Pagni: "Tre uomini nel pallone: Fassone cerca i soldi, Montella il gioco, Mirabelli la sua squadra"

Pagni: "Tre uomini nel pallone: Fassone cerca i soldi, Montella il gioco, Mirabelli la sua squadra"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
venerdì 20 ottobre 2017, 13:26News
di Enrico Ferrazzi

Attraverso la propria pagina Facebook "Bollettino Milan", il giornalista di Repubblica Luca Pagni ha pubblicato questo posto sul momento del Milan: 

"Nel dibattito tra giustizialisti e garantisti, tra chi addossa tutte le colpe a Vincenzo Montella perché non sa far giocare gli 11 giocatori 11 che gli sono stati dati dopo l'estate e chi accusa Massimiliano Mirabelli di aver esagerato con gli acquisti perché le squadre non si fanno con l'album delle figurine, il Bollettino non si schiera. Una squadra di calcio è una società e le colpe, quando le cose non vanno bene, non sono mai di una persona sola. Spesso paga l'allenatore perché è un capro espiatorio comodo, visto che non si possono licenziare i giocatori in blocco. Quasi mai il direttore sportivo, meno che meno chi tiene i conti.

Eppure, al vertice del Milan ci sono tre uomini le cui responsabilità vanno equamente divise per spiegare il momento negativo del Milan (tre sconfitte e un pareggio nelle ultime quattro partite, sette gol incassati solo due segnati). Tre uomini che appaiono nel pallone. Vediamo perché.

Montella sembra un rabdomante che con la sua bacchetta vaga per il campo cercando la fonte del gioco. Le sta provandole tutte, forse troppe, con il rischio di confondere i giocatori e farli giocare fuori ruolo (l"ultima Suso interno di centrocampo). Ha sempre privilegiato il 433 perché lo ritiene il sistema migliore per occupare al meglio gli spazi, ma non ha avuto gli uomini per giocare con questo schema. Con l'arrivo di Bonucci è stato costretto a passare alla difesa a tre, ma in questo modo si perde un centrocampista. In attesa di trovare l'amalgama giusto passa il tempo, il quarto posto, obiettivo di stagione, si allontana e il tifoso si immalinconisce.

Per vincere nel calcio occorre qualità, molta convinzione e un po' di fortuna. Se al Milan non la prima non manca, latita la forza mentale. Mentre la buona sorte continua a voltarsi dall'altra parte. Contro l'Aek ci sono state almeno cinque palle gol nitide, tutte fallite per un soffio, per un tiro non troppo angolato o non abbastanza potente. Montella ha ragione quando dice che non sono liberi di testa. Ma dare una mentalità vincente è anche compito dell'allenatore. Di sicuro non c'è la fortuna: nel primo tempo, nel giro di cinque secondi nella stessa azione potevano segnare Cutrone, Silva e Bonaventura ma sono stati fermati da una serie di rimpalli tutti favorevoli agli ateniesi. Se ci aggiungiamo la perdita di Conti, forse il miglior talento approdato a Milanello, si capisce come basterebbe solo che il destino invertire sponda del Naviglio per risolvere una parte dei problemi della squadra.

Un uomo nel pallone e' anche il ds Mirabelli. Dov'è la squadra che aveva in mente questa estate? Perché non ha preso gli esterni per giocare con il 433? Perché ha ceduto alla proposta di Bonucci, che non era nei piani e ha bloccato almeno 50 milioni di spese non previste? Perché prendere un trequartista per un allenatore che gioca sempre senza? Perché Aubamayang ha dichiarato che lui era disponibile ma il Milan ha preso tempo? Per non dire della domanda che si fanno in molti: non era meglio qualche acquisto in meno per un giocatore in grado di garantire vincere le partite con una invenzione? Con molti meno soldi il ds della Lazio Igli Tare allestisce ogni anno una squadra capace di approdare sempre in Europa.

In difficoltà, in questo frangente, appare anche Marco Fassone. Non ha responsabilità di campo, se non quella di aver scelto Mirabelli promuovendolo per lamprima volta uomo mercatodinun grande club. Ma anche di aver confermato Montella pur non dando mai l'impressione di essere convinto fino in fondo. Ma è un altro il campo nel quale Fassone non dà sicurezza: come garantire le entrate necessarie per rimborsare il prestito sottoscritto con il fondo di investimento Elliott (303 milioni con interessi all'8,5 per cento)? Questa estate in Cina ha annunciato uno sponsor di peso che non si e' mai palesato. Ha perso lo sponsor Adidas, sostituito da Puma ma per 5 milioni in meno. Non era presente alla conferenza di Milan China rivelando come non sia sotto il suo controllo quanto accadde dall'altra parte del mondo, mentre i ricavi in arrivo dall'Asia sono fondamentali sia per la salvaguardia dei conti sia per raggiungere un accordo con l'Uefa.

In tutto questo non si continua a capire il ruolo di un proprietario che non si vede mai, non interviene dando empre piu adito ai sospetti che lo vogliono in realtà uomo di facciata dietro al quale si celano investitori più importanti poi bloccati dalle nuove regole del governo contrarie a investimenti senza limiti nel calcio. Ma di questo parleremo nel prossimo Bolletino".