Tacconi, (ri)facci sognare!

Tacconi, (ri)facci sognare!
venerdì 30 settembre 2016, 13:13News
di Giuseppe Bosso
Dagli elicotteri a Donnarumma, le "profezie" dell'ex portiere

Come un giorno di festa per il mondo rossonero, per i compleanni del presidente(cambio di proprietà o no, difficile per un tifoso rossonero non pensarla così) Berlusconi e dell'indimenticato e amatissimo Sheva, possa venire infastidito (piccolo fastidio, bene precisarlo) da una battuta, da una boutade targata Tmw Radio. Protagonista Stefano Tacconi, professione ex portiere della Juventus con le porte della nazionale sistematicamente precluse dall'eterno rivale-amico Walter Zenga, un presente da opinionista (categoria florida e rigogliosa dell'Italia di oggi) interpellabile su qualunque argomento dello scibile pallonaro.

"Donnarumma? Secondo me lui è già della Juve, io l'ho sempre detto". Ohibò! Una notizia? Un petardo a scoppio anticipato di una campagna acquisti prossima ventura?
Niente di tutto questo, cari amici rossoneri già in ansia. Battuta, semplicissima e innocua battuta, da parte di un personaggio che non ricopre nè risulta aver mai ricoperto, una volta salutata la società di corso Galileo Ferraris in Torino; come non risulta ricoprire ruoli o incarichi di rappresentanza per conto di Gigio Donnarumma, di domenica in domenica sempre più affidabile guardiano della porta rossonera. 

Da quale insospettabile e attendibile fonte Tacconi possa avere attinto tale indiscrezione non è dato sapere.

Risaputo è, per contro, che l'ex estremo difensore di Perugia non è mai stato, prima, durante e dopo gli anni della carriera agonistica, personaggio taciturno sfuggente alla sparata, e casa Milan lo sa bene. 

Correva l'anno 1986, trent'anni fa, 18 luglio dell'anno primo dell'era berlusconiana: sghignazzi e risolini aveva suscitato il primo raduno ufficiale del Milan, appena rilevato dal patron dell'allora gruppo Fininvest: lo scenario è l'Arena Civica di Milano, sotto le note della cavalcata delle valchirie con Cesare Cadeo ad annunciare l'arrivo, dall'alto, a bordo di tre elicotteri, della squadra rossonera, dai quali a poco a poco scendono capitan Baresi, Paolo Maldini, Mauro Tassotti, Agostino Di Bartolomei. il Barone Nils Liedholm e i grandi colpi della prima, faraonica, campagna acquisti condotta dalla premiata (a venire) ditta Galliani-Braida: Giovanni Galli, Dario Bonetti, Daniele Massaro, Beppe Galderisi e quel Roberto Donadoni che sembrava destinato proprio a vestire il bianconero. 

L'entusiasmo rianimato del popolo milanista fa da contraltare alle ironie e alle battute del resto del mondo pallonaro che in un calcio ancora lontano dai lustrini odierni guardava con diffidenza e scarsa considerazione alle idee, per il campo e per il fuori, di cui Berlusconi si faceva portatore e introduttore.

Spicca, tra questi, proprio Tacconi, fresco di scudetto, il secondo per lui, vinto dai bianconeri in extremis complice l'harakiri della Roma di Eriksson capace di farsi battere all'Olimpico da un Lecce già retrocesso alla penultima giornata.

All'indomani dal suggestivo sbarco dal cielo nell'arena oggi intitolata a Gianni Brera, ecco la profezia: "Gli serviranno per scappare alla prima sconfitta". Duecento euro di multa comminati da Giampiero Boniperti, inflessibile presidente juventino, per metà pagati dall'Avvocato Giovanni Agnelli, magnanimo e comprensivo di fronte alla tagliente lingua del suo estremo difensore.

Com'è andata, poi, lo racconta la storia: Tacconi, negli anni a venire, avrebbe alzato al cielo solo una Coppa Italia (proprio a San Siro, proprio contro il Milan, nel 1990) e una Coppa Uefa, prima di venire accantonato in favore dell'emergente, e lui sì destinato a grandi successi in bianconero Angelo Peruzzi. Il Milan berlusconiano, invece, dopo una prima annata di assestamento, a partire dal 1988 avrebbe inanellato una serie unica e irripetibile di trionfi a ripetizione, con qualche momento di pausa, ma che fanno a pieno titolo di Silvio Berlusconi, perlomeno nel panorama italiano, il presidente più vincente e duraturo.

Nel porgere a Berlusconi il nostro augurio per gli 80 anni e il nostro infinito grazie per questi trent'anni di successi, auspichiamo che, per il Milan e per Gigio, anche questa 'profezia di Tacconi' trovi col tempo la dovuta risposta.