Biasin: "Più cattivi che buoni nel Milan: ecco cosa succederà (e Miha...)"

Biasin: "Più cattivi che buoni nel Milan: ecco cosa succederà (e Miha...)"MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
martedì 15 dicembre 2015, 16:44News
di Enrico Ferrazzi
fonte di Fabrizio Biasin per TMW

Milan in crisi? Si rischia di diventare ripetitivi. Anzi, già lo siamo in abbondanza. E quindi Mihajlovic che "non è il principale responsabile ma con quella rosa dovrebbe fare di più", Galliani che "per il bene della squadra e anche per il suo dovrebbe fare un passo indietro e farsi affiancare da un direttore sportivo", il presidente "che dovrebbe azzerare tutto e comunque alzare la voce", la figlia che "ma dove è finita Barbara?" eccetera eccetera.

Sapete a cosa servono le nostre parole e quelle di tutti gli altri? A niente. Da oltre due anni scriviamo sempre le stesse cose: giriamo le parole, gli aggettivi, un giorno il cattivo di turno è il tecnico, quell'altro l'ad, quell'altro ancora il capitano, il terzino, il presidente, tutti questi assieme. Ebbene, è cambiato qualcosa? Neanche una virgola e se qualcosa è cambiato lo ha fatto in peggio. Da novembre 2013 ad oggi in due hanno provato ad modificare lo status quo: 1) Barbara Berlusconi 2) Seedorf. La prima ha tentato il golpe proponendo un modello nuovo di gestione del club (teorico, per carità, ma quantomeno diverso) e per tutta risposta è stata messa da parte. Il secondo senza tanti giri di parole un bel giorno disse più o meno così: "Con questa squadra non si va da nessuna parte. Bisogna azzerare. Ho in mente una formula diversa con tecnici specifici per ogni reparto e un mercato di un certo tipo per ricostruire la rosa". Risultato? Cacciato, trattato come "quello stravagante", mandato via nonostante un quarto posto complessivo conquistato nelle 19 partite in cui è rimasto in sella. Avrebbe fatto meglio di Inzaghi e Mihajlovic? Impossibile dirlo, ma di sicuro avrebbe puntato su altri giocatori.

E siamo sempre alle solite: cambierà qualcosa nel futuro prossimo? La risposta è no. O meglio, un'eventuale eliminazione dalla Coppa Italia potrebbe convincere la proprietà a sostituire il tecnico (Brocchi in pole), ma servirebbe davvero a qualcosa? No, se non a mescolare un po' il minestrone per vedere se cambia il sapore. Il fatto è che intanto nessuno va a fare la spesa. Qualcuno sta pensando al mercato di gennaio o (cosa ancora più importante) a quello di giugno? Per avere una risposta basta giocare con Google al "gioco del fantamercato". Se in un motore di ricerca associ alla parola "mercato" il nome di una qualunque squadra di Serie A, viene fuori di tutto: il 99,99% delle notizie rasentano la puttanata, ma sono comunque sintomo che un qualche giornalista/agente di mercato ritiene funzionale accostare il nome di un giocatore X a quello del club in questione. Con il Milan non funziona più neanche quello. Si parla di Boateng, si mormora di eventuali scambi, qualcuno molto avventuroso azzarda ancora il nome "Witsel", per il resto vuoto assoluto perché nessuno crede più che al Milan la priorità sia "pensare alla squadra". Viceversa fioccano i comunicati "non ufficiali" per dire che il club prende atto delle parole del mister contro gli arbitri (ma non le sottoscrive), ogni tanto salta fuori Mr Bee, poi si parla di milioni, di marchio e di brand come se fossimo negli Anni Novanta, come se fosse tutto normale, come se i neanche 30mila spettatori presenti domenica a Milan-Verona non fossero il segnale che si è arrivati al punto di non ritorno, ma un problema secondario che si risolverà appena arriveranno i risultati. Perché "arriveranno", lo dice l'equazione 90 milioni spesi=risultati certi. Se fosse così semplice Moratti inciamperebbe nelle Coppe Campioni.