Montella non ci sta: autocritica, ma anche appelli alla consapevolezza

Montella non ci sta: autocritica, ma anche appelli alla consapevolezzaMilanNews.it
© foto di DANIELE MASCOLO/PHOTOVIEWS
martedì 25 aprile 2017, 16:36News
di Massimo Canta

Una giornata di campionato dai contorni infausti, quella vissuta dal popolo rossonero,  accorso ancora una volta in maniera apprezzabile a San Siro,  ma anche da coloro che hanno assistito in altri contesti, a quella che può definirsi, senza mezzi termini, una disfatta. Doveva essere una domenica solare (come il clima che ha accompagnato tutta la partita), festosa e propiziatoria: la sconfitta dell’Inter a Firenze avrebbe dovuto quasi definitivamente allontanare e quanto meno smorzare ogni velleità europea dei cugini. Le vittorie di Atalanta e Lazio, sulla carta scontate, ma non del tutto, nel caso dei bergamaschi, avrebbero unicamente dovuto spaccare il gruppo in direzione della volata europea, distante ormai solo cinque tappe. Avversario, un Empoli quasi tranquillo e comunque sparring partner ideale, nella circostanza. Invece, nulla di tutto questo: l’asettica prestazione dei rossoneri, che mai, ben inteso, in questa stagione hanno rinunciato all’impegno, spesso gladiatorio, nei tentativi di scongiurare sconfitte cocenti, ha rimesso tutto in discussione, pericolosamente, per usare agevoli eufemismi. Montella ha giustamente evidenziato come nel primo quarto d’ora la squadra sia andata spesso alla conclusione, con trame filanti ed esteticamente gradevoli.

Ma l’attenzione, sua e  degli osservatori, è andata sulle modalità di concludere, marcatamente evidenziatesi: scarsa precisione e potenza dei tiri non lasciavano presagire nulla di buono.  Una squadra parsa troppo leziosa e con il passare dei minuti lenta e prevedibile, che non faceva della veemenza e della fame di vittoria il suo credo. Le disattenzioni difensive, non scusabili, non tanto a questi livelli, ma a fronte di certi obiettivi irrinunciabili da parte di vecchie o nuove Proprietà, poco importa, hanno peggiorato il clima della partita.  A ciò si aggiungano l’ennesimo  rigore fallito (quarto della stagione, con tre differenti esecutori), risultato fondamentale nel  momento in cui è stato decretato e le numerosissime conclusioni prive della giusta cattiveria, capacità balistica e tecnica. Il tecnico ha chiesto alla platea presente in conferenza stampa se fosse stato auspicabile, immaginabile o preventivabile che un Milan , a questo punto della stagione, con le carenze di organico da tutti riconosciute, avesse ancora queste ultime sfide utili da giocarsi, con buone possibilità di staccare un biglietto utile far tornare i tifosi rossoneri a visitare gli stadi d’Europa. Ebbene, i meriti di Vincenzo Montella non sono in discussione, anzi acclarati: ma questa squadra, appunto perche a sole  cinque giornate dalla fine,  sia questa  una posizione agognata, sperata , conquistata o usurpata,  ha l’obbligo ormai di dedicare cuore, gambe, ma soprattutto testa a quel traguardo che la Società, i fedelissimi sostenitori rossoneri e la storia ormai rivendicano senza più alibi. Crotone sia solo una tappa, ma da affrontare e superare nell’avvicinamento alla passerella finale che non può essere ormai disattesa.