Biasin: "Milan, da Ibra alla Doyen: c'è qualcosa da dire"

Biasin: "Milan, da Ibra alla Doyen: c'è qualcosa da dire"MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
martedì 16 giugno 2015, 16:16News
di Enrico Ferrazzi
fonte di Fabrizio Biasin per TMW

Ora il Milan, ovvero l'altra sponda del Naviglio. Sapete bene che il sottoscritto è spesso stato molto severo a proposito della gestione delle cose rossonere di questi ultimi due anni. Non in questo momento però. I critici "a prescindere" sono una razza pericolosa, almeno per come la vedo io. L'operazione Berlusconi-Bee - ancora in fase di definizione ma più che concreta - è semplicemente una genialata, tanto che il sottoscritto si è permesso di definire Berlusconi il nuovo Mago "Silvian". Quelli che "eh ma la Doyen fa cose sporche..." o "eh ma bisogna vederci chiaro, c'e qualcosa che non va..." fino a "eh ma così si fanno entrare le mafie nel calcio italiano" non sanno quello che dicono/scrivono. Non più tardi di un mese fa il Milan di Berlusconi era un club allo sbando, in difficoltà, contestato, criticato, deciso a ripartire da una squadra "italiana" dove per italiana si intendeva "a basso costo". Un mese dopo Galliani (insisto, dovrebbe delegare qualche operazione e prendere qualche volo in meno, ma se ce la fa buon per lui) tratta i seguenti nomi: Jackson Martinez, Ibra, Kondogbia, Hummels, Luiz Adriano. Poco? Con un triplo salto mortale si è passati dal dire "Beh l'anno prossimo Niang e magari Destro potrebbero costruire una coppia dignitosa" a "Ibra e Martinez insieme vanno bene, anche se a guardar bene lo svedese potrebbe un po' pestargli i piedi...". Praticamente l'universo alla rovescia. Eppure... eppure c'è chi storce il naso perché "i soldi chi li mette... com'è possibile... ma la Doyen i giocatori te li affitta e poi te li porta via...

Guardate che brutta fine ha fatto l'Atletico Madrid". Brutta fine? Io guardo l'Atletico e vedo un club che fino a 5 anni fa lottava per il 5° e 6° posto e un lustro dopo ha messo in bacheca una Liga (battendo Real e Barça, mica il Grumello) e disputato una finale di Champions persa solo Dio sa come. La verità è che chi fa il mio mestiere troppo spesso non può fare a meno di "pensar male", non riesce/vuole credere che a un signore un po' in là con l'età sia riuscita una "magia", ovvero convincere un broker catalizzatore di milioni che "Milan è bello" ma che se si vuol far parte della "famiglia" bisogna sottostare a tutta una serie di condizioni: 1) Il padrone è e sarà sempre Berlusconi. 2) Troppa pubblicità non piace al padrone. 3) Lo sfruttamento del marchio è consentito a patto che nell'immediato venga immesso nelle casse un quantitativo notevole di "grano". E' esattamente quello che sta accadendo: il Milan farà mercato con 150 milioni, un terzo della somma totale che il thailandese Bee è disposto a pagare per avere il 48% della società. Il resto lo farà la Doyen, ovvero il fondo che gli amanti del mercato "vecchia maniera" valutano come il male del calcio, mentre non si rendono conto che il "male del calcio" dipende proprio da chi opera "alla vecchia maniera", di chi promette e non mantiene, di chi si frega anche i resti in pizzeria. È vero, la Doyen "affitta", ma affitta prodotti extra-lusso e paga subito. A quelli che... "c'è qualcosa di losco" consigliamo di andare a vedere qualche partita del Milan il prossimo anno, probabilmente potranno guardare una squadra di valore europeo che magari non vincerà, ma di certo non avrà lasciato nulla di intentato. In fondo è quello che chiedono i tifosi: impegno, poi le cose possono andar bene o male. Ma forse mi sbaglio io, forse era meglio proseguire con lo stadio vuoto e gli allenatori che alla fine delle partite ti guardano e dicono "eh, ce l'abbiamo messa tutta ma siamo quello che siamo, portate pazienza...". Mah...