L'ex rossonero Pederzoli, CEO Guizhou Hengfeng: “Le squadre della CSL sono un’opportunità"

L'ex rossonero Pederzoli, CEO Guizhou Hengfeng: “Le squadre della CSL sono un’opportunità"MilanNews.it
venerdì 23 febbraio 2018, 17:15News
di Antonio Vitiello

Lo scorso 1 febbraio è stato ufficializzato Mauro Pederzoli come nuovo CEO del Guizhou Hengfeng, il club allenato da Gregorio Manzano e giunto ottavo nella scorsa Chinese Super League. Abbiamo realizzato in esclusiva un’intervista con Mauro, dove abbiamo parlato di varie questioni: settori giovanili, merchandising e aspettative per la prossima stagione.

Pederzoli prima di arrivare al Guizhou Hengfeng ha girato il mondo sia nelle vesti di dirigente che di allenatore. In Italia ha ricoperto il ruolo di ds al Brescia, al Cagliari, Torino, Novara e Milan (con i rossoneri per le giovanili). Un anno Mauro ha ricoperto anche il ruolo di osservatore, nel 2007, nel Liverpool allenato da Benitez. Nel 2012 giunge la traversata dell’Oceano Atlantico e Mauro sbarca in Paraguay come ds del Cerro Porteno, poi nel settembre del 2014 ha allenato il Deportivo Quevedo nella Serie B ecuadoregna. Negli ultimi anni Mauro è stato il ds del Miami FC, il club della NASL di Riccardo Silva e Paolo Maldini.

Come è nata l’opportunità di arrivare in Cina al Guizhou Hengfeng?

La società di Guizhou si era messa sul mercato per un CEO non cinese con un’esperienza internazionale, che avesse vissuto in più paesi e misurato con vari tipi di calcio sia dal punto di vista tecnico che organizzativo. Una delle persone che aveva un contatto diretto con la proprietà del club era l’avvocato Claudio Minghetti, una persona molto quotata in Cina. Minghetti ha proposto il mio nome e curriculum, da li sono nati un paio di incontri che sono confluiti con la firma del contratto e il mio arrivo in Cina i primi di febbraio.

Nel corso della tua carriera sei stato anche dall’altra parte del mondo, negli USA, al Miami FC nel ruolo di direttore sportivo. Fino ad ora che differenze hai riscontrato fra il sistema calcistico americano e quello cinese a livello organizzativo?

L’America è molto particolare, in quanto offre ad un club di partire praticamente da zero. Quando dico da zero intendo dire che non c’è prprio nulla. L’imprenditore può comperare una franchigia ed ha un anno di tempo per costruire il club e la squadra. Questo è quello che è successo a Miami e questo tipo di esperienza è possibile solo negli Usa. L’america e la Cina sono i due sistemi calcistici più ambiziosi, vogliono arrivare al Top nel breve periodo sia dal punto di vista organizzativo che nei risultati. Per quello che ho osservato fino ad ora… tieni conto comunque che sono in Cina da meno di un mese… è che entrambe hanno optato per vie diverse. Il calcio cinese ha importato professionalità dall’estero che possano accrescere il sistema, non solo giocatori, ma anche dirigenti e allenatori. Il calcio statunitense è molto chiuso su se stesso ed è aperto quasi solo per giocatori stranieri, sostanzialmente punta su se stesso. La cosa è un po paradossale dato che storicamente è sempre stata la Cina ad essere il paese più chiuso al contrario dell’America.

Uno degli aspetti più critici del sistema calcistico cinese è la cura dei settori giovanili. Dal 2019 per iscriversi al campionato ogni club professionistico dovrà avere squadre dall’U12 all’U19. Voi a che punto siete?

E’ una situazione in divenire nel senso che dobbiamo recepire quello che è l’input della federazione. Si parte non da zero, ma da un settore giovanile che è sostanzialmente affidato alle scuole locali, questo principalmente per ragioni di orario. I ragazzi sono tutto il giorno a scuola ed è molto più impegnativa rispetto all’Italia, sia per l’orario sia dell’impegno e degli studi, sia per la considerazione delle famiglie che esercitano una grande pressione sul ragazzo. Anche da noi era così, ma ora è sdoganato il fatto che anche lo sport può essere considerato un modello educativo efficiente. Invece in Cina vi è solo la scuola, quindi ci ritroviamo in una situazione nella quale i ragazzi hanno pochissimo tempo libero, mentre le famiglie non vedono alcuno sbocco lavorativo nel mondo dello sport. La creazione di un settore giovanile è un lavoro lunghissimo, capillare, che non può prescindere dalle scuole. E’ un’esperienza che ho vissuto anche negli USA questa, anche la i settori giovanili sono delegati alle scuole e alle università. Un altro grande problema è quello dei tecnici, se questi sono delle figure importanti ad alto livello nei settori giovanili sono fondamentali. Qui non credo ci sia tutta questa grande scelta di tecnici. A me sembra che questa direttiva della Federazione sia un po l’anno zero perchè obbliga tutti a porsi delle domande e a creare un sistema che possa stimolare la revisione del sistema calcistico.

Per ovviare al problema della scuola una soluzione potrebbe essere quella di creare un College del calcio come ha fatto il Guangzhou Evergrande?

Anche, in una visione a medio lungo termine è una cosa che sicuramente che si farà e ci interessa, ma oggi non siamo vicini a realizzarla.

Nei mesi scorsi, la presidente del club, Wen Xiaoting, ha fatto visita al Milan e all’OGC Nice. Attualmente il Guizhou Hengfeng ha firmato accordi di cooperazione bilaterale? 

Non abbiamo ancora firmato nulla, ma uno dei miei primi obiettivi è quello di chiudere uno o più accordi di collaborazione con i club europei perchè dal punto di vista tecnico il punto di riferimento questi rimangono il punto di riferimento, mentre per quello organizzativo, i club di di MLS possono essere dei partner molto interessanti.

Lo scorso anno, da quando è arrivato Gregorio Manzano, il Guizhou Hengfeng ha totalizzato una media punti molto importante, da sesto posto. Quali sono gli obiettivi di questo 2018? Si potrebbe puntare a qualcosa in più?

Secondo me l’ambizione del club è quella di fare una buona stagione, garantirsi la permanenza nella categoria il prima possibile e poi eventualmente ragionare su altri obiettivi. Alla vigilia del campionato non ha senso per me dichiarare qualcosa in più di questo

Mi interessava parlare anche del Marketing delle squadre cinesi. I jersey sponsor ora sono quasi inesistenti dato che molti club sulla maglietta portano il nome della proprietà o di una sua succursale. Per quanto riguarda invece la vendita delle magliette, ho notato che i negozi Nike in Cina (sponsor tecnico della lega) non vendono le maglie delle squadre di CSL. Te che impressione ti sei fatto su questo settore?

E’ un settore che deve essere sviluppato, c’è ancora molto da fare. Va anche capito quelle che sono le disponibilità di spesa dei cinesi dato che le magliette originali costano sulle 70-80 euro. Ad esempio, in Sudamerica, quando lavoravo al Deportivo Quevedo in Ecuador, li il merchandising non esisteva, per una ragione molto semplice, le persone non avevano disponibilità economica. Sicuramente si può crescere molto dal punto di vista del marketing qua in Cina, anche per quello che riguarda l’apertura internazionale: piaccia o meno la Chinese Super League oggi è una lega importante che viene vista da milioni e milioni di persone su uno dei mercati fra i più importanti del mondo, per cui, oggi perchè noi non possiamo essere interessanti per un brand internazionale? io credo che le squadre della Super League possano essere una grande opportunità per un’azienda internazionale di entrare nel mercato cinese e avere la visibilità, questo perchè la Chinese Super League e tutte le squadre godono di grande visibilità sulle trasmissioni televisive, giornali e media. Per realizzare questo va anche migliorata la comunicazione, nelle prossime settimane inaugureremo anche il nostro nuovo sito che sarà bilingue, inglese e cinese. 

La tifoseria a Guizhou ha una storia particolare, prima vi era il Guizhou Renhe, poi trasferitosi a Pechino, ora ci siete solamente voi. Cosa hai percepito dalla tifoseria dell’Hengfeng?

C’è una grossa tifoseria organizzata, secondo me i numeri non sono neanche male, ma abbiamo uno stadio troppo grande e quindi riempirlo è molto difficile. Uno dei nostri obiettivi è migliorare e portare più gente allo stadio. Piace in città che questa sia la squadra che rappresenta l’intera provincia e che sia davvero una squadra nella quale potersi identificare e non prestata da un’altra città com’era allora il Beijing Renhe. La proprietà è locale e la squadra porta il nome della provincia, dunque credo che questo ci faciliterà per far si che i tifosi si identifichino con noi. C’è molto interesse attorno alla squadra, lo abbiamo riscontrato anche nella campagna abbonamenti alla vigilia del campionato.