Bucchioni: "Milan, Capello direttore generale"

Bucchioni: "Milan, Capello direttore generale"
venerdì 25 novembre 2016, 20:30News
di Enrico Ferrazzi
fonte di Enzo Bucchioni per TMW

L'ennesimo tentativo di agitare le acque attorno alla cessione del Milan è andato a vuoto. Questa volta è sceso in campo direttamente Silvio Berlusconi, spalleggiato dai soliti noti nel mondo della comunicazione, per cercare di depistare, spargere dubbi, insinuare situazioni diverse dalla realtà. Magari nella speranza che qualcuno dei potenziali soci si tiri indietro all'ultimo e metta in difficoltà la cordata di Sino Europe Sports che sta comprando il Milan.

Tutto comprensibile, per carità. Fosse stato per lui, il Cavaliere non avrebbe mai venduto, per di non mollare sarebbe andato avanti davvero con una squadra di giovani italiani, ma è stata la Fininvest a decidere. Marina Berlusconi ha spiegato con fermezza al padre che il tempo era scaduto e l'occasione di liberarsi del Milan sempre in rosso da anni e con una montagna di debiti (circa 250 milioni) andava colta al volo. Economicamente trattasi di un grande affare, Berlusconi razionalmente l'ha capito, ma come un novello dottor Jekyll e mister Hyde, deve convivere anche con l'alter ego tifoso e innamorato del Milan. Berlusconi è fatto così, è un doppio, e lo sappiamo bene. Soltanto lui, però, può immaginare di poter rimanere presidente operativo in una società di altri. Non succederà. E non succederà neppure che Galliani possa restare con un incarico di responsabilità. E questo forse è il problema più grosso. Come aveva detto chiaramente quattro anni fa quando Barbara ha tentato la scalata al Milan, dopo trent'anni di lavoro al massimo livello operativo, la liquidazione che gli spetta è mostruosa. La cifra esatta non è data sapere, ma di sicuro si avvicina ai cinquanta milioni di euro. Chi li paga? Galliani è uomo Fininvest e alla Fininvest dovrebbe spettare un onore gigantesco come questo. I cinesi avrebbero già fatto sapere che sono disponibili a coprire i debiti pregressi, ma non la liquidazione di Galliani. Il tentato colpo di coda di Berlusconi potrebbe essere legato anche a questo, se i cinesi imbarcassero anche Galliani il problema sarebbe risolto. Non succederà e allora questo resta l'ultimo giallo.

Per il resto il closing del 13 dicembre sarà rispettato e Berlusconi lo sa. Ieri lo ha confermato pure l'imprenditore Rosso, il signor Diesel, che fa affari anche in Cina e conosce la vicenda. E' tutto pronto, è stato perfino fissato l'orario della conferenza stampa della nuova proprietà, il 13 dicembre alle 16 dopo l'assemblea dei soci convocata in mattinata. Qualche problema è insorto con il governo cinese per l'esportazione dei 420 milioni necessari a chiudere l'acquisto, e questo è vero, ma si lavora per aggirare tutti gli ultimi ostacoli. Il margine di slittamento è assolutamente minimo anche se la prudenza in certe situazioni è sempre buona compagna di viaggio. Ma da qui a pensare che l'affare possa saltare ce ne corre. Chi lo spera e ha fatto di tutto per farlo saltare davvero, si metta l'animo in pace.

Fra l'altro, dopo Fassone e Mirabelli, stanno venendo fuori altri nomi di spicco per l'organigramma del futuro Milan. L'ultimo è quello di Fabio Capello destinato a diventare il direttore generale rossonero con responsabilità di tutto il settore tecnico della società. L'anteprima è di Luciano Moggi, uno che Capello lo conosce bene, ma arrivano conferme da diverse parti. Ecco così spiegato il recente no di Capello all'Inter, ma anche ad altre panchine e alla Nazionale. Tornare al Milan è più di un'idea, il ruolo di grande dirigente per un grande ex, così sarebbe coperto a dovere.