non tanto per le loro intrinseche qualità, ma per quello che realmente possono dare alla formazione di Inzaghi. L’entusiasmo paventato inizialmente si è affievolito dopo i pessimi risultati ottenuti oltreoceano, permangono i dubbi sulla consistenza dei reparti, molti dei quali non hanno ancora un aspetto definito. La società e Inzaghi si concentrano sull’arrivo di un colpo per l’attacco, ma forse sarebbe più opportuno dare qualche alternativa, valida, al centrocampo, dove gli uomini sono contati. Se per i pali l’arrivo di Diego Lopez prima ha creato qualche perplessità, ora viene visto come un intervento mirato, seppur non in prospettiva. Sarebbe stato auspicabile scovare i portiere del futuro, anche se si pensava di averlo già in casa, ma Gabriel è ancora il primo candidato ad abbandonare Milanello in cerca di esperienza e continuità altrove. Anche la difesa al momento è ancora abbozzata. Permangono dubbi sulla permanenza di Albertazzi, che evidentemente Inzaghi non predilige nel ruolo di terzino sinistro e che quindi va ad affollare il centro del reparto. Il Milan è ancora work in progress e si prepara per l’amichevole di Valencia, ennesimo test per una formazione in rodaggio. Le voci che vogliono Balotelli in partenza non si sono ancora spente e questo, in effetti crea qualche perplessità: se Mario dovesse abbandonare Milanello in favore della Premier, al Milan non rimarrebbe che Pazzini nel ruolo di punta centrale.  Per una squadra che continua a sottolineare velleità di rivalsa, mi sembra un tesoretto un po’ troppo esiguo.