Il colpo di coda del Diavolo

Il colpo di coda del Diavolo
© foto di Giulia Polloli
sabato 12 aprile 2014, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli

Sei giornate, diciotto punti a disposizione, una classifica che non ha emesso alcun verdetto matematico e soprattutto un Milan in crescita. Ecco la nuova realtà con cui confrontarsi da qui alla fine dei giochi. Tre vittorie che hanno provocato una benefica amnesia, trasformando una squadra che senza il peso del recente passato scende in campo priva di tensione. Quella negativa, legata alla paura di ripetersi nella sconfitta e non riuscire, dunque, a vedere la luce alla fine del tunnel. Luoghi comuni? Può darsi. Di certo vincere aiuta a vincere: lapalissiana verità.

Il risultato di tre vittorie consecutive è una squadra rinnovata nell’approccio alla partita. E non è nemmeno casuale che le migliori prestazioni siano messe in scena dai nuovi arrivati. Taarabt, Ramì, per certi versi Honda, hanno trascinato anche i compagni. Voglia di mettersi in mostra, convinzione nei propri mezzi, puro egoismo a volte, ricerca di conferme o di poter essere riconfermati. Fatto sta che anche questa volta la finestra invernale del mercato ha cambiato volto al Milan. Se ci dimenticassimo dei contratti da rinnovare, del mondiale in Brasile, della grande vetrina che il Milan, volente o nolente, vincente o perdente offre ad ognuno dei suoi interpreti, potremmo anche pensare che ognuno di questi uomini giochi solo per la maglia. Il dubbio è lecito, anche per me che cerco sempre di vedere il lato positivo di ogni situazione, ma ad un certo punto lo accantono e mi godo questo colpo di coda del mio Milan, di tanto in tanto applaudendo anche.

Abbandonata l’euforia però, torno ad essere molto pratica. Guardando al futuro, a prescindere dall’esito che darà la classifica. Il Milan non ha bisogno di un rammendo, ma di un vestito nuovo, cucito da mani abili per le occasioni di festa. Il problema rimane sempre di livello economico e, la mancata qualificazione in Champions, ha di fatto reso necessario l’intervento del Presidente per sanare i bilanci. “Il Milan mi costa cinquanta milioni”. La si legga con le mille sfumature che sono state attribuite a questa semplice frase, ma il significato rimane ben incastonato nella realtà: il Milan si troverà ancora in difficoltà nel prossimo mercato. Quindi ecco lo spettro dei tormentoni che hanno reso famoso Galliani negli ultimi anni: siamo competitivi, la rosa è a posto così, ci si muove su parametri zero. Eccolo qui l’incubo del tifoso rossonero, la reiterata attesa, fino all’ultimo giorno di mercato, sperando che avvenga il miracolo. Sempre che invece non succeda l’imponderabile. Quanti uomini mercato ha ancora il Milan quest’anno? Kakà? Balotelli? El Shaarawy?De Sciglio? Che, guarda caso, sono stati coinvolti in voci incontrollate di mercato. Addirittura El Shaarawy non ha fatto in tempo a tornare a respirare l’aria di Milanello che già viene dato sul piede di partenza. Eppure io me l’immagino il Milan del futuro con El Shaarawy e Taarabt sulle fasce…  Però immaginavo anche Tevez,  sognavo Thiago Silva capitano del Milan e Ibra vincitore della Champions in rossonero. Sogni, speranze, illusioni. La realtà è che ci vorrà del tempo prima che il Milan possa tornare con prepotenza sul mercato. E’ finita un’era, ma esattamente come ventotto anni fa, ecco che il Berlusconi di turno potrebbe avere l’idea giusta per iniziare un nuovo ciclo. Il viaggio all’estero di Barbara non è quello della speranza, dell’illusione, del semplice sogno. La progettazione del Milan del futuro parte dalla realizzazione di strutture che diventeranno la colonna portante dell’economia rossonera. La nuova sede, il nuovo stadio, le attività commerciali che porteranno il marchio del Milan ancor più capillarmente nel mondo, soprattutto nei mercati emergenti. Ci vorranno tempo e idee. Ma eccolo qui, un po’ lontano dal campo, il vero colpo di coda del Diavolo.