Biasin: "Milan: è il momento del silenzio (e delle scelte)"

Biasin: "Milan: è il momento del silenzio (e delle scelte)"MilanNews.it
© foto di Alessio Alaimo
martedì 12 settembre 2017, 16:49News
di Simone Nobilini
fonte dall'editoriale di Fabrizio Biasin per Tuttomercatoweb.com

Sono ovviamente i giorni della tragedia (sportiva). È arrivata la sconfitta e la sconfitta da sempre porta con sé solide certezze: riattizza chi non ti ama (vedi Raiola), risveglia antichi fantasmi (“Aveva ragione chi diceva che è tutto uno schifo!”), distrugge fragili e pessimisti (“Moriremo tutti!”).

Il dato di fatto è che da qualche anno si inciampa nel solito “equivoco mediatico” che porta molti a credere nell’equivalenza “numero di giocatori acquistati = posizione in classifica”. Ma - piaccia o non piaccia - non funziona così.

Il Milan ha svolto un gran lavoro di ristrutturazione e ha fatto molto più di quello che tutti quanti gli esperti potessero immaginare, ora però la casa va “arredata”. E, badate bene, non è solo un problema di difesa a 4 che non funziona e va traslata in una difesa a 3, ma anche di tutto il resto.

A Roma il Diavolo era senza identità. Lasciare in panca i Kalinic e gli André Silva può essere un errore, ma lo è molto di più non riuscire ad arginare un quarto d’ora di “furore” dei tuoi avversari. Che la Lazio sia una squadra con i controfiocchi non lo dice la partita dell’altroieri, lo dice un anno abbondante di buon lavoro. Il Milan ha dato idea non di mancare nei singoli, ma nella malizia, quella che ti permette di “arginare l’emorragia” con un fallo tattico in più, una palla in tribuna, un po’ di “mestiere”. Questo sì è imperdonabile.

Gran parte delle accuse sono finite sulle spalle del tecnico (legittimo) e di capitan Bonucci. Anche in questo caso non poteva essere altrimenti. È come se Bonucci volesse a tutti i costi dire “io arrivo dalla Juve, vi dimostro come si fa a vincere”: questa, però, è un’altra storia. Prima se ne accorge, meglio sarà per lui e per la sua squadra. Prodursi in 15 lanci perché storicamente tutti sanno che sei “il regista della difesa” ha poco senso se davanti a te gioca Biglia. Fare il cazziatone a Immobile per un “eccesso di agonismo”, pure. Il bene del Milan passa anche dai post sui social, dagli slogan e dalla volontà estrema di mostrarsi “rossoneri dentro”, ma certi processi non si improvvisano e non possono prescindere dalla prestazione. Senza prestazioni le parole finiscono per essere un boomerang. Dopo un’estate passata giustamente a raccontare e spiegare, ora serve (servirebbe) un Milan più “silenzioso”, dentro e fuori dal campo. Sì, anche se Raiola ti attacca, anche se qualcuno sbatterà sul piatto ulteriori ipotesi strampalate di “fallimento futuro”. Il silenzio, se hai già dimostrato di essere un club “trasparente”, può essere un buon modo per riassorbire una botta.