Inzaghi vuole riprendere il trend positivo? Prima bisognerebbe crearne i presupposti d’esistenza

Inzaghi vuole riprendere il trend positivo? Prima bisognerebbe crearne i presupposti d’esistenza
© foto di Giulia Polloli
lunedì 16 marzo 2015, 12:54Milanello in rosa
di Giulia Polloli

“Io mi auguro di fare una partita all’attacco … partite complicate come questa ti possono dare il là per riprendere un trend positivo”.  Con queste parole, Inzaghi, presenta la partita contro la Fiorentina. I tutta onestà, mi auguro che il Milan questa sera possa giocare una partita equilibrata e piacevole da vedere. Mi auguro che la squadra possa dimostrare di avere un’idea chiara e condivisa di gioco, che non sia dipendente dall’estro dei singoli, più volte chiamati in causa nel tentativo di raddrizzare la nave che lentamente affonda. Questo per creare un trend positivo, non per riprenderlo: perché è proprio la mancanza di una identità chiara, la causa dei risultati altalenanti. Si guarda alla serie di partite che hanno chiuso il 2014 come termine di paragone per convincere la squadra che qualche cosa di buono è stato fatto, che gli stessi giocatori che scendono in campo ogni domenica possono essere in grado di ripetersi. Gli stessi giocatori: tra infortuni, squalifiche e problemi di ambientamento (o presunti tali), Inzaghi ha dovuto scardinare ogni certezza anche nelle numerose formazioni diverse fin qui schierate. Manca uno scheletro consolidato che sia in grado di reggere il peso dell’intero organismo e questo, ovviamente, diventa concausa dei problemi dei rossoneri. Contro la Fiorentina Inzaghi ritrova Abate, le cui sgroppate in fascia almeno creano imprevedibilità e dinamicità alla manovra. I problemi più grandi rimangono in mediana, dove a Van Ginkel verrà data l’occasione del riscatto, viste le poche ed opache presenze del talentuoso olandese con la maglia rossonera. Accanto a lui Essien, scelto evidentemente per il bagaglio di esperienza, che però in questo Milan potrebbe essere solo, ormai un orpello inutile. A chiudere il terzetto Bonaventura che, risultati alla mano, si merita l’alloro di miglior acquisto della stagione. Giocatore duttile, umile, con caratteristiche che vengono messe in luce dalle sue prestazioni in campo, in qualsiasi posizione gli venga chiesto di operare. Il reparto offensivo, salvo cambi di rotta improvvisi, esclude per l’ennesima volta Cerci che ancora una volta dovrà accomodarsi imbronciato in panchina. Inzaghi punta su Destro e Menez e spera di poter ritrovare quell’Honda in versione Sol Levante che aveva dettato ritmi e risultati nella prima parte della stagione.

La partita contro la Fiorentina diventa così ennesimo crocevia di una stagione. Non per Inzaghi, a quanto pare, certo della sua lunga permanenza in rossonero. Ma per una squadra alla quale è stato chiesto di raggiungere un obiettivo preciso: il settimo posto, che secondo alcuni potrebbe essere il classico “calcio nel sedere” per entrare in Europa. Si, in Europa. Si, con Inzaghi. Le certezze date al tecnico rossonero arrivano direttamente dalle parole del Presidente. Le stesse parole che avevano convinto Seedorf lo scorso anno?