Kakà deve tornare nel suo ruolo. È il sistema di gioco a doversi adattare ai giocatori che si ha a disposizione. Non il contrario...

Kakà deve tornare nel suo ruolo. È il sistema di gioco a doversi adattare ai giocatori che si ha a disposizione. Non il contrario... MilanNews.it
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venerdì 24 gennaio 2014, 00:00Milanello in rosa
di Gaia Brunelli

Il 4-2-3-1 ha fascino. Il fascino esotico del calcio sudamericano. Ma, esattamente come dice Carlo Ancelotti nel suo libro "il mio albero di Natale", non sono i giocatori a doversi adattare al sistema di gioco, ma il sistema di gioco ai giocatori. In sostanza, la questione è che in base ai giocatori a disposizione si può decidere il modulo. Questo Milan, tanto per cominciare, in difesa non ha Nesta o Maldini, né Thiago Silva o Stam. Ha due a scelta tra Zapata, Rami, Mexes, Bonera o Silvestre (poi parleremo anche degli infortuni). Questo è il primo grande impedimento al 4-2-3-1 o 4-2-fantasia per ricordare qualcun altro. Il secondo problema è che De Jong può reggere da diga, ma accanto ha bisogno di un altro come lui. Nocerino non funziona. Montolivo ha fatto bene con il Verona, ma ad esempio in Champions League sarà squalificato. Essien, se sarà, sarebbe un ottimo innesto. Poi veniamo ai tre alle spalle dell'unica punta. Kakà non può fare il terzino e poi l'assist e poi magari pure il gol. Robinho si è dannato contro il Verona, ma già contro l'Udinese era spompato. Insomma ci vogliono gli interpreti giusti per quel tipo di schema. El Shaarawy ad esempio sarebbe adatto e lo ha già dimostrato ampiamente dando garanzie sulla doppia fase. Birsa può farlo perché ha il talento del trequartista, ma anche le capacità da mediano.

Kakà deve giocare dietro a Supermario. Senza incombenze e senza doveri che ne vanno solo a sminuire le doti. E non è perché ha 31 anni e non ce la fa più. Anche Carlo Ancelotti lo schierava lì, tra le linee, dove è stato devastante per anni in rossonero. Non aveva compiti particolari, doveva inventare. E basta. Ora si stanca troppo a coprire e poi finisce per non avere più lucidità quando serve. È vero che ora lui farebbe qualunque cosa per il Milan e per tornare a essere importante tanto da non perdere il Mondiale, ma così non lo si aiuta anzi. Per quanto riguarda invece gli infortuni, purtroppo ancora una volta c'è da pregare che per Zapata non sia un lungo stop. Lesione al bicipite femorale destro: è la diagnosi dell'infortunio rimediato ieri contro l'Udinese dal difensore. Tra 10 giorni si sottoporrà a ulteriori controlli e rischia di stare fermo circa tre settimane. Pessima notizia. Inoltre, Matias Silvestre ha rimediato "una lieve lesione al muscolo soleo della gamba destra". Tra una settimana anche lui sosterrà ulteriori controlli. Insomma restano Mexes, a questo punto più che mai indispensabile, Bonera e Rami. Mah, forse un po' pochi, di sicuro per un 4-2-3-1.