Tutti vorrebbero avere i dubbi in attacco di Inzaghi. La difesa non ha ancora il suo equilibrio e la questione Seedorf torna sotto i riflettori.

Tutti vorrebbero avere i dubbi in attacco di Inzaghi. La difesa non ha ancora il suo equilibrio e la questione Seedorf torna sotto i riflettori.
© foto di Giulia Polloli
giovedì 18 settembre 2014, 00:00Milanello in rosa
di Giulia Polloli

Scontro al vertice. Le vittorie contro Lazio e Parma hanno fatto raggiungere al Milan il primo obiettivo stagionale: arrivare alla sfida contro la Juventus  in vetta alla classifica. Ovvio, siamo alla terza giornata e non si può parlare di partita decisiva, ma è pur sempre uno scontro diretto tra la pretendente più quotata alla vittoria finale e la sorpresa del campionato, perché il Milan, in effetti, ci ha davvero colto di sorpresa. L’esordio contro la Lazio ci ha fatto capire che la formazione di Inzaghi ha subito una metamorfosi importante rispetto alla squadra vista nel pre-campionato, che aveva fato suonare più volte campanelli d’allarme. La vittoria esterna contro il Parma ha messo in evidenza il potenziale offensivo disposizione di Inzaghi, con tanto di gol da cineteca siglato da Menez, che fino a qualche settimana era uno dei giocatori sui quali si nutrivano dubbi sia per condizione che per possibile rendimento. La cura Milan o, forse, la cura maniacale di Inzaghi, ha prodotto un reparto offensivo che sembra riuscire ad andare a rete senza troppe difficoltà. Il problema permane, invece, in difesa, dove ancora siamo lontani da uno standard accettabile. La facilità con cui i pali di Lopez sono stati violati dall’attacco del Parma ha suscitato non poche preoccupazioni. Contro la Juventus tra i pali tornerà Abbiati, a causa dell’infortunio occorso allo spagnolo. Ma anche l’assetto del modulo difensivo troverà interpreti nuovi. Alex è uscito dolorante dalla partita del Tardini e Bonera non sarà della gara. Spazio dunque ad un tandem inedito: Zapata e Ramì sembrano essere i candidati alla maglia da titolare. Mexes potrebbe tornare in panchina dopo le mancate convocazioni nelle prime due gare, ancora lontano dall’essere preso in considerazione da Inzaghi, nonostante le buone prestazioni a fianco del connazionale Ramì in coda all’ultima stagione.

El Shaarawy si è allenato con il gruppo anche ieri e salgono le probabilità di vederlo addirittura titolare contro i bianconeri. Il dubbio a questo punto nasce spontaneo: chi farà rifiatare Inzaghi dopo le prestazioni quasi impeccabili dei suoi arieti d’area? Uno di quei dubbi che, come aveva sottolineato lo stesso Inzaghi relativamente al ballottaggio Torres-Bonaventura, ogni allenatore vorrebbe avere. In questo momento privarsi di uno qualunque degli attaccanti del suo tridente, è scelta ardua. Se domenica scorsa ha deciso il fato (o la sfortuna che dir si voglia), Inzaghi dovrà calibrare le sue scelte in base all’avversario. La carica di Inzaghi intanto ha contagiato tutti, ne sia la dimostrazione l’assidua presenza dei dirigenti rossoneri nel corso della settimana a Milanello. Questo lo scorso anno non accadeva. Né con Allegri, né tantomeno con Seedorf. Evidentemente qualcosa è cambiato. L’ombra di Seedorf torna a farsi presente in modo prepotente. In primis riecheggiano le parole che lo stesso Clarence aveva rilasciato in coda ad una partita deludente di Honda, proprio ai cronisti nipponici: ha solo bisogno di tempo, il calcio italiano ancora non l’ha fatto suo. Vedrete, quando avrà capito i meccanismi e avrà acquisito lo stato di forma adeguato sarà un giocatore imprescindibile. Vero? In secondo luogo, Seedorf si prende l’onore (o l’onere per alcuni) delle cronache per la questione legata al suo contratto, con tanto di oneroso stipendio. Non capisco lo stupore nell’apprendere che il tecnico voglia ciò che gli spetta: c’è un contratto fino al 2016 che nessuno è stato costretto a stipulare. E’ normale che, per farsi da parte, l’olandese pretenda che quel contratto venga onorato o che, almeno, si raggiunga un accordo che non può essere unilaterale. Rimango ancora con l’amaro in bocca ripensando a quella che, a mio modestissimo parere, rimane una delle pagine oscure della recente storia rossonera. Saranno gli avvocati o, addirittura, le aule di un tribunale, a mettere la parola fine ad un rapporto che, ormai risulta deteriorato.

L’arrivo di Inzaghi ha messo in secondo piano questa storia, la sua carica positiva, il Milan che si trasforma e torna a regalare sorrisi aiuta a non pensare a ciò che è stato. Solo una stagione da protagonisti potrà affievolire l’amarezza che chi ama questi colori, in questo momento, non ha ancora dimenticato.