Qualità, motivazioni e una squadra trascinata dal suo leader in panchina. Questo il nuovo Milan di Inzaghi. Con un grande rimpianto tra i tifosi: l’addio di Cristante

Qualità, motivazioni e una squadra trascinata dal suo leader in panchina. Questo il nuovo Milan di Inzaghi. Con un grande rimpianto tra i tifosi: l’addio di Cristante
© foto di Giulia Polloli
giovedì 4 settembre 2014, 09:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli

Il nuovo Milan, visto a S.Siro alla vigilia della chiusura del mercato è piaciuto. E in campo non c’erano gli ultimi acquisti, fatti in extremis, ma non per questo banali ripieghi di nomi già da tempo sui taccuini degli uomini che si occupano del mercato. Nel Milan che ha sconfitto la Lazio, i nuovi a disposizione di Inzaghi hanno lasciato il segno. In primis Diego Lopez. Qualcuno dalle tribune si è lasciato sfuggire considerazioni  del tipo :“finalmente abbiamo un portiere”, cheper quanto estemporanee ed eccessive ricalcano ciò che in effetti ha mostrato il campo. Sicuro, con una scelta di tempo impeccabile nelle uscite e decisivo anche nel finale, quando para il rigore di Candreva che provoca l’idillio dello stadio intero. Menez è stato la spina nel fianco della difesa laziale, a tratti immarcabile, duttile sia nei movimenti in piena area di rigore che nella ricerca di assist per i compagni. Forse sottovalutato dagli avversari, sulla sua corsia si è trovato ampi margini di manovra e dal dischetto è stato decisivo. Dall’altro lato ecco rinascere El Shaarawy, forse il vero grande acquisto di questa stagione. Le sue ripartenze in fascia sono state determinanti nella quasi totalità delle azioni offensive rossonere: il Faraone è apparso ancora più forte di quando lo avevamo lasciato ai box, sia per i guai fisici, sia per quello smarrimento motivazionale che ha di certo influito anche nel recupero dagli infortuni. Ma all’indomani del suo rientro, pronto anche agli ordini di Conte in Nazionale, El Shaarawy non si lascia sfuggire l’occasione per sottolineare la sua voglia di rimettersi in gioco per meritare la fiducia dei suoi allenatori. Inzaghi e Conte puntano molto sulle sue doti balistiche e, dopo l’esordio a S.Siro, lui ha semplicemente confermato ciò che molti, da Padova in poi, già sapevano. Il ragazzo ha qualità e carattere, forse se ne era solo dimenticato. In tutto questo, nelle ultime giornate di mercato, il Milan si è mosso bene . L’arrivo di Torres ha diviso le platee.

In molti lo ritengono un giocatore ormai in fase discendente. Se il termine di paragone è Torres visto nel Chelsea, allora quella parte di pubblico ha ragione. Non è stato incisivo e soprattutto è stato messo ai margini dal suo stesso allenatore che, lavorandoci giorno dopo giorno, non ha creduto di poterlo rianimare in un contesto però ben diverso da quello rossonero. I primi test fisico effettuati da Milan Lab hanno dato risultati eclatanti e le sue prime parole da giocatore rossonero lasciano intendere la voglia di riscatto in uno dei tre campionati più importanti del mondo. Torres ha accettato di guadagnare meno, quando poteva tranquillamente far la muffa in panchina. Torres ha scelto il Milan forse anche a causa di scarse alternative, ma di certo non starà passivamente a svernare a Milanello. Inzaghi l’ha voluto fortemente, indossa la sua maglia, la stessa che ha visto esposta nel museo a Casa Milan. E per dichiarare di voler vedere il suo nome nella storia del Diavolo, avrà capito che ci vogliono grandi imprese. L’operazione di mercato che più ha destato clamore non è l’arrivo di Torres, o quello del giovane Van Ginkel, convinto proprio da quest’ultimo e da De Jong ad accasarsi sotto la Madonnina, o quello inaspettato di Bonaventura (che sinceramente avevo paventato in tempi non sospetti, chiedendomi come mai nessuna squadra avesse ancora fatto un’offerta all’Atalanta). No, niente di tutto questo. A lasciar senza parole il popolo rossonero è stato l’addio di Cristante. Dipinto come uno dei talenti cresciuti nel settore giovanile rossonero, il Milan l’ha lasciato partire senza troppe discussioni per una cifra irrisoria, viste le valutazioni di molti altri suoi coetanei. Cristante ha avuto poco spazio e forse vedeva chiusa la sua avventura anche quest’anno, nonostante la mediana del Milan sia il reparto con più dubbi, già sulla carta. Non abbiamo avuto il tempo di decantarne le lodi, ma, sono certa, Cristante sarà un grande rimpianto. Soprattutto per chi l’ha lasciato andare via troppo presto.