Biasin: "Mihajlovic e il fantasma di Conte, ma la risalita del Milan dipende da un altro uomo"

Biasin: "Mihajlovic e il fantasma di Conte, ma la risalita del Milan dipende da un altro uomo"MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
martedì 13 ottobre 2015, 15:44News
di Enrico Ferrazzi
fonte di Fabrizio Biasin per TMW

E veniamo al Milan. Cosa si intende per "possibile fallimento di Mihajlovic"? Se Sinisa dovesse arrivare quarto avrebbe fallito? "Sì", se pensiamo ai proclami di inizio stagione ("Champions League a tutti i costi"); "no", se con un minimo di onestà riconosciamo al tecnico il fatto di avere tra le mani una rosa che può raggiungere il terzo posto solo in caso di "miracolo sportivo". In ogni caso la sorte del tecnico non sarà decisa dalla posizione in classifica. Se dipendesse solo da quella, Seedorf (Milan complessivamente quarto con lui in panchina) sarebbe ancora al suo posto. E invece niente.

Strano? Nient'affatto. Semplicemente siamo alle solite. Gli osanna di luglio e agosto ("Mihajlovic uomo giusto (...) Che carattere Sinisa (...) Il Milan ha il volto del suo nuovo allenatore (...) Finalmente un tecnico vero" ecc ecc) da una decina di giorni hanno lasciato il posto alle pernacchie ad oltranza ("Mihajlovic non adatto (...) In fondo ha fatto bene solo a Catania (...) Alla Samp è stato fortunato all'andata ma nel girone di ritorno non ci ha capito niente (...) ecc ecc). Insomma, una storia già letta: quando la barca comincia a sbandare, ognuno corre verso la propria scialuppa al grido di "è colpa del capitano!" e nessuno prova a tener dritto il timone. Ecco, la sensazione è che anche Mihajlovic sia già stato bollato/segnato/condannato senza appello da buona parte dell'ambiente. Dovesse fallire a Torino si alzeranno forti i cori del genere "non si può andare avanti così. Con un allenatore bravo questa squadra sarebbe molto più su". Quindi si individuerebbe un nuovo incaricato: "Si dia la squadra a Brocchi! Lui ci farà rinascere!". E sotto un altro. Mai che si pensi più in là di domani o magari di settimana prossima, mai che ci si concentri - per dire - sul futuro anteriore, sul fatto che allenatori a parte bisognerebbe fin da ora pensare al prossimo mercato. Non quello generalmente inutile di gennaio, ma quello estivo. A chi sarà affidato? Come verrà gestito? Con quale budget? Soprattutto, Galliani avrà la forza di scegliere un uomo a cui affidare la gestione del mercato stesso? Inutile insistere con il "Galliani vattene", la cosa non è pronosticabile nel breve periodo né probabilmente farebbe il bene del club. Molto meglio chiedere a Galliani di fare un passo indietro, non cento, uno: l'ad si limita a fare il mestiere dell'ad (lo sa fare) e lascia al nuovo e selezionatissimo direttore sportivo il compito di sistemare una squadra satura di punti interrogativi. Accadrà? Probabilmente no e comunque è difficile dirlo, sappiamo solo che al momento ci si concentra sul 4-3-1-2 che a Torino dovrebbe trasformarsi in 4-3-3 o 4-4-2. Come se vincere una partita o cambiare il modulo ad ogni chiaro di luna fosse la soluzione a tutti i mali.