La difesa ha bisogno di certezze: Inzaghi deve trovare le gerarchie tra i suoi uomini. Il cambio di modulo tra intuizioni e necessità

La difesa ha bisogno di certezze: Inzaghi deve trovare le gerarchie tra i suoi uomini. Il cambio di modulo tra intuizioni e necessità
© foto di Giulia Polloli
giovedì 25 settembre 2014, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli

Non erano eroi dopo due vittorie consecutive, a maggior ragione non devono essere etichettati come falliti dopo la sconfitta contro la Juve e il pareggio di Empoli. Il Milan è alla ricerca dell’equilibrio, tra il grande talento dei suoi attaccanti e i problemi che si riscontrano in mediana e, soprattutto in difesa. Inzaghi ancora non ha definito le gerarchie soprattutto per ciò che riguarda la coppia centrale. Ha dato ancora fiducia a Bonera e invece proprio il senatore è stato tra i peggiori in campo. Scelta sbagliata? Col senno di poi è facile a dirsi, anche se qualcuno già dopo Parma aveva messo una grossa croce sul centrale difensivo, Pippo avrà avuto di certo delle convinzioni importanti per sceglierlo al posto di Ramì. Più ordinato e con più esperienza, queste presumibilmente le ragioni della scelta, ma distratto colpevolmente su entrambi i gol: questo il risultato.  Il Milan ha strappato un punto a Empoli cambiando faccia nel finale di primo tempo. La metamorfosi è coincisa con l’uscita in barella di Van Ginkel, che ha costretto Inzaghi al cambio di modulo. E da qui i rossoneri sono apparsi molto più arrembanti e anche equilibrati. Torres segna all’esordio, con un colpo di testa che strappa applausi per le modalità di torsione e stacco impercettibili. E il pareggio lo raggiunge Honda, alla terza marcatura in quattro gare: di certo ora il nipponico ha metabolizzato movimenti e mutamenti rispetto all’immobilismo della scorsa stagione. Menez diventa una pedina impazzita e la fragorosa traversa rimane il grande rimpianto di una seconda parte di gara giocata con cuore e grinta. Esattamente quello che trasmette Inzaghi, insieme allo spirito di sacrificio, insieme alla mentalità dl dover arrivare con il fiato corto ma al momento giusto in area avversaria.

Abate è stato protagonista su entrambi i gol, con due assist che hanno sorpreso gli avversari. Un difensore con forte propensione all’attacco, ma pur sempre un difensore: se avesse lo stesso rendimento nelle retrovie anche il Milan starebbe più tranquillo. La facilità con cui i pali rossoneri vengono presi d’assalto è il vero tallone d’Achille di questa squadra, l’aspetto sul quale Inzaghi dovrà lavorare con più costanza e attenzione. Attenzione, già: quella che il tecnico rossonero rimprovera ai suoi nella prima mezz’ora di gara. Evidentemente la concentrazione nei confronti della formazione toscana non è arrivata alle stelle. Se non ci si può accontentare di un pareggio contro l’Empoli, è pur vero però che si può essere felici per la reazione della squadra dopo il doppio svantaggio. Come già sottolineato, il cambio di modulo, dettato anche dalla penuria di centrocampisti a disposizione di Inzaghi, ha prodotto un risultato importante proprio in fase offensiva, la più lacunosa proprio nella fulminea partenza della squadra di casa. Inzaghi predica pazienza, ma il tempo a disposizione per poter analizzare gli errori e porvi rimedio è esiguo. Il tecnico rossonero dovrà azzeccare le mosse giuste e inserire nel suo scacchiere le pedine che possano garantirgli almeno la certezza di non dover temere le incursioni avversarie. Una coppia affiatata al centro della difesa diventa la priorità su cui puntare. A volte è meglio un po’ di spregiudicatezza e di poca disciplina tattica al posto dell’esperienza e della poca duttilità. Attendiamo di vedere il Milan a Cesena, ma anche allora sarà troppo presto per tirare le somme e marchiare a fuoco una squadra che è poco che all’inizio di un nuovo percorso.